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REVIEW – L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO

1 geppy gleijeses lucia poli marianella bargilli

AL TEATRO DELLA PERGOLA DI FIRENZE UN INDIMENTICABILE WILDE

di Vincenzo Vitale – foto di Federico Riva

Brilla al Teatro della Pergola di Firenze, dal primo al sei aprile, la rara intelligenza di Oscar Wilde, con la messa in scena de “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, per l’accorta regia di Masolino D’amico.

2 geppy gleijeses marianella bargilliIl fatto è che in italiano è impossibile rendere il gioco di parole fra il termine Ernest – nome proprio di persona –  e l’aggettivo earnest, che vale probo, onesto, entrambi di egual pronuncia. Sicché, la lingua inglese soltanto consente di comprendere la sottile e raffinata ironia con cui Wilde si fa gioco dei costumi dell’aristocrazia britannica, laddove la candida Miss Gwendolen (resa da una convincente Valeria Contadino), della quale Jack (impersonato da un Geppy Gleijeses, come sempre, di gran classe)  è innamorato, intende sposare soltanto chi si chiami Ernest, perché quel nome “le procura delle vibrazioni”.

Ecco perché in alcune traduzioni italiane, si è preferito in passato, invece che Ernesto, proporre Probo o Onesto, patronimici più assimilabili al concetto di integrità morale al quale alludeva Wilde: ma , com’è ovvio, non è la stessa cosa, e perciò chi non sia di madre lingua inglese è avvisato.

4 marianella bargilli lucia poli geppy gleijesesIn uno scintillante gioco di equivoci sul doppio nome e sulla doppia vita dei protagonisti – oltre Jack, anche Algernon, dovuto ad una frizzante Marianella Bargilli (che impersona un ruolo maschile quale tacito omaggio alla omosessualità di Wilde) – la scena vibra di intelligenza, di un susseguirsi di battute e di calembour uno più penetrante dell’altro, in un continuo rimando di riflessi come in un inimitabile caleidoscopio di specchi.

E sono specchi di pura e divertita ironia, che denuncia la passione dell’alta società inglese – e in definitiva di tutti noi – per le apparenze e lo spregio per ogni vera sostanza delle cose, della vita.

Ineguagliabile Lucia Poli nei panni di Lady Bracknell.

Ma Wilde, fedele al suo stile,  non piange e non si compiange, perché sa bene, come ricordano le note di regia, che “bisogna trattare molto seriamente tutte le cose frivole e con sincera e studiata frivolezza tutte le cose serie della vita”.

Uno spettacolo da non perdere.

AL TEATRO DELLA PERGOLA DI FIRENZE UN INDIMENTICABILE WILDE di Vincenzo Vitale – foto di Federico Riva Brilla al Teatro della Pergola di Firenze, dal primo al sei aprile, la rara intelligenza di Oscar Wilde, con la messa in scena de “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, per l’accorta regia di Masolino D’amico. Il fatto è che …

Review Overview

REGIA
INTERPRETAZIONE
MESSA IN SCENA
SCENEGGIATURA

PAGELLA CENTRAL PALC

Summary : Uno spettacolo da non perdere.

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