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MASTERCLASS ALL’OFFICINA DELLA VOCE: INTERVISTA A VITTORIO MATTEUCCI

di Ilaria Faraoni

L’Officina della Voce organizza a Roma una masterclass per cantattori con Vittorio Matteucci e Marco Manca (la presentazione su Central Palc QUI): 64 ore totali (16 ore mensili) a partire da venerdì 1 febbraio. Le lezioni proseguiranno ogni venerdì del mese fino al 31 maggio. Il costo è di 150 € mensili e le iscrizioni si chiuderanno il 15 gennaio: pochi giorni ancora a disposizione, dunque, per prenotare (per info scrivere a info@officinadellavoce.it o chiamare il numero 388/8273047).

Vittorio Matteucci spiega a Central Palc come si svolgeranno le lezioni e il suo punto di vista didattico, volgendo uno sguardo anche al mondo che attende i giovani furori dai corsi e dalle scuole.

Vittorio, come vi dividerete tu e Marco le lezioni della masterclass?

Partiamo dal presupposto che tra me e Marco c’è un’amicizia di lunga data; siamo molto complementari; lui è più accademico, io sono più istintivo. Marco ha fatto delle scuole, ha affinato la tecnica con lo studio, io invece sono arrivato sul palco proiettato da qualcosa che nasce da bambino attraverso gli step dell’improvvisazione.

Cerchiamo di fare un lavoro molto organico in modo che i ragazzi abbiano il più possibile una preparazione completa, che si trovino bene sul palco, che sappiano gestire l’emozione, che è una cosa essenziale: gestire l’emozione vuol dire non farsene prendere troppo però, al tempo stesso, non rinnegarla. Il lavoro ce lo divideremo a seconda della necessità. In linea di massima vorremmo fare una lezione a testa, però abbiamo già avuto un’esperienza di questo genere e abbiamo capito che per seguire i passi che facciamo con i ragazzi è bene essere presenti insieme, quindi saremo insieme tutte le volte che sarà possibile.

Su quali aspetti verteranno principalmente le tue lezioni?

Io lavoro tantissimo con i ragazzi, sono loro che mi danno l’input. Non abbiamo un percorso predeterminato e questa credo sia una delle caratteristiche di questa masterclass. Certamente abbiamo una traccia, chiamiamolo un canovaccio, visto che siamo in teatro, però la verità è che poi la lezione va nella direzione in cui deve andare perché altrimenti, se si vuole seguire per forza una linea, ci si limita. Questo non significa non essere organizzati: abbiamo tutto quello che si deve avere, comprese tutte le dispense e così via, però alla fine è importante seguire la classe.

La cosa su cui pongo più di tutto l’accento poi è l’interpretazione, sia che riguardi il canto, sia che riguardi la recitazione.

Nelle tue esperienze didattiche come trovi i ragazzi di oggi?

La passione è sempre la stessa, la preparazione è maggiore rispetto a quella che potevo avere io, c’è tanto approfondimento; anche il talento c’è; non c’è una buona situazione ambientale, diciamo, ecco…

Nel programma della masterclass c’è una frase molto forte: “In questo mestiere non c’è spazio per chi non senta la necessità di essere sopra un palco“. Questa necessità la riscontri nei ragazzi o c’è anche altro?

Sì, c’è, però si confonde un po’. È un problema di confusione tra il fare e l’apparire, l’essere al centro dell’attenzione. È vero che noi che facciamo questo mestiere siamo tutti un po’ narcisi, però è anche vero che tutti questi reality e talent show, per quanto da un lato diano sicuramente la possibilità di visibilità, dall’altro confondono un po’ le idee. Chi ha voglia di fare fa, fine. Non fa perché poi così diventa famoso. Dopo se hai fatto bene, se hai fatto con il cuore e se hai avuto fortuna, perché non si deve dimenticare una dose di fortuna, allora trovi un posto nel mondo dello spettacolo. Non è un discorso strumentale, non devi fare qualcosa perché può portare da qualche parte, ma perché ti piace farla, perché godi nel farla. Non sono un Don Chisciotte,  so benissimo come vanno le cose, son 32 anni che faccio questo mestiere. Però so anche che se non c’è quella carica…  Devi essere pronto anche a dire: “Ho trovato un bellissimo progetto, ci sono degli amici, non abbiamo una lira, però è bellissimo… lo faccio”. Io l’ho fatto per anni, non per 2 anni, ma per 15! Poi un giorno è arrivata la grande occasione..

Per 7 anni ho fatto 100 mila km all’anno in macchina. O uno ha voglia di farsi “il mazzo” oppure è inutile. Altrimenti puoi anche sognare di essere uno tra i 100.000 che va a X Factor e vince. Sognare non è vietato, anzi, ci mancherebbe… però insomma…

Hai qualche progetto in cantiere?

Ne ho tantissimi, però per il momento la mia attività è principalmente proprio quella didattica: giro l’Italia con degli stage nei fine settimana. La prossima settimana, per esempio, sarò in Calabria, poi quella successiva sarò in Piemonte. Anche questa è una specie di missione: lo faccio perché ci credo, perché credo nei ragazzi e sono convinto che abbiano bisogno di gente che dica loro come stanno le cose e che li segua nel loro cammino. Io, nei limiti del possibile, tengo i contatti con quelli che mi dimostrano quella luce in più. Sai bene quanto sia difficile, per esempio, trovare occasioni per le audizioni e cose simili. A me arrivano le notizie, quindi se io so che ci sono dei ragazzi capaci li avviso, mando loro la segnalazione dell’audizione. È molto importante mantenere un collegamento.

È importante anche che abbiano una persona come te, che è nel settore da oltre 30 anni, che segnali le audizioni giuste, visto quel che capita in giro.

Infatti tantissime volte mi chiamano chiedendomi notizie: se le so bene, altrimenti mi informo. Purtroppo ci sono molte situazioni aberranti, ultimamente, audizioni dopo le quali non succede niente, non c’è un progetto, non ci sono le date. Queste cose vanno segnalate, perché magari un ragazzo prende un treno, un aereo, si sacrifica, spende dei soldi, deve magari pernottare in un’altra città e per cosa? Per niente!

La gente che fa queste cose dovrebbe mettersi una mano sulla coscienza ma spesso, alcuni, proprio non ce l’hanno una coscienza.

Anch’io ho dei progetti, potrei fare una bella audizione, ma finché non ho la certezza di andare in scena non la faccio, dovrebbe essere il minimo, no?

Questa situazione la dobbiamo cambiare noi, dall’interno. Poi credo che anche i ragazzi si debbano dare una mossa: se hanno dei progetti li devono portare avanti con quello che hanno, se i progetti sono buoni alla fine trovano uno sbocco. Poi c’è tutto quel mondo diciamo “istituzionale” che di istituzionale non ha assolutamente nulla e che continua a viaggiare per strade sue ma alla fine i risultati si vedranno, i conti si fanno alla fine. Vedremo quanta gente potrà portare ancora in teatro chi non sa fare il proprio lavoro, chi non lo fa con la passione. Passione che per esempio hanno, lo so perché li conosco, Barbara Rendano e Lello Abate. Con la passione si può fare qualsiasi cosa, poi si può prendere anche una tranvata clamorosa, però se c’è la buona fede…

Non a caso ci siamo rivolti per questa collaborazione a Barbara e Lello: conosciamo la loro storia, sono persone che veramente si giocano la propria credibilità e il proprio patrimonio per inseguire i propri sogni.

Una cosa alla quale tengo, riguardo a questa masterclass: i costi sono ridotti all’osso, 150 € mensili, è una possibilità che ci diamo e vogliamo dare con tutto il cuore. Non è per abbattere il mercato ma è così che deve funzionare: quali e quanti ragazzi possono permettersi di spendere dai 600 agli 800 € al mese?

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Central Palc nasce nel 2010 come portale ufficiale delle riviste cartacee L'Opera e Musical!. Dal febbraio 2014 ha allargato i suoi orizzonti abbracciando tutti gli altri generi teatrali affermandosi così come il portale web più aggiornato del panorama teatrale italiano.

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