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TEATRO DELL’OPERA: INVESTIRE PER SUPERARE LA CRISI. IL CARTELLONE

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Presentata il 2 luglio scorso in conferenza stampa la nuova stagione del Teatro dell’Opera di Roma che per superare la crisi punta, tanto di cappello, ancora di più sull’investimento nella cultura, proponendo un ricco cartellone con nomi internazionali, annunciato dal nuovo sovrintendente del Teatro, Carlo Fuortes.

I. F.

Segue comunicato stampa dettagliato:

TEATRO DELL’OPERA

DI ROMA 

STAGIONE D’OPERA E BALLETTO 2014-2015

DECISIVO E IMPORTANTE AUMENTO DELLA PRODUZIONE

PER SUPERARE LA CRISI E PER LA RINASCITA ECONOMICA

CON UN CARTELLONE DI GRANDE PRESTIGIO INTERNAZIONALE

UN PANORAMA MUSICALE DAL SETTECENTO AI GIORNI NOSTRI:

AIDA, WERTHER, RIGOLETTO, TOSCA, LUCIA DI LAMMERMOOR,

LE NOZZE DI FIGARO, LA DAMA DI PICCHE,

I WAS LOOKING AT THE CEILING THEN I SAW THE SKY,

AUFSTIEG UND FALL DER STADT MAHAGONNY

UNA STAGIONE RICCA DI NOMI DI FAMA INTERNAZIONALE

         SUL PODIO: RICCARDO MUTI, JESUS LOPEZ-COBOS, DONATO RENZETTI, ROBERTO ABBADO, JAMES CONLON

REGISTI: PIER’ALLI, WILLY DECKER, LUCA RONCONI, ANDREA DE ROSA, PETER STEIN, GIORGIO BARBERIO CORSETTI, GRAHAM VICK

COREOGRAFIE DI: AMEDEO AMODIO, LEONIDE MASSINE, MICHA VAN HOECKE, WILLIAM FORSYTHE, ALVIN AILEY, JOSE LIMON,

PATRICE BART, ROLAND PETIT

I CLASSICI DEL BALLETTO: LO SCHIACCIANOCI, GISELLE, COPPELIA

Un aumento del numero degli spettacoli senza mai perdere la qualità, l’eccellenza che il Teatro ha conquistato grazie alla presenza del Maestro Riccardo Muti sul podio e quale Direttore onorario a vita. Questa è la formula anti crisi che il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Capitale, Carlo Fuortes, ha presentato al primo incontro con il pubblico e la stampa. Il disavanzo delle precedenti gestioni, la crisi economica in atto nel Paese e la conseguente diminuzione dei finanziamenti pubblici, in Teatro si possono superare con una decisa crescita della produttività.

Ma l’ultima parola è pur sempre quella dei numeri: nella stagione 2014-2015 andranno in scena 14 spettacoli di opera e balletto, (rispetto ai 12 della passata stagione), tra questi 5 nuovi allestimenti (3 lo scorso anno); ma soprattutto è il numero delle recite che cresce con un totale di 115 (sulle 89 della passata stagione); le repliche passano mediamente a 8-10 rispetto alle 5-7 dell’anno scorso.

La ripresa economica del Teatro dell’Opera passa soprattutto dal botteghino, cioè dal pubblico, spiega il sovrintendente Carlo Fuortes: “Si può reagire in due modi alla crisi. Tagliare spettacoli e recite permette certamente una riduzione dei costi, ma è una strada che porta all’agonia e all’asfissia di un teatro. È giusto, invece, scommettere sulla produttività, sulla qualità e sul pubblico aumentando e non riducendo l’attività. Il Teatro deve soprattutto guardare a sé stesso per trovare nuova forza culturale, musicale ed economica. La storia ci insegna che le crisi possono diventare opportunità di sviluppo“.

Un rilancio, dunque, un new deal, di cui questa nuova stagione 2014-2015 ne è chiara, precisa e decisa dimostrazione.

La produzione, la qualità, il futuro del Teatro dell’Opera quindi, ma anche un richiamo alla memoria, alla Storia di questa Fondazione che tra Ottocento e Novecento è stata al centro di debutti che hanno fatto la storia dell’opera, della musica, della cultura. Così nasce l’idea del sovrintendente del recupero della memoria con la ripresa (almeno una produzione l’anno) di allestimenti storici. Uno sguardo filologico, affettuoso, culturale al passato.

La stagione 2014-2015 vola sulla storia della musica dal Settecento al Novecento, un percorso affascinante da Mozart ad Adams, uno stupendo, musicalmente avventuroso viaggio da Le nozze di Figaro (1786) a I was looking at The Ceiling Then I saw the Sky (1995) e così per il balletto da Adam e Čajkovskij con Giselle e Lo schiaccianoci a Stravinskij e Duke Ellington con Le chant du rossignol e The River. Titoli di grande repertorio, ma anche opere che saranno una vera e propria scoperta.

Quel percorso che un teatro d’opera ha il dovere di offrire al proprio pubblico così da accontentare ogni gusto e far conoscere nuove creazioni, i nuovi orizzonti della musica, del canto, della danza. Per attirare anche un pubblico eterogeneo che vada da chi ama l’opera ai turisti che affollano la Capitale, dai melomani più esigenti ai giovani con tanta voglia di scoprire i diversi confini della musica.

Un cartellone ricco – che ha pochi confronti in Italia e in Europa – di nomi prestigiosi, amati dal pubblico, di fama internazionale. Direttori, registi, cantanti che hanno fatto, e fanno, la storia dell’interpretazione e della messa in scena.

A cominciare dal Maestro Riccardo Muti, il quale ha dato nuova identità all’Orchestra e al Coro del Teatro dell’Opera considerati oggi, dalla critica specializzata, tra le compagini musicali più importanti d’Europa. Un valore dimostrato con gli spettacoli al Costanzi e con due recenti tournée, a Salisburgo e in Giappone. Un vero e proprio trionfo decretato dal pubblico e dalla stampa. Infatti, le richieste di tournée internazionali crescono e già nell’estate del 2015 il Teatro dell’Opera di Roma Capitale tornerà a Salisburgo, con la direzione del Maestro Muti, per proporre l’Ernani di Giuseppe Verdi.

Il Maestro Riccardo Muti aprirà la nuova stagione, in novembre, con l’Aida di Giuseppe Verdi e quindi in maggio tornerà sul podio per dirigere Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart. Saranno due eccezionali interpretazioni per due capolavori che troveranno nuova vita, riveleranno tutti gli incanti musicali e vocali che si nascondono nella partitura. Ed è facile prevedere che sarà, come hanno scritto numerosi critici per le precedenti opere dirette dal Maestro Muti, “come ascoltare l’opera per la prima volta”. Quindi l’incontro e la riscoperta con due capolavori assoluti. Meravigliosi classici che si mostreranno in due nuovi allestimenti che porteranno la firma di Pier’Alli per l’Aida e Andrea De Rosa per Le nozze di Figaro. Il cast vocale è quanto di meglio si possa avere su un palcoscenico per tali opere. Per Verdi, Krassimira Stoyanova, Violeta Urmana, Aleksandrs Antonenko, Luca Salsi. Per Mozart, Rosa Feola, Markus Werba, Michaela Selinger e Carlo Lepore.

E’ il balletto del Natale, è la favola che si rinnova sempre con grande successo per la festa più importante dell’anno: Lo schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Uno spettacolo, è il caso di dirlo con una frase abusata, per piccoli e grandi. La coreografia è firmata da Amedeo Amodio, favola nella favola le scene di Emanuele Luzzati, alla direzione Nir Kabaretti. E sempre con il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma Capitale, in febbraio arriverà un dittico che unirà Le chant du Rossignol di Stravinskij e i Carmina burana di Orff, il primo con la coreografia di Leonide Massine e il secondo con la firma di Micha van Hoecke (Direttore del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera). Ancora balletto in aprile, ancora coreografi moderni, geniali, che hanno segnato la storia della danza con untrittico su musiche di Bach, Ellington e Purcell, rispettivamente con le coreografie di Forsythe, Ailey e Limón. Si torna al grande Ottocento tra ottobre e novembre con Giselle di Adam, nella versione di Patrice Bart, e quindi con Coppélia nella mitica, si può ben dire, edizione di Roland Petit. Le due direzioni d’orchestra sono affidate a David Garforth.

La stagione 2014-2015 offrirà sempre eccellenza e prestigio sul podio e sul palcoscenico. In gennaio il Maestro Jesús López-Cobos, raffinato direttore spagnolo, che debutta a Roma con l’opera lirica, sarà sul podio del Werther di Massenet, in un allestimento (della Frankfurt Opera) che porta la firma di Willy Decker. Protagonista Francesco Meli, oggi uno dei più importanti tenori internazionali: un artista che il pubblico del Costanzi ben conosce per i successi del Simon Boccanegra e del recente Ernani; accanto a Meli il prestigio di un astro nascente: Veronica Simeoni.

In febbraio Gaetano d’Espinosa, applaudito nella scorsa stagione alle Terme di Caracalla, dirigerà il Rigoletto di Verdi, un allestimento del Teatro dell’Opera che vede protagonista un baritono di grande forza e capacità interpretative quale è George Petean, già applaudito protagonista del Simon Boccanegra. Petean si sta rivelando uno dei più importanti baritoni del panorama internazionale. Accanto a lui Irina Lungu e Ivan Magrì.

La memoria storica del Teatro dell’Opera tornerà con un nuovo-vecchio allestimento: la messa in scena, sui bozzetti originali di Adolf Hohenstein, della prima edizione di Tosca di Giacomo Puccini che debuttò il 14 gennaio 1900 al Teatro Costanzi. Un recupero che non è mera filologia, ma un omaggio alla memoria per ricordare quanto il Costanzi sia stato fondamentale per la storia dell’opera lirica. Sul podio Donato Renzetti, cast delle grandi occasioni con Roberto Frontali, Yonghoon Lee e Oksana Dyka. La Tosca sarà proposta in marzo e quindi ripresa in giugno.

Un nuovo allestimento firmato da Luca Ronconi – un regista che non smette mai di meravigliare ed esaltare ad ogni suo spettacolo – e diretto da Roberto Abbado che porteranno in scena, nel mese di marzo, Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti. Il capolavoro del belcanto, la radice del grande romanticismo italiano d’opera, sarà interpretato da Jessica Pratt, cantante dalla voce che perfettamente si adatta ai colori e alla “follia” romantica della protagonista. Accanto a lei il tenore Stefano Secco.

Sarà James Conlon, il Maestro che si divide con eguale successo tra Stati Uniti ed Europa, a dirigere in giugno La dama di picche, uno dei capolavori d’opera di Pëtr Il’ič Čajkovskij. L’allestimento porta la firma di uno dei più famosi registi di opere liriche e di prosa: Peter Stein. In scena Maksim Aksënov, Oksana Dyka, Ludovic Tézier (oggi uno dei più apprezzati baritoni sui palcoscenici di tutto il mondo).

Un salto nel passato prossimo, al 1995 anno in cui fu composta l’opera I Was Looking at the Ceiling then I Saw the Sky (Stavo guardando il soffitto e poi ho visto il cielo) di John Adams. La storia si svolge all’indomani del terremoto del 1994 a Los Angeles, e racconta, rivela in musica le reazioni al sisma di sette giovani, di diversa estrazione sociale ed etnica. Adams, uno dei più famosi e apprezzati autori contemporanei, crea le proprie opere su temi forti, legati alla cronaca sociale e politica. Per esempio Nixon in Cina (1985) oppure La morte di Klinghoffer (1991), quest’ultima tornata recentemente in scena tra molte polemiche.  Per I Was Looking at the Ceiling then I Saw the Sky dichiara di essersi ispirato ai musical statunitensi e alle opere di Kurt Weill. L’allestimento del Théâtre du Châtelet, è diretto da Alexander Briger e porta la firma del regista Giorgio Barberio Corsetti.

E sarà proprio un’opera di Kurt Weill, su testo di Bertolt Brecht, a chiudere nell’ottobre del 2015 la stagione lirica: Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny (Ascesa e caduta della città di Mahagonny), un’opera del 1930 che – con L’opera da tre soldi – ha fortemente segnato la musica del Novecento oltre a diventare un simbolo dell’opposizione musicale e politica al nazismo. Alla direzione d’orchestra John Axelrod. Il nuovo allestimento è affidato a Graham Vick, regista tra i più inventivi nel panorama odierno. Il cast conta Willard White, Measha Brueggergosman, Roberto Saccà, Iris Vermillion.

Quest’anno è stato chiesto a Gianluigi Toccafondo di illustrare, percorrere con la visione personale di artista, tutti i titoli della nuova stagione. Il risultato è nei disegni originali che accompagneranno la comunicazione sul cartellone 2014-2015 del Teatro dell’Opera di Roma Capitale.

www.operaroma.it

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