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REVIEW – IL CYRANO DI CATANIA

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di Vincenzo Vitale

La storia che il teatro instancabilmente – ed in mille forme diverse – ripete da secoli è sempre la stessa : è la storia dell’anima. A volte in modo nascosto, benché percepibile; altre in modo visibile e perfino ostentato: così, per la penna di Edmond Rostand, anche in questo Cyrano de Bergerac, messo in scena dal Teatro Angelo Musco di Catania dal 25 febbraio al 9 marzo per l’accorta regia di Giuseppe Dipasquale, non esente da intriganti suggestioni circensi di sapore felliniano.

_MG_1721Cyrano (impersonato da un sorvegliatissimo Angelo Tosto), infatti, tutto si risolve nella sua anima: egli ama, sogna, giudica, s’indigna, si commuove sempre e soltanto attraverso inclinazioni dell’anima. Il suo problema, invece, come è noto, è il corpo, quasi il buon Dio si fosse divertito a dotarlo di un lungo e sgraziato nasone che vanifichi, dell’anima, ogni sensibilità, ogni desiderio.

Bisogna dunque riconciliare l’anima con il corpo, cosa non facile, se non riesce neppure al bellissimo Cristiano (David Coco ne fornisce l’amarezza ), della bellezza del quale si innamora perdutamente Rossana (affidata ad una misurata Lucia Fossi).

E dunque, se Cyrano è la sua anima – prestata a Cristiano – ma non è il suo corpo, del quale si vergogna (e per questo ama, non riamato, Rossana) Cristiano è soltanto il suo corpo, ma senz’anima, incapace cioè di poetare, di affascinare, se non prendendo a prestito le ammalianti parole del primo.

Qui sta la commedia, ma qui sta anche il dramma, tessuto come un merletto settecentesco dal verso di Rostand, capace di disegnare a tutto tondo perfino il personaggio di De Guiche, reso da un espertissimo e convincente Leonardo Marino.

Il tentativo di ricucire anima e corpo non riesce, è destinato al fallimento. Solo la morte potrà ricomporre ciò che era diviso e solo nella morte e per la morte del celebre spadaccino brillerà liberamente l’amore per Rossana che, finalmente, ne sigillerà il senso nel momento stesso in cui lo perderà.

di Vincenzo Vitale La storia che il teatro instancabilmente – ed in mille forme diverse – ripete da secoli è sempre la stessa : è la storia dell’anima. A volte in modo nascosto, benché percepibile; altre in modo visibile e perfino ostentato: così, per la penna di Edmond Rostand, anche in questo Cyrano de Bergerac, …

Review Overview

REGIA
INTERPRETAZIONE
MESSA IN SCENA
SCENEGGIATURA

PAGELLA CENTRAL PALC

Summary : Spettacolo dal sapore felliniano

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