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YELLOW BRICK ROAD – SET/OTT 2011

di Francesco Maria Lori

PICCOLE RIFLESSIONI SUL LAVORO

Ci si lamenta spesso delle condizioni di lavoro alle quali oggi ci si deve adeguare. E’ sacrosanto il diritto di essere messo nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio operato artistico, ma questo difficile periodo storico non deve essere una scusa/scudo per essere mediocri nella preparazione e nell’impegno al servizio dello spettacolo. Non dimentichiamo che anche Bach e i suoi colleghi  vivevano e scrivevano in condizioni logistiche economiche e sociali estremamente disagiate, ma il prodotto artistico che ne scaturiva era immortale e apparentemente creato nel massimo agio e nella piena serenità.

Questo incipit me lo permetto perchè vedo spesso una tendenza a giustificare il poco impegno e la poca preparazione, o gli allestimenti poveri e mediocri, con il fatto che oggi è difficile lavorare, che ci sono troppi tagli alla cultura, che le paghe sono sempre più basse ecc. Tutto verissimo e dovremmo lottare di più per salvare un patrimonio e una categoria di lavoratori, ma ci si deve lamentare solo quando si ha la coscienza pulita.

Chi studia due ore al giorno di canto? Chi va a danza tutti i giorni? Chi fa teatro almeno tre volte alla settimana e studia due ore a casa tutti i giorni? Chi si aggiorna costantemente con stage e seminari in giro per l’Italia e non solo? Chi conosce profondamente la tecnica vocale, la storia del musical, la storia del teatro, la storia della danza?

Il fatto che oggi ci sia poco lavoro dovrebbe stimolare a fare il doppio e non la metà, dovrebbe far nascere nuove idee, nuovi progetti, autoproduzioni che si ingegnano per risparmiare pur di andare in scena con un’idea vincente. Fanno benissimo quelle persone che scrivono nuovi testi, che cercano nuove idee e che si lanciano in molteplici progetti, consapevoli che bisogna seminare cento per raccogliere dieci.

Oggi non si può essere solo dei bravi performer, e non ce ne sono molti, bisogna essere anche imprenditori di se stessi, promotori di iniziative, e alla ricerca di nuove idee.

Chi vuole lavorare nel musical non deve limitarsi a criticare le nuove produzioni che faticano a nascere e a sopravvivere, è troppo facile dire che all’estero sono più bravi, questo compito lasciamo al pubblico che spero cresca nella cultura e nella consapevolezza. L’addetto ai lavori, dal performer al produttore deve incentivare, stimolare, lavorare per fare sempre meglio al fine di alzarela qualità del musical in Italia. La qualità non sale con le critiche e le rivalità fra produzioni, ma con la collaborazione e lo scambio.

Oggi siamo ancora in serie B nel musical mondiale, è normale, siamo giovani, ma ammiro le produzioni che osano  e che appoggiano le idee nuove degli autori emergenti: Bugiardi si diventa, La baronessa di Carini, Alice nel paese delle meraviglie, Tutti su per terra, Nunsens, Chi è di scena? ecc. sono solo alcuni esempi di spettacoli tutti originali (a parte Nunsens) che sono nati solo per l’entusiasmo di fare teatro e di cercare di farlo al meglio. Spettacoli che non esistevano e che danno un pò di lavoro ai tanti ragazzi che escono dalle scuole di musical.

Ragazzi non aspettate che qualcuno vi chiami o di passare un’audizione (anche!), fatevi venire delle idee e coltivatele, scrivete, mettete in scena in piccoli spazi i vostri spettacoli e vedrete che fra qualche anno, se lavorate bene, la gente verrà a chiedervi lavoro. Tutti hanno iniziato così.

Il teatro è di chi se lo prende!

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