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TRE ISOLE PER UN TEATRO! ANCORA SCHIAVI!

di Davide Garattini

Il ciclo de “l’Isola” di Irina Brook proposto dal CRT per dare a Milano un’apertura internazionale e perché no anche un’apertura mentale che può educare il pubblico a qualcosa di diverso, titoli celebri riletti in una chiave moderna e non tradizionale.

Un luogo che accomuna tutti… un’isola dove tutto inizia e dove tutto finisce.

Ancora Schiavi!

Ancora di forte attualità L’Île des esclaves di Pierre Marivaux che a parte i nomi dei personaggi che ci rimandano ad una certa commedia passata ancora oggi ci regala uno spaccato della società moderna con i suoi tanti difetti e con qualche pregio, tutto chiaramente in una chiave utopistica ma che ancora ci sbatte in faccia una fotografia impietosa e ci regala moltissimi spunti di riflessione… anche questo è teatro!

Irina Brook segue il suo procedimento creativo per quanto riguarda questa trilogia e risulta azzeccata e pertinente ancora una volta, fotografa con estremo cinismo le maschere che oggi la società c’impone e che molti di noi indossano, una “commedia dell’arte” moderna fatta di arroganza e di pressapochismo solo perché un ceto è al di sopra di altri non per merito ma per ricchezza economica. Impietosa la regista nel mostrare degli atteggiamenti veri e reali ma che sembrano paradossali nel momento in cui vanno su un palco… eppure è tutto vero!

Racconta del naufragio di Iphicrate e Arlecchino su un’isola, in cui vivono schiavi ribelli, che uccidono o riducono in schiavitù tutti i padroni: un mondo in cui si confrontano finzione e realtà. Sull’isola degli schiavi ci sono anche Madame Euprosine e la sua cameriera Colombina, anch’esse vittime del naufragio. Tra i quattro iniziano una serie di vendette incrociate che spinge servi e padroni a scambiarsi di ruoli: i servi saranno liberi di vendicarsi dei torti subiti, i padroni sperimenteranno quali mali si patiscono in schiavitù.

Forse l’adattamento culinario e gastronomico della Tempesta è un aggancio più facile in questo periodo visto la moda dilagante del mondo “cucina” che sta vivendo l’Italia ma è anche vero che invece il testo di Marivaux è fortissimo, con tematiche talmente violente anche se solamente sussurrate che questo basta e avanza per andare a vedere lo spettacolo.

Noëlle Ginefri-Corbel e Philippe Jasko firmano rispettivamente scene e costumi esattamente continuando lo stile sopra citato, così come il testo resta naturalmente in francese e questa volta visto che secondo noi è meno conosciuto del primo i soprattitoli  diventano fondamentali e non superflui come per la Tempesta, e purtroppo in questo caso per chi è costretto a leggere a volte si vanno a perdere alcune finezze degli attori che continuano a cesellare dei personaggi con quantità e qualità, con: Hovnatan Avedikian, Jeremias Nussbaum, Augustin Ruhabura, Isabelle Townsend e Ysmahane Yaquini.

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LINK UTILI

La presentazione della trilogia su Central Palc

RecensioneTEMPÊTE! 

Recensione UNE ODYSSÉE

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