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POSITANO TEATRO FESTIVAL – PREMIO ANNIBALE RUCCELLO

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Comunicato stampa:

POSITANO TEATRO FESTIVAL

PREMIO ANNIBALE RUCCELLO

Direzione artistica

GERARDO D’ANDREA

29 luglio – 10 agosto 2014

XI Edizione

7 PALCOSCENICI PER IL FESTIVAL AD ALTO TASSO PANORAMICO

Piazzale della Chiesa Madre – Teatro Giardino di Via Pasitea – Piazzetta della Chiesa Nuova – Piazzetta di Montepertuso – Belvedere di Nocelle – Borgo di Liparlati – La Garitta

Il 1006316_284283418377730_430788741_nPositano Teatro Festival Premio Annibale Ruccello, la rassegna diretta da Gerardo D’Andrea che “offre uno sguardo sulla drammaturgia contemporanea, italiana e straniera” quest’anno celebra la sua undicesima edizione con i suoi 13 giorni di rappresentazioni per 16 occasioni di teatro: 3 novità assolute in prima nazionale.

Il sindaco di Positano, Michele De Lucia, il vicesindaco  Francesco Fusco, insieme col Direttore Artistico Gerardo D’Andrea, hanno presentato questa mattina, al bar La Caffettiera di Napoli, l’XI edizione del Positano Teatro Festival-Premio Annibale Ruccello, alla presenza della signora Pina Ruccello, madre del compianto drammaturgo a cui è intitolato il premio che quest’anno vedrà premiata la coppia artistica formata da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, a cui verrà consegnata un’originale scultura ad opera del maestro Riccardo Dalisi, che ha dichiarato di essersi ispirato alla maschera, simbolo del teatro, in quanto “separatrice del vero dal non vero“. Vetrano ha invece manifestato la sua soddisfazione per la scelta della giuria di assegnargli  l’ambito premio, soprattutto perché arriva in seguito alla loro interpretazione di “Totò e Vicè” di Franco Scaldati, scomparso lo scorso anno, autore di circa 70 testi ancora inediti per i quali l’attore si è augurato sia riservata la stessa fortunata riscoperta attribuita ai testi di Ruccello. Alla conferenza stampa sono intervenuti: Luca De Fusco, direttore del Teatro Stabile di Napoli nonché del napoli Teatro Festival, che firma la regia dello spettacolo “L’amorosa inchiesta”, protagonista Gaia Aprea, tratto dall’omonimo racconto di Raffaele La Capria al quale la serata inaugurale del festival, dopo la rappresentazione dello spettacolo, sarà conferita la cittadinanza onoraria del comune di Positano. L’attore Paolo Graziosi, che ha appena ricevuto a Volterra il premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro intitolato a. Paolo Emilio Poesio, ha illustrato il suo spettacolo “Edipo in compagnia”. Gli altri spettacoli in cartellone sono stati presentati dal direttore D’Andrea, alla presenza degli artisti: Massimo Andrei (“Un Pop Antico”), Carmine Borrino (“Antica Babilonia”), Nunzia Schiano (“Femmene”), Rosaria De Cicco e Cinzia MIrabella (“Vacanze Turche”), Cristina Donadio e Lalla Esposito (“Col tempo…”), Fortunato Calvino (regista di “Anna Cappelli” con Antonella Morea), l’organizzatrice Hylenia De Falco, in rappresentanza dello spettacolo “Il marito smarrito” da lei promosso con l’Associazione Interno 5, ed i giovani autori e registi scelti dallo stesso direttore tra i partecipanti della rassegna La corte della formica 2014,. Il festival sarà aperto da Massimo Masiello, Maurizio Capone e Bungt Bangt, che contornati dagli allievi del “Centro Studi Positano Danza”, animeranno le vie di Positano a partire dalle ore 18, al suon di “Venite Venite venite”, testo scritto per l’occasione dalla scrittrice Antonella Cilento,  finalista all’ultima edizione del Premio Strega. Assente giustificato, perché impegnato sul set dell’ultimo film di Ficarra e Picone, l’attore Mariano Rigillo che con Annateresa Rossini e Marco Zurzolo sarà protagonista di un omaggio ad Eduardo De Filippo nel trentennale della sua scomparsa. Con grande entusiasmo D’Andrea ha annunciato per quest’anno la presenza di uno spettacolo interamente dedicato ai bambini ad opera del maestro delle guarattelle Bruno Leone.

 

Il Positano Teatro Festival Premio Annibale Ruccello – dichiara il Sindaco di Positano, Michele De Lucia – alla sua undicesima edizione rappresenta per me un punto d’orgoglio per aver creduto alla rinascita di questa importante manifestazione e averne incentivato la crescita grazie alla presenza di alcuni tra i nomi più prestigiosi del panorama teatrale italiano, un festival che, oltre al tradizionale Teatro Giardino ed al sagrato della Chiesa Madre, sarà ospitato nei borghi de la Chiesa Nuova, Liparlati, Nocelle, Montepertuso e, da quest’anno, La Garitta. Insomma nell’edizione 2014, ancora di più, sarà il Festival di tutta Positano, che, per due settimane, sarà la multisala teatrale più panoramica del mondo”. 

 

IL PROGRAMMA

Martedì 29 luglio, Anteprima del Festival con Capone & Bungt Bangt, Massimo Masiello e le giovani allieve del Centro Studi Positano Danza, che, dalle ore 18,00 animeranno le strade del centro di Positano, con musiche e performance recitative su testo della scrittrice Antonella Cilento, finalista al premio Strega.

Alle 21,00, per il terzo anno consecutivo il Festival si inaugura sul Sagrato della Chiesa Madre con lo spettacolo “L’Amorosa inchiesta” diretto da Luca De Fusco, con Gaia Aprea, primo capitolo che lo Stabile di Napoli ha dedicato al progetto “L’Armonia Perduta” sulle opere dello scrittore Raffaele La Capria, tanto legato alla città della costiera amalfitana, dove ha trascorso gli anni della sua adolescenza, che presenzierà alla serata in suo onore.

Gerardo D'AndreaSiamo arrivati alla XI edizione del Positano Teatro Festival ma è il decimo anno che dedichiamo il Premio al grande drammaturgo italiano Annibale Ruccello – dichiara il direttore artistico, Gerardo D’Andrea – uno degli autori contemporanei più rappresentati nel panorama teatrale. Alla sua memoria, al suo linguaggio, ai suoi personaggi, alla passione artistica, si ispira il nostro Festival sempre con un’attenzione particolare rivolta alla drammaturgia contemporanea ed alla generazione di registi, attori, attrici che partecipano ogni  anno alla rassegna di Positano. Festival plurale e Festival con i suoi 7 palcoscenici nei luoghi incantevoli della Divina Costiera che rendono possibile una equazione che si traduce nel binomio cultura e turismo”.

La prima settimana di programmazione si dipanerà lungo i suggestivi borghi che coronano il centro del paese: in scena per cinque giorni altrettanti spettacoli al femminile. il 30 luglio, nella frazione di Liparlati, vede protagoniste Cristina Donadio e Lalla Esposito nell’omaggio a Mia Martini “Col tempo”, quindi, il 31 luglio , a Nocelle, con la sua vista mozzafiato, ancora due interpreti del teatro e del cinema quali Rosaria De Cicco e Cinzia Mirabella nell’esilarante “Vacanze turche”, di cui sono anche autrici.

il 1 agosto a Montepertuso, in omaggio alla decima edizione del premio “Annibale Ruccello”, ospitato sin dal secondo anno dal Festival, Antonella Morea, con la regia di Fortunato Calvino, è la protagonista di “Anna Cappelli” uno dei più conosciuti e rappresentati testi del compianto drammaturgo stabiese,

Dal teatro e dal cinema (ricordiamo la sua partecipazione ai film di Luca Miniero “Benvenuti al Sud” e “Benvenuti al nord”, al fianco di Claudio Bisio ed Alessandro Siani) arriva il 2 agosto, alla Chiesa Nuova, l’attrice Nunzia Schiano che con la cantautrice Myriam Lattanzio porta in scena lo spettacolo-recital “Femmene”

Il nuovo palcoscenico de La Garitta, uno dei luoghi più suggestivi del territorio positanese, ospiterà invece uno spettacolo per bambini di tutte le età, il maestro Bruno Leone e le sue guarrattelle allieteranno la sera del 3 agosto con “Storie di Pullecenella”

Dal 4 agosto si approda al Teatro Giardino di via Pasitea, tradizionale sede festival, sul cui palcoscenico si esibiranno, nell’ordine: Carmine Borrino, autore ed interprete di “Antica Babilonia”, diretto da Roberto Azzurro, spettacolo che sarà preceduto dalla lettura dell’attrice Martina Carpi di una lettera di Tiziano Terzani sulla guerra.

Il 5 agosto arriva uno dei grandi protagonisti della scena italiana, l’attore Paolo Graziosi che con Elisabetta Arosio è interprete dello spettacolo “Edipo in compagnia”, testo e regia Alberto Bassetti per la prima volta in Campania .

Dalla scuola del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, il giovane Filippo Renda rilegge il “George Dandin” di Moliere nello spettacolo “Il marito smarrito”, in scena la sera del 6 agosto

il 7 agosto è la serata dedicata al Premio Annibale Ruccello, alla proclamazione del vincitore della decima edizione seguirà lo spettacolo “Totò e Vicè” che il duo composto da Salvo Vetrano e Stefano Randisi hanno tratto ispirandosi all’opera del compianto poeta Franco Scaldati. Il premio Annibale Ruccello consiste in un’opera originale di Riccardo Dalisi, architetto designer e premio Compasso D’Oro 1981.

Una prima assoluta è lo spettacolo dell’attore e regista Massimo Andrei (ricordiamo i suoi film “Mater Natura” e “Benur”) “Un pop antico”, in cui si gioca sul contrasto tra tradizione e sperimentazione in arte e cucina, in scena l’8 agosto.

La sera del 9 agosto Mariano Rigillo con Anna Teresa Rossini accompagnati dal sassofonista Marco Zurzolo, omaggeranno Eduardo De Filippo, nei trent’anni dalla scomparsa, con lo spettacolo in prima assoluta “‘O culore d’ ’e pparole”, tutto incentrato sulla poesia del grande drammaturgo.

Concluderà la programmazione del Festival l’oramai attesa serata dedicata al “Teatro che verrà”, di cui saranno protagonisti i tre corti scelti dal Direttore D’Andrea nel corso dell’ultima edizione de “La Corte della Formica”, il festival di corti teatrali diretto da Gianmarco Cesario, andato in scena ad ottobre 2013 al Teatro Piccolo Bellini di Napoli. I titoli selezionati sono “Le (S)confessioni” scritto e diretto da Fabio Pisano, “La svolta” di Franco Cossu, regia di Massimo Masiello, e “Trash Express” scritto e diretto da Luigi Cesarano

 

IL PREMIO ANNIBALE RUCCELLO

ALBO D’ORO

2002  Enzo Moscato

2003  Isa Danieli

2004  Fausto Paravidino

2005  Fausto Russo Alesi

2006  Compagnia Elicantropo

2010  Michele De Lucia, Sindaco di Positano, per aver ridato vita al Festival

2011  Spiro Scimone

2012  Peppino Mazzotta

2013  Leopoldo Mastelloni (alla carriera)

 

LA GIURIA del premio è composta dai seguenti giornalisti:

GIULIO BAFFI (La Repubblica) MORENO CERQUETELLI (TG3)  STEFANO DE STEFANIS (Corriere del Mezzogiorno) CECILIA DONADIO (RAI TG Regione) TITTA FIORE(Il Mattino)  DIEGO PAURA (Roma) 

 

QUEST’ANNO IL PREMIO ANNIBALE RUCCELLO CONSISTE IN UN’OPERA IDEATA E REALIZZATA DAL MAESTRO RICCARDO D’ALISI

Disegnare la maschera

Disegnare la maschera  è un’occasione di ricerca spirituale. È un rivolgersi al proprio intimo affinché emergano sensi e strati di sé umanamente caratterizzati dallo stimolo, dall’occasione offerta, da qualcosa che è espressione antica dell’umanità. Essa ci appartiene, appartiene a tutti. E ciò è conoscenza, è consapevolezza attiva. La capacità di guardarsi, che è alla base di ogni ricerca interiore, è fondante deve superare ogni preconcetto. Va inteso come spirituale quell’ampliarsi della visione. Significa anche capacità di distinzione, di scelta, di discernimento. Le maschere sono infatti accentuazioni, alterazioni dell’io di fronte alle difficoltà della vita.

L’esperienza è portata avanti esplorando i tantissimi modi della maschera, a partire da quelli che conosciamo  o facendone scaturire altri da noi stessi. In tutto ciò si nasconde un arricchimento della sensazione di noi stessi, del sentimento dell’io che ci permette di proiettarci meglio nella dinamica convulsa e contraddittoria della vita.

Riccardo Dalisi

RICCARDO DALISI

Nato a Potenza il primo maggio del 1931, ha ricoperto la cattedra di Progettazione presso la facoltà di Architettura di Napoli. Presso la stessa facoltà è stato direttore della Scuola di Specializzazione in Disegno Industriale.

Negli anni settanta, assieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatoridella Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva tutti i gruppi e le persone che in Italia coprivano l’area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale”. Da sempre impegnato nel sociale (resta fondamentale l’esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli e, negli ultimi anni, l’impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli e di Scampia), ha unito ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più all’espressione artistica come via regiadella sua vita.

Nel 1981 ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana. Negli ultimi trent’anni si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto sempre più  articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l’architettura e il design, la scultura e la pittura, l’arte e l’artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona. Nel 2009, dopo una lunga ricerca preparativa, ha promosso la prima edizione del “Premio Compasso di latta”, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della ecocompatibilità e della decrescita. Nel 2012 il suo libro Acqua dueO a vinto il Winner of Green Dot Awards di Los Angeles per la sostenibilità ambientale.

Diverse mostre dedicate alla sua attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore sono state allestite in Italia e all’estero. Tra queste citiamo: la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, il MoMA di New York, la Biennale di Chicago, il Museo del Design di Denver, il Museo di Copenaghen, il Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, Palazzo Reale di Napoli, la Galleria Lucio Amelio di Napoli, la Fondazione Cartier di Parigi, il Museo delle Arti Decorative di Montreal, il Tabak Museum di Vienna, il Museo Zitadelle Spandau di Berlino, Castel dell’Ovo a Napoli, la Reggia di Caserta.

 

GLI SPETTACOLI

29 luglio 2014 – ore 18,00 per le strade di Positano

VENITE VENITE VENITE!

di Antonella Cilento

con Capone Bungt Bangt

Massimo Masiello

Centro Studi Positano Danza

Una commistione tra tradizione e nuovi linguaggi, questo il tema portante dello show di presentazione del Positano Teatro Festival 2014: i versi scritti per l’occasione da Antonella Cilento, nome di prestigio nella letteratura contemporanea, finalista all’ultima edizione del Premio Strega, ci rimandano alle giullarate medioevali, ma con contenuti di graffiante modernità, recitati da un artista sensibile e di solido talento quale Massimo Masiello che affabulerà il pubblico per le strade di Positano come è oramai tradizione per la serata inaugurale del Festival. Accanto a Masiello la trascinante musica di Capone e Bungt Bangt, band musicale tra le più apprezzate nel panorama attuale, le cui sonorità originali daranno un ulteriore contributo di straniante coinvolgimento a cui si aggiunge la spettacolare presenza del corpo di ballo dei giovanissimi allievi del Centro Studi Positano Danza.

 

29 luglio 2014 – ore 21,00 Piazza della Chiesa Madre

 

L’ARMONIA PERDUTA  – L’AMOROSA INCHIESTA

di Raffaele La Capria

adattamento e regia Luca De Fusco

con Gaia Aprea

musiche Paolo Coletta

scene Luigi Ferrigno

costumi Zaira de Vincentiis

disegno luci Gigi Saccomandi

produzione Teatro Stabile di Napoli

La donna, le donne di La Capria sono un aspetto veramente speciale della sua produzione letteraria. Da una parte c’è Elène, la donna di cui La Capria dedica la prima lettera della sua “amorosa inchiesta” e che sembra la personificazione di una creatura angelicata, una specie di Beatrice che passa per Positano. Dall’altra ci sono le prostitute a cui il protagonista riserva una sua particolare preferenza feticistica.

Ho immagina to allora uno spazio dell’immaginario, una campana di vetro, dentro cui racchiudere Elène mentre legge la lettera che La Capria le ha scritto.

Una Elène quindi angelicata fino all’astrazione ma insieme anche sottilmente in vendita come lo è sempre una donna racchiusa in una vetrina. La Elène che inizia a leggere è una vecchissima signora ma mentre scorre le pagine del suo primo amore torna fatalmente indietro nel tempo fino a tornare ad essere una adolescente degli anni ’50.

Ovviamente, trattandosi di un maestro della leggerezza, il gioco viene condotto con levità e humor e la “la donna nella bottiglia” spero diventi una nuova bella immagine del sorridente, amaro, ironico immaginario lacapriano.

Luca De Fusco

 

Nel corso della serata

CERIMONIA DI CITTADINANZA ONORARIA CONFERITA DAL COMUNE DI POSITANO

A

RAFFAELE LA CAPRIA

30 luglio 2014 – ore 21,00 Piazzetta di Liparlati

COL TEMPO…

IN MEMORIA DI M.M.

con

Cristina Donadio

Lalla Esposito

da un’idea di Gianmarco Cesario

arrangiamenti Giosi Cincotti

foto e video Daniela Capalbo

Due donne, un’attrice ed una cantante, due destini simili, si incontrano in un non luogo, si confrontano, si parlano e ci parlano di loro. In comune, oltre al loro tragico destino, le iniziali dei loro nomi d’arte: M.M., la bionda Marilyn e la piccola Mimì. La prima è icona mondiale di femminilità, sensuale e fragile, la seconda una gran voce che ha graffiato il cuore di generazioni di pubblico, entrambe sono sopravvissute alla calunnia ed alla loro stessa vita. In scena, senza nessuna concessione all’aneddotica biografica, due bravissime artiste, Cristina Donadio e Lalla Esposito, con le loro spiccate personalità di attrici e di cantanti, interpretano il modo interiore e quello più spiccatamente artistico delle due star, i pensieri dell’una e le canzoni dell’altra, canzoni che fanno parte dell’immaginario collettivo di tutti noi. Uno spettacolo che è anche un pretesto per ricordare, attraverso le figure di due donne simbolo, le migliaia di altre donne che, nel loro anonimato, come loro hanno sofferto il male di vivere a causa delle violenze, gli abbandoni, le maldicenze, i tradimenti, che hanno minato le loro esistenze.

Gianmarco Cesario

 

31 luglio 2014 – ore 21,00 Piazzetta Nocelle

VACANZE TURCHE

con

Rosaria De Cicco

Cinzia Mirabella

e la partecipazione di

Mario De Felice

scritto e diretto da Rosaria De Cicco e Cinzia Mirabella

Tecnico luci: Nicola Lettieri

Abiti di scena: Fabio Geda

Direttore di Produzione: Andre Axel Nobile

Produzione e Management: Tiziana Beato

Due donne alle prese con le esotiche peripezie di una vacanza dal sapore orientaleggiante. “Vacanze Turche” è il divertentissimo spettacolo che vede impegnate sulla scena Rosaria De Cicco e Cinzia Mirabella con la partecipazione di Mario De Felice. Rosaria De Cicco e Cinzia Mirabella curano anche la regia di questa rappresentazione. “Vacanze Turche”, è uno spettacolo che cerca di mettere in risalto l’universo femminile, con tutti i suoi falsi miti che la società contemporanea impone. Un vero e proprio manifesto. Un racconto divertente, in cui è facile riconoscersi poiché si esternano le solitudini e le nevrosi (ormai ricorrenti) di alcune donne in età matura. Ad irrompere sulla scena, ci sarà un turco alquanto sexy, che turberà le coscienze di entrambe. Portando le due protagoniste a tirare le somme in un amaro bilancio sulla propria esistenza.

1 agosto 2014 – ore 21,00 Piazzetta di Montepertuso

ANNA CAPPELLI

di Annibale Ruccello

con Antonella Morea

Regia Fortunato Calvino

Scene Clelio Alfinito

Costumi Vicky

Musiche a cura di Alberto Spisso

Avvicinarsi con Anna Cappelli ad un autore come Annibale Ruccello, troppo presto scomparso, è stata un’avventura affascinante; scoprire come regista i mille significati e la profonda densità emotiva che si celano dietro le sue parole. È un dovuto omaggio ad uno scrittore che molto ha lasciato al teatro. Io credo che sia essenziale riproporlo poiché lo spazio teatrale è il giusto riconoscimento alla sua grandissima capacità di rappresentare con ironia e intelligenza gli aspetti drammatici di una società come l’attuale, troppo spesso violenta e priva di ideali.

Anna cappelli, il suo ultimo testo, è un’opera inquietante; all’origine vi è un fatto di cronaca: un giapponese uccide una giovane olandese e “ne mangia la sua carne”, ed inoltre un riferimento più preciso lo troviamo ne L’adorazione, libro di Jora Kara uscito un Italia nel 1985, in cui l’autore tenta, attraverso un carteggio con l’assassino, di ricostruire le situazioni che hanno determinato un così tragico epilogo. Tale antefatto è però in Anna Cappelli solo uno spunto; infatti Ruccello narra una sua storia di sentimenti, anzi di sensi, che giunge al parossismo: l’amore di chi divora il proprio amato assaporando il gusto dolciastro del più totale e completo possesso. Ciò che va sottolineato è il rito, un gesto che ha un sapore antico, “primitivo”, ma che scardina le convenzioni di un’epoca moderna per definizione nel momento in cui riemerge potente nel nostro subconscio.

E’ un monologo, ma palpabili si alterano sul palco gli “altri”, presenze assenti di una storia in cui Anna Cappelli vive con lucida follia ciò che il suo animo insaziabile sta meditando. Rispetto alla stesura originale ho preferito posporre i fatti, la protagonista ripercorre in flash-back i momenti di una così inquietante iniziazione e le sue parole fluiscono dense di significato, come un fiume in piena, e travolgono ogni senso comune per giungere infine alla purificazione.

Ciò che ho voluto evidenziare è soprattutto l’evoluzione psicologica del personaggio., la solitudine di una vita tenacemente attaccata al possesso delle cose come unico mezzo di auto affermazione.

FORTUNATO CALVINO

 

Trama La storia vede protagonista una donna, Anna Cappelli, per l’appunto, un’impiegata costretta dalla sede di lavoro (era impiegata al municipio di Latina) a vivere lontano dalla sua città natale, Orvieto, e ad adattarsi a convivere in una piatta condizione di affittuaria con una signora Tavernini, a detta sua, maligna e pettegola. Un bel giorno Anna conosce un collega di lavoro, un ricco ragioniere, che vive da solo in una casa con dodici stanze con una vecchia governante: se ne innamora e, sfidando in anni ancora non permissivi come gli attuali, i pregiudizi e le ipocrisie della gente, va a convivere con lui. Due anni d’amore poi, improvvisamente, la situazione precipita, quando il convivente le fa sapere che non ha più intenzione di vivere con lei, scatenando nella donna il senso di un tradimento inatteso o forse un distacco che non sa sopportare. Così Anna in preda alla sua lucida follia d’amore, deciderà di uccidere il suo amante per custodirne dentro di sé il corpo, mangiandolo, e di distruggere successivamente la casa stessa che l’ha vista felice con lui, con la fiamma delle candele, fatte con le ossa del suo amato.

Anna Cappelli travolge ogni senso comune per giungere infine, alla purificazione”

2 agosto 2014 – ore 21,00 Piazzetta di Chiesa Nuova

Nunzia Schiano

in

FEMMENE

testi di Myriam Lattanzio

e di Anna Mazza

con

Myriam Lattanzio

regia Niko Mucci

Con Femmene entriamo in una galleria umana, una serie di ritratti femminili, di voci di donne. In questa galleria ognuna di esse rappresenta una tessera di quel mosaico complesso ed affascinante che è l’animo umano femminile. Donne rappresentate nella loro forza e nella loro fragilità insieme. Tableau vivant dove troveranno spazio una mater dolorosa che darà vita ad una nuova Pietà, una ragazza che vive, aldilà della sua condizione femminile, la sensazione di guardare il mondo reale attraverso il finestrino di una metropolitana che, nonostante la fermata, non le consentirà mai di “scendere” nel mondo reale che forse, tanto reale non è. Donne violentate nel corpo e nell’anima. E una madre, nume tutelare del focolare domestico che alle prese con i “friarielli” , sorta di totem familiare e allo stesso tempo “tela di Penelope” che non avrà mai fine, affronta i turbamenti dell’equilibrio familiare che le provengono dall’interno e verso i quali sentirà di non avere nessuna difesa, pensando di non essere preparata ad affrontarli, sottovalutandosi. Una pennellata per ricordare e ricordarci che se il cielo è azzurro, è nei suoi momenti più belli che si tinge di rosa. Infine, l’omaggio che la Lattanzio fa alle più grandi interpreti e autrici latino – americane (Chavela Vargas, Mercedes Sosa, Violeta Parra, Consuelo Velasquèz) completa questo spettacolo tutto al femminile.

 

3 agosto 2014 – ore 20,00 Piazzetta di La Garitta

STORIE DI PULCINELLA

di e con Bruno Leone

musiche dal vivo Gianluca Fusco

Pulcinella è l’uomo della strada che riesce a sfuggire la morte, a prendersi gioco del potere e della prepotenza pur manifestando egli stesso paura, timore e tutti quei sentimenti che non sono dell’eroe da favola ma dell’uomo di tutti i giorni. Storie di Pulcinella è un modo di presentare i canovacci antichi nella loro modernità e universalità alternandoli con altre storie antiche e moderne, e oltre che spettacolo può diventare incontro, lezione, storia, viaggio insieme nel mondo meraviglioso delle guarattelle. Nel 1978 Bruno Leone apprende l’arte delle guarattelle da Nunzio Zampella, ultimo maestro guarattellaro napoletano, ed evita in tal modo la scomparsa di una tradizione che risale a girovaghi e saltimbanchi medievali. L’arte delle guarattelle deve la sua vitalità alla capacità dei burattinai di coniugare memoria e attualità in un rapporto molto attento col pubblico. Bruno Leone, che ha ripreso canovacci e stili di quest’arte, ha contribuito con efficacia alla ripresa di un genere teatrale tanto importante per la storia della cultura napoletana ed europea. Pulcinella, sempre in scena alla destra del burattinaio, scandisce con la sua magica voce – ottenuta col segreto strumento della pivetta – l’alternarsi delle storie. Gianluca Fusco accompagna lo spettacolo con musiche della tradizione napoletana e musiche originali dando un tocco di magia in più, allietando il pubblico e i burattini.

4 agosto 2014 – ore 21,00 Teatro Giardino del Tennis

ANTICA BABILONIA

MISSIONE DI PACE IN ZONA DI GUERRA

di e con

Carmine Borrino

regia

Roberto Azzurro

musiche originali

Paolo Coletta

voci off

Patrizia Spinosi – Pippo Cangiano – Serena Rossi – Roberta Formilli – Milena di Iorio

In scena Giovanni Massa, carabiniere in missione speciale a Nassyria. Il testo, debutto drammaturgico di Carmine Borrino (che ne è anche interprete), indaga tra le micro cellule emotive del vissuto interiore del protagonista. I giorni e le notti in terra straniera sono attraversati dai racconti dei giorni in Italia, e i familiari si snodano lungo un percorso di telefonate (ascoltate solo in voce) alla madre (Patrizia Spinosi), al padre (Pippo Cangiano), alla sorella (Serena Rossi), diventando la colonna vertebrale dello spettacolo. Una storia raccontata dal punto di vista di un piccolo uomo di fronte a un evento di tale risonanza mondiale, un punto di vista che non è quello del Pentagono o del Vaticano o dei grandi Professori della Terra, un punto di vista che non si avventura nel labirinto dei torti o delle ragioni, un punto di vista che il regista Roberto Azzurro ha collocato tra la apparente spensieratezza della quotidianità e il buio angoscioso e commovente di una guerra contrabbandata per pace.

Dicono che le guerre le facciano i potenti. Dicono che le guerre siano dolore. Dicono, perfino, che le guerre non si dovrebbero fare. Non dicono, però, i motivi reali per cui si fanno le guerre. Non dicono nemmeno le date di inizio e di fine-guerra. E non dicono mai, ma davvero mai, che le guerre si faranno sempre. Dicono, poi, che un giovane carabiniere che la Pace a Nassirya si ritrova, suo malgrado, in una cosa troppo più grande di lui. E non dicono mai, neanche questo proprio mai, che la Vita di un giovane carabiniere che, partito per la Pace a Nassirya si rende conto di star facendo la Guerra, è invece una cosa molto più grande di quella guerra che gli hanno fatto fare.

 

Ad inizio serata

LETTERA DI TIZIANO TERZANI SULLA GUERRA

legge

Martina Carpi

5 agosto 2014 – ore 21,00 Teatro Giardino del Tennis

EDIPO IN COMPAGNIA

di Alberto Bassetti

con

Paolo Graziosi

e

Elisabetta Arosio

regia Alberto Bassetti

Un Uomo e una Donna, soli in una terra desolata, tra rovine di colonne greche e quel che resta di un altare pagano. Sono Edipo e sua figlia Antigone, che lo ha seguito fino a Colono, lei sempre così devota alle responsabilità degli affetti familiari; e se invece fosse l’altra figlia, Ismene? O semplicemente una compagna innamorata dell’uomo? L’Uomo dice di voler raccontare, anzi rivivere, come in una messa in scena, la storia sua, di Edipo, cioè del più sfortunato tra i mortali; o magari del più fortunato, colui che pur nella sofferenza è assurto a Mito, Simbolo, Emblema di molte sfaccettature della personalità umana, tra cui il coraggio di affrontare il proprio Destino: sembra perciò un Attore costretto a reiterare all’infinito la propria Storia; e quello forse è, realmente: recita un copione che non potrà mai cambiare, una storia disperata che però si accende nei duetti con la Donna che interpreta i vari personaggi che lui è costretto ad affrontare: i suoi falsi genitori che regnano su Corinto, Pòlibo e Mèrope; i compagni di giochi che gl’inculcano il sospetto di essere “un trovatello”; la Pizia, l’oracolo di Delfi; i guerrieri di Laio, che lui uccide; la Sfinge, di cui solo lui sa risolvere i quesiti; Creonte, reggente di Tebe e sua sorella Giocasta… Sempre più nello spettatore s’insinua il dubbio che l’Uomo e la Donna altro non siano che due sfortunati Attori che portano in giro questa vicenda fino a farla diventare la loro storia, un dramma che via via assume i toni della commedia ogni volta che i due discutono o battibeccano su questioni sempre più personali, in momenti pregni di affettuosa ironia e divertente estraneazione, raffrontando il mondo di un Attore con quello dell’Eroe: costretti loro malgrado, ma certo con consapevole e puntigliosa accettazione, nel confino di un Eterno Ritorno.

Affrontare Edipo, dopo le innumerevoli versioni che si succedono da secoli (tra le ultime citerò almeno Elsa Morante e Pierpaolo Pasolini), richiede una buona dose di coraggio: io l’ho fatto prendendone così il distacco di un sotterraneo gioco sulla gioia di vivere, comunque e nonostante tutte le possibili avversità.

 

6 agosto 2014 – ore 21,00 Teatro Giardino del Tennis

IL MARITO SMARRITO

Liberamente tratto da “GEORGE DANDIN” di Moliere

con

Pier Paolo D’Alessandro Matthieu Pastore Valentina Picello

Simone Tangolo Anahì Traversi

Assistente alla regia Mattia Sartoni

Traduzione Matthieu Pastore Filippo Renda

Scene e Costumi Eleonora Rossi

Regia e Drammaturgia Filippo Renda

Una casa di plastica, un giardino di moquette e meno di un metro quadrato di terra: questi sono gli averi, almeno quelli visibili, di Giorgio Dandini, sedicente villico arricchito, self made man, esponente di una nascente borghesia ancora decisamente molto volgare. L’imprenditore agricolo non possiede però soltanto beni materiali: egli ha anche acquistato una moglie, Angelica, ragazza tutto pepe, figlia di due aristocratici decadutissimi che hanno trovato in Giorgio un succulento pollo da spennare, donando a lui il lustro della nobiltà e ricevendo in cambio denaro sonante. Con queste premesse, la trama si intuisce facilmente: Angelica, in cerca di avventure più soddisfacenti di un marito poco fumo e poco arrosto, trova nel virilissimo Clitadtro, cafone d’altri tempi, lo sfiato tanto bramato dal proprio corpo; il marito subodora l’inganno, ma un po’ la furbizia della moglie, un po’ la propria proverbiale ignoranza, non riesce ad incastrare per ben tre volte (e quindi, forse, per infinite volte) la fedifraga e per tre volte viene anzi pesantemente umiliato persino dai servi. Cornuto e smarrito!

Scegliere di raccontare una storia avvincente, densa di “teatralità”, divertente e coinvolgente non basta; o almeno oggi sembra che non basti più: bisogna spiegare tutti i perché, bisogna dare per forza una profondità maggiore ad un mestiere che è prima di tutto legame tra palco e platea, tra attori e pubblico. E noi Idiot Savant non ci tiriamo certo indietro, anche se quella che è la cosiddetta superficie per noi rimane sempre l’attrattiva principale dei nostri spettacoli, che prima di analisti e studiosi devono conquistare un pubblico il più variegato, depresso e/o distratto che ci possa capitare; questa è e, speriamo, sarà sempre la base del nostro lavoro. È poi quasi scontato che ci siano delle motivazioni profonde, radicali, dei desideri di celare sotto al testo dei piccoli virus di riflessione che attacchino il sistema social-immunitario degli spettatori.

Quanto un trauma può influire e determinare la vita di un uomo? Esiste sempre il desiderio effettivo di curarlo quel trauma, di rinsavire?

 

7 agosto 2014 – ore 21,00 Teatro Giardino del Tennis

TOTÒ E VICÉ

di Franco Scaldati

regia e interpretazione

Enzo Vetrano

Stefano Randisi

disegno luci Maurizio Viani

costumi Mela Dell’Erba

tecnico luci e audio Antonio Rinaldi

Enzo Vetrano e Stefano Randisi hanno all’attivo una collaborazione che dura da quasi quarant’anni. La complementarietà, la dialettica, il confronto, sono la forma che hanno scelto per esprimere la loro poetica. Da qualche tempo si sono incontrati con Totò e Vicé, teneri e surreali clochard nati dalla fantasia di Franco Scaldati, poeta, attore e drammaturgo palermitano, e nelle loro parole, gesti, pensieri, giochi si sono subito specchiati.

Totò e Vicé sono legati da un’amicizia reciproca assoluta e vivono di frammenti di sogni che li fanno stare in bilico tra il mondo terreno e il cielo, in un tempo imprendibile tra passato e futuro, con la necessità di essere in due, per essere.

A seguire

SERATA DI GALA PER LA CONSEGNA DEL

PREMIO ANNIBALE RUCCELLO 2014 a

Enzo Vetrano e Stefano Randisi

Attori, autori e registi teatrali, Enzo Vetrano e Stefano Randisi lavorano insieme dal 1976. Col Teatro Daggide di Palermo, loro città d’origine, hanno condiviso fino al 1982 l’esperienza formativa del teatro di gruppo, orientando la propria ricerca verso il teatro d’attore, l’improvvisazione e la drammaturgia collettiva. In seguito hanno formato e diretto per dieci anni una compagnia all’interno della Cooperativa Nuova Scena di Bologna.

Nel 1995 hanno fondato l’Associazione Culturale Diablogues, che spazia da produzioni di spettacoli di ricerca teatrale alla progettazione e realizzazione di festival ed eventi teatrali unici in luoghi di particolare interesse artistico e culturale.

Dal 1999 una creativa e fruttuosa collaborazione con Le belle bandiere ha avviato uno studio sui testi classici, che ha fatto conoscere e apprezzare il lavoro di ricerca teatrale di Vetrano e Randisi anche in circuiti e teatri di tradizione. Dal 2005 i due registi hanno formato una compagnia di attori con cui hanno realizzato un’antologia del teatro pirandelliano (L’uomo, la bestia e la virtù, Pensaci, Giacomino!, I giganti della montagna, L’uomo dal fiore in bocca, Sgombero, Trovarsi).

Vincitori del Premio Eti-Gli Olimpici del Teatro nel 2007, del Premio Hystrio-Anct nel 2010, e del Premio Le maschere del Teatro Italiano 2011 Vetrano e Randisi sono presenti nel Dizionario dello Spettacolo del Novecento edito nel 1998 da Baldini e Castoldi.

8 agosto 2014 – ore 21,00 Teatro Giardino del Tennis

Massimo Andrei

è

UN POP ANTICO

STORIA DI ARTURÒ, CHEF IN CRISI SPIRITUALE TRA IL NUOVO E IL TRADIZIONALE,

TRA MOUSSE DI PESCE DESTRUTTURATO E MULIGNANE A FUNGETIÈLLE

testo e regia Massimo Andrei

musiche Giuliano Colace

video stories Edoardo di Sarno Fabiola Catapano

Confessioni e comiche follie di un famoso chef in crisi tra la cucina molecolare (che vorrebbe introdurre in città) e le colorate e vivide tradizioni partenopee.

Arturò, personaggio di origini popolari, è diventato uno chef ricercato. Ora lavora per un locale di tendenza e cerca di elaborare, inventare, ritrovarsi e ragionare nel suo studio, il retrocucina, dove ha installato un grande schermo e ha convocato un violoncellista (per la sua concentrazione). Arturò cerca di completare ricette elaborate, ma gli viene in mente tutt’altro… Finisce per raccontare fiabe comiche ambientate in un passato sempre attuale… ed essendo personaggio famoso e connesso in rete continuamente… il suo ambiente viene invaso da bizzarri video provenienti dal web, video riflessivi e musiche assai pop.

Tra l’antropologia e l’inciucio, tra il sushi e la zuppa di fagioli, bisogna adoperarsi per affrontare la Rosa parlante, la Cozzeca Nera, lo snackman, la mamma di Katiuscia e il Pireto scostumato… Fatti mai successi, narrati in una lingua farcita e saporita a metà tra l’italiano e il napoletano, forte e delicata, greve e poetica.

Chi vincerà alla fine? Gel, emulsioni e schiume destrutturate? O l’impepata di cozze? I temi sono vari, gli inciuci sono assai, riflettere non fa male.

Un uomo che parla ad altri uomini, questo è l’origine del teatro… e quindi si ritorna al cunto narrato dalle nostre nonne… alternato alla forza del video che trasmette strane visioni personali o spuntini di riflessione, formule di comunicazione provenienti dal web o videoclip anteguerra… Il tutto accompagnato dal violoncello di Giuliano Colace, che ci porta dal dolore al colore, dal fiore al rumore… tutt’assieme, piano piano e ambressa ambressa…

 

9 agosto 2014 – ore 21,00 Teatro Giardino del Tennis

Mariano Rigillo

Anna Teresa Rossini

’O CULORE D’’E PPAROLE

OMAGGIO/RICORDO PER EDUARDO DE FILIPPO

a cura di Mariano Rigillo

con l ‘amichevole partecipazione di

Marco Zurzolo

«Dopo aver scritto poesie giovanili, come fanno più o meno tutti i ragazzi, questa attività divenne per me un aiuto durante la stesura delle mie opere teatrali. Mi succedeva, a volte, riscrivendo una commedia, d’impuntarmi su una situazione da sviluppare, in modo da poterla agganciare più avanti a un’altra, e allora, messo da parte il copione, per non alzarmi dal tavolino con un problema irrisolto, il che avrebbe significato non aver più voglia di riprendere il lavoro per chissà quanto tempo, mi mettevo davanti un foglio bianco e buttavo giù versi che avessero attinenza con l’argomento e i personaggi del lavoro interrotto. Questo mi portava sempre più vicino all’essenza del mio pensiero e mi permetteva di superare gli ostacoli. Per esempio, La gatta d’ ‘o palazzo e Tre ppiccerilli[33] mi aiutarono ad andare avanti con Filumena Marturano.Come la gatta lascia il biglietto da mille lire e mangia il cibo, così Filumena non mira al danaro di Domenico Soriano ma alla pace e alla serenità dei suoi figli. I quali figli sono poi i tre bambini sotto un ombrello che vidi davvero una mattina in un vicolo di Napoli, uniti nella poesia, separati nella vicenda teatrale fino al momento della rivelazione di Filumena.

A poco a poco ci ho preso gusto e ora scrivo poesie anche indipendentemente dalle commedie».

 Così Eduardo presenta se stesso poeta nella quarta di copertina de Le poesie di Eduardo (edizioni Einaudi – Torino, 1975) Incuriositi da queste sue parole, noi leggemmo quelle poesie. Ci prendemmo gusto! Adesso abbiamo pensato di farle sentire anche a voi, sperando che possiate prenderci gusto tutti e concordare con noi che trent’anni fa l’Italia non perse solo un grande attore e un grande drammaturgo, ma anche un grande poeta!

Mariano Rigillo

 

10 agosto 2014 –ore 21,00 Teatro Giardino del Tennis

IL TEATRO CHE VERRÀ

TRE CORTI TEATRALI DELLA DURATA DI 20’CIASCUNO SELEZIONATI AL FESTIVAL

LA CORTE DELLA FORMICA 2014

IX EDIZIONE

LA SVOLTA

DIALOGO TRA DUE VOCI ED UN VIOLONCELLO

di Francesco Cossu

con

Gingy Comune

Luca Gallone

Musiche Giuliano Colace

regia

Massimo Masiello

Interrogarsi su cosa sia l’amore è impresa a dir poco titanica. È però possibile tentare un approccio alla risposta, cambiando l’ottica, la prospettiva: partendo da cosa possa significare tradire l’Amore. Una donna innamorata dell’idea più pura e vera dell’Amore si scopre tradita.

La sua reazione sarà violenta, eccessiva, paradossale, ma in grado di spogliare l’umanità della propria paura d’amare nella maniera più vera e completa. È una perdente, una sconfitta, la protagonista di questa storia, ma non perché tradita. Bensì perché unica a percepire un’idea d’amore che nessuno, non si sa se per calcolo o ignoranza, riconosce uguale

 

LE (S)CONFESSIONI

scritto e diretto da Fabio Pisano

con

Ciro Giordano Zangaro

Edoardo Sorgente

Musiche

Guido Leone

Costumi

Annalisa Ciaramella

Infinite verità che si rincorrono in un confessionale di un’anonima chiesa.

Questo è “Le (S)confessioni” … Padre Finnegan e Johsua di fronte. Uno con l’altro. Occhi nelle proprie anime e nei propri ricordi.

Un passato e un presente, forse, entrambi da dimenticare … ma entrambi in cerca della verità sull’amore. Su quell’amore violento, folle, che ha portato Finnegan sul baratro dell’inferno, e Johsua, nel suo inferno quotidiano, prima dimenticato … ma poi, prepotentemente in scia con lo sguardo d’un bambino … Nolan.

Tutto in nome dell’amore. O di un amore. Perverso e letale, sfociato con l’omicidio di Sophie. Di un’altra bambina.

L’epilogo porta entrambi alla morte … Una espiazione senza troppe parole … senza troppi “Ave Maria” o “Padre Nostro”…

… perché per alcuni peccati, basta il silenzio.

O un semplice colpo di pistola. Ed ecco giungere la redenzione del crocifisso Johsua, al secolo, Nolan, e di un seviziatore di bambini. Un carnefice. Vittima del suo passato. Una redenzione di entrambi, o forse …

La forza dirompente di questo testo sta nella semplicità della messa in scena a fronte di un dialogo lungo … un confronto, decisamente pericoloso, sull’amore. Su una forma, d’amore. Terribile, per alcuni versi straziante e disarmante. Un amore che agogna la verità. Forse, un amore per la verità. Che trapassa in modo trasversale il tempo e lo spazio, immutato ed immutabile dal passato di Padre Finnegan, al presente di Johsua … diretto come una freccia poderosa, a sconvolgere il futuro d’entrambi. Forse l’amore è anche questo. E credo vada raccontato, seppur crudo. Cattivo. E’ una sfaccettatura necessaria. Conosciuta e da conoscere. Perché …

 

TRASH EXPRESS

Testo e regia: Luigi Cesarano

con:

Cinzia Annunziata Valeria Impagliazzo Adelaide Oliano

Make-up: Romualdo Petti, Luca Zecconi

Luci: Antonio Florio

La ditta “Spazza-Tour” è una azienda che si occupa della ridistribuzione dei rifiuti ed è gestita da 3 donne: Adoliana, sua figlia Sinsia e sua sorella Valery, caratterizzate comicamente attraverso le loro ossessioni (la fregola di giocare a carte della madre, la passione per l’opera della zia, la dedizione allo studio della ragazzina). In un allestimento che mette insieme varie tecniche teatrali si alternano le vicende, volutamente sopra le righe, di personaggi fuori dal tempo, che vivono quasi senza accorgersi del mondo intorno a loro. A scombussolare la quotodianità sarà l’arrivo di Andy, un maldestro fattorino, che si innamorerà perdutamente di Sinsia e che finirà vittima del folle contesto familiare della sua amata. Nel procedere della vicenda, la realtà si confonde con la dimensione onirica, attraverso sogni ed incubi della giovane protagonista, la costruzione drammaturgica si riappropria del presente lasciando spazio ad una riflessione sull’inconsapevolezza dei nostri tempi.

 

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