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OTELLO ALLA FENICE DI VENEZIA

di Ilaria Faraoni – foto di Michele Crosera – Fondazione Teatro La Fenice

Presentate le due stagioni liriche del Teatro La Fenice di Venezia: quella 2012/2013 che inizia il 16 novembre 2012 e si concluderà il 31 ottobre 2013 e quella 2013/2014 che partirà dal 22 novembre 2013 e si chiuderà l’8 novembre 2014.

Qui si parla di quella attuale, che parte questa sera e che avrà una doppia inaugurazione per celebrare i due compositori dei quali ricorre il bicentenario: Giuseppe Verdi e Richard Wagner (la presentazione su Central Palc QUI). Si alterneranno quindi sul palco dello storico teatro veneziano l’Otello di Verdi e Tristan und Isolde di Wagner entrambi diretti musicalmente dal Maestro Myung-Whun Chung.

Otello, la cui regia è firmata da Francesco Micheli, sarà in aprile in Giappone per l’inaugurazione della nuova Festival Hall di Osaka e nuovamente in Italia a luglio, per il Festival Lo spirito della musica di Venezia nel cortile di Palazzo Ducale.

La scenografia è di Edoardo Sanchi, i costumi di Silvia Aymonino.

Due cast si alterneranno nel corso delle repliche: Gregory Kunde e Walter Fraccaro nel ruolo di Otello, Leah Crocetto e Carmela Remigio in quello di Desdemona, Lucio Gallo e Dimitri Platanias in quello di Jago; Cassio sarà cantato da Francesco Marsiglia, Roderigo da Antonello Ceron, Montano da Matteo Ferrara, Emilia da Elisabetta Martorana.

In scena l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice (maestro del coro Claudio Marino Moretti) e il coro di voci bianche dei Piccoli Cantori Veneziani, diretto da Diana D’Alessio.

Le date di Otello:

venerdì 16 novembre 2012, ore 19.00

martedì 20 novembre 2012, ore 19.00

giovedì 22 novembre 2012, ore 17.00

sabato 24 novembre 2012, ore 15.30

martedì 27 novembre 2012, ore 19.00

giovedì 29 novembre 2012, ore 19.00

venerdì 30 novembre 2012, ore 19.00

Segue comunicato stampa:


Otello di Giuseppe Verdi

Venerdì 16 novembre 2012 alle ore 19.00 si aprirà al Teatro La Fenice la Stagione lirica 2012-2013 con un nuovo allestimento di Otello, dramma lirico in quattro atti di Giuseppe Verdi su libretto di Arrigo Boito tratto dall’omonima tragedia shakespeariana, ultimo capolavoro tragico verdiano andato in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 5 febbraio 1887.

La serata, seguita il 18 novembre dalla prima di  Tristan und Isolde di Richard Wagner, costituirà la prima parte della doppia inaugurazione dedicata al bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi (1813-1901) e di Richard Wagner (1813-1883): un importante impegno produttivo che vedrà per tutta la seconda metà di novembre le due opere  accostate a giorni alterni con allestimenti e cast differenti ma con un’unica direzione musicale, affidata al maestro coreano Myung-Whun Chung.

Ambientato nella Cipro veneziana della fine del Quattrocento, Otello declinerà in chiave di ‘venezianità’ l’omaggio del Teatro La Fenice ai due massimi autori dell’opera ottocentesca, in questo assecondato da Tristan und Isolde, opera in parte ispirata dalle atmosfere notturne della città lagunare, dove Wagner risiedette durante la composizione del secondo atto.

L’allestimento di  Otello sarà firmato dal regista Francesco Micheli, dallo scenografo Edoardo Sanchi e dalla costumista Silvia Aymonino, e sarà riproposto in aprile in tournée in Giappone per l’inaugurazione della nuova Festival Hall di Osaka e in luglio nel Cortile di Palazzo Ducale nell’ambito del Festival «Lo spirito della musica di Venezia».

Nel cast si esibiranno Gregory Kunde in alternanza con Walter Fraccaro nel ruolo di Otello, Leah Crocetto in alternanza con Carmela Remigio in quello di Desdemona, Lucio Gallo in alternanza con Dimitri Platanias in quello di Jago; Cassio sarà cantato da Francesco Marsiglia, Roderigo da Antonello Ceron, Montano da Matteo Ferrara, Emilia da Elisabetta Martorana. All’Orchestra e al Coro del Teatro La Fenice (maestro del coro Claudio Marino Moretti) si affiancherà il coro di voci bianche dei Piccoli Cantori Veneziani, diretto da Diana D’Alessio.

La prima di venerdì 16 novembre 2012 sarà seguita da sei repliche, martedì 20 alle 19.00, giovedì 22 alle 17.00, sabato 24 alle 15.30, martedì 27, giovedì 29 e venerdì 30 alle 19.00.

I biglietti per le rappresentazioni sono in vendita a prezzi compresi tra i 15 e i 220 euro (tra i 30 e i 500 euro per la prima del 16 novembre) presso le biglietterie Hellovenezia (Teatro La Fenice, Piazzale Roma, Tronchetto, Lido, Mestre, Dolo, Sottomarina), tramite biglietteria telefonica 041 2424, biglietteria on-line (www.teatrolafenice.it) e biglietteria via fax 041 2722673.

Le ultime due opere di Verdi, Otello (1887) e Falstaff (1893), rappresentano casi singolari: capolavori assoluti del genere, per più ragioni esse non sono inquadrabili entro le coordinate storiche coeve. Questi due lavori rispondono infatti da un lato a sollecitazioni e stimoli culturali e stilistici che negli anni ’70-’80 spinsero Verdi ad ampliare l’orizzonte dell’opera italiana a dimensioni europee, mentre d’altro lato costituiscono i punti d’arrivo dell’evoluzione creativa del compositore.

Dopo il 1871, anno di  Aida, per lungo tempo il suo impegno nella composizione parve concluso: pur senza starsene con le mani in mano – oltre a comporre il  Requiem curò infatti nel 1881 la revisione di Simon Boccanegra e nel 1884 la versione italiana di Don Carlos – Verdi stesso aveva in più occasioni accreditato l’idea di voler chiudere la propria carriera. Fortunatamente, tuttavia, Aida non rimase l’ultimo cimento teatrale di Verdi, la cui renitenza fu vinta da una sagace manovra di ‘accerchiamento’ imbastita da Giulio Ricordi. In essa l’editore coinvolse Arrigo Boito, l’antiaccademico scapigliato già fortemente polemico nei confronti della tradizione letteraria italiana nonché dello stesso Verdi: proprio con i libretti di Otello e Falstaff, oltreché con quello del suo Mefistofele, Boito avrebbe dischiuso nuovi mondi espressivi all’ormai stantio panorama della librettistica italiana, aprendola a contenuti più aggiornati e sperimentando modelli audacemente sperimentali e asimmetrici.

Probabilmente il ‘ritorno a Canossa’ di Boito non avrebbe sortito l’effetto desiderato se non fosse stata toccata una corda per Verdi fondamentale: William Shakespeare. Il modello drammaturgico del genio teatrale elisabettiano aveva accompagnato ininterrottamente la carriera del compositore, tanto nei lavori direttamente legati a  pièces di questo autore (Macbeth, e più tardi appunto  Otello  e  Falstaff) quanto nel progetto lungamente coltivato di un  Re Lear,  exemplum maximum di caratterizzazione tragica e di serrata costruzione del ritmo drammatico.

Dopo quasi un quinquennio di discussioni shakespeariane, Otello venne completato negli ultimi giorni del 1886 ed andò trionfalmente in scena alla Scala di Milano il 5 febbraio 1887.

Grazie anche alle provocatorie novità stilistiche boitiane, Verdi rivestì la ben nota vicenda d’amore e gelosia con una musica altrettanto originale. In essa il musicista sperimentò il principio strutturale della forma ‘aperta’, dal decorso sonoro estremamente duttile, ove frammenti motivici sono intessuti in un percorso melodico continuo e cangiante, capace di accompagnare l’azione e la psicologia dei personaggi con fulminea intensità ed aderenza. Qualcuno ha inteso questa scrittura come una sorta di capitolazione del compositore italiano al modello di Wagner, senza comprendere che essa invece risulta l’estremo approdo d’una concezione drammaturgica affatto personale, le cui radici sono osservabili fin dalle primissime esperienze operistiche di Verdi.

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