Home / DANZA / A TORINO TORNA IL TEATRO A CORTE

A TORINO TORNA IL TEATRO A CORTE

Narri_Venaria

L’ESTATE TORINESE ANIMATA DAL FESTIVAL DEL TEATRO A CORTE

AGAIN - foto di Carl Thorborg

AGAIN – foto di Carl Thorborg

di Barbara Palumbo

Tutti a corte!

Si è da poco concluso il primo appuntamento con la nuova edizione del Teatro a Corte, la nota manifestazione che si svolge tra Torino e le regge sabaude che circondano il capoluogo piemontese. Il Festival, generalmente, ha luogo nella prima parte del mese di luglio, ma quest’anno è stato posticipato a causa dei mondiali. E per fortuna, visto che il tempo fino a ora non è stato clemente e i molti eventi che si svolgono all’aperto sarebbero stati penalizzati, sebbene l’ottima organizzazione, supervisionata dal direttore Beppe Navello, abbia sempre pronto il piano d’emergenza. Abbiamo assistito all’apertura del Festival, ma restano ancora due fitti weekend e il sito (www.teatroacorte.it), non solo vi premette  di visualizzare il programma, ma vi consente di acquistare i biglietti in anticipo, cosa che vi consigliamo, perché molti spettacoli del primo weekend erano sold out. Sul sito troverete anche tutte le informazioni relative alle navette, comprese nel prezzo del biglietto che vi accompagneranno alle regge, ricordate che, però, vanno prenotate con anticipo.

AGAIN_credits Carl Thorborg

AGAIN – foto di Carl Thorborg

Danza e Nouveau Cirque

Ogni anno il festival, che ha da sempre un respiro internazionale, si focalizza su un Paese europeo. L’edizione di quest’anno si è soffermata sulla penisola scandinava sebbene non siano mancate incursioni in altre nazioni europee.

Il sipario è stato alzato dalla compagnia norvegese Zero Visibility Corp. con lo spettacolo Again, firmato da Ina Christel Johannessen coreografa nota per avere lavorato, tra gli altri, con il Cullberg Ballet.

Lo spettacolo ci ha colpito per le suggestioni magnifiche create dalla scenografia composta da muri a fisarmonica di diversa altezza e scomponibili. Realizzate con la carta, le strutture venivano sposate dai danzatori proponendo sempre nuove soluzioni e rendendo vivo il palcoscenico. I danzatori di indubbia qualità tecnica hanno tenuto la scena per ben settanta minuti, senza sosta e con un ritmo molto sostenuto. Dal punto di vista della struttura coreografica, forse, ci saremmo aspettati qualche soluzione più interessante. Gli schemi non erano molto articolati e, se non fosse stato per la scenografia, l’ora e dieci di spettacolo sarebbe risultato un po’ troppo lungo.

Ina Christel Johannessen ha firmato anche il passo a due proposto in piazzetta Reale, Leave. Two. House, è un passo a due rivisitato per l’occasione. Abbiamo ancora una volta apprezzato la bravura di due danzatrici della compagnia, per altro non giovanissime, che hanno eseguito la sequenza senza una sbavatura. Della sequenza durata circa 15 minuti ci ha colpito la parte finale dove le due artiste con la schiena rivolta al pubblico e sedute su uno sgabello interagiscono tra di loro senza mai mostrare il volto, un contatto di braccia e schiene suggestivo.

This is the title

This is the title – foto di Lorenzo Passoni

Continuando sul fronte danza, dalla Finlandia arriva il coreografo Ima Iduozee che ci ha proposto il suo solo This Is The Title che ha segnato il suo debutto come coreografo nel 2012. Il giovane artista arriva dalla breakdance, ma ha deciso di staccarsi dalla crew con cui lavorava, per esplorare nuovi campi e la danza contemporanea gli ha dato la possibilità di trovare nuove soluzioni di movimento. Sul palco è steso un tappeto danza di colore bianco e il danzatore si prepara al di fuori dello spazio scenico e strettamente connesso al suolo. Tutta la prima parte della sequenza è composta da un intenso lavoro di floor work, sebbene alcuni passaggi ricordino come struttura la Break, la fluidità che regala è encomiabile. Verso la fine il lavoro si sposta dal suolo e la sequenza assume una dimensione più aerea. Potremmo leggerlo come una sorte di evoluzione della sua danza e la ricerca di nuovi spazi e nuove dinamiche. Un momento di danza magico.

Magica è stata anche la performance del duo inglese: Company Chameleon. Anthony Missen e Kevin Edward Turner si sono esibiti all’interno del Castello di Agliè; il loro passo a due Push ci ha incantato per la capacità di raccontarci, attraverso la danza, la relazione che si viene a creare tra due individui, le dinamiche tra di loro. Chi domina, chi viene dominato, chi genera la causa e chi ne subisce la conseguenza. Anche in questo caso la qualità del loro movimento è stata ineccepibile.  Prese e leve con passaggi tecnici, eseguiti con grande padronanza, ci hanno fatto dimenticare quanta dedizione possa richiedere. Ci siamo trovati sospesi in un meraviglioso viaggio.

Sempre all’interno del Castello di Aglié abbiamo partecipato, nel ruolo di Orfeo, alla divertente performace di Ambra Senatore. Dieci minuti creati dalla coreografa italiana  dal titolo: In piccolo. Il castello dispone di una piccolissima sala teatrale sul cui fondale viene raccontata la storia di Orfeo ed Euridice. Partendo dal lato sinistro del palco, la Senatore interpreta i personaggi del fondale fino al morso del serpente che condurrà Euridice nell’Ade. Tutti gli spettatori devono lasciare la sala indossando una cappellino e diventando Orfeo. Divieto per tutta la platea di voltarsi. Sebbene la performance non abbia dato molto spazio alla danza, la qualità del movimento della Senatore è percepibile dai pochi passi che il ridotto spazio scenico le consente. La sua capacità di interagire e coinvolgere il pubblico è indubbia.

IN PICCOLO - foto Lorenzo Passoni

IN PICCOLO – foto Lorenzo Passoni

Ultimo appuntamento con la danza, nel primo weekend è con il gruppo Roberta DC con il passo a due Picknik/ Object III. La coreografa Barbara Mavro Thalassitis, di origine francese ma che lavora in Belgio, immagina un nuovo Déjeuner sur l’herbe, dove i due personaggi passano dalla fase dell’incontro, all’innamoramento al cannibalismo. Chiude la performance il celebre brano di Lou Reed Perfect Day, rivisitato per l’occasione.

Conclusa la nostra panoramica sugli spettacoli di danza dedichiamo qualche riga al nouveau cirque che in Italia, ahimè, non ha ancora un grandissimo seguito e ce ne rammarichiamo molto perché il livello raggiunto all’estero è molto alto e molto godibile. La parte del leone l’ha avuta la Finlandia con le due magiche performaces di Thomas Monckton, di origine neozelandese, ma trasferitosi in Finlandia dove fa parte sia del collettivo Circo Aereo (una compagnia internazionale che muovendo dal circo spazia e si arricchisce di nuovi stimoli e contributi artistici) e del Kallo Collective, una compagnia fondata dall’artista stesso con Sampo Kurppa. Nella stessa serata Thomas ha presentato due spettacoli lunghi e fisicamente impegnativi in cui lo spettatore viene catturato e coinvolto, tanto da non percepire il tempo che passa.

This is the title

This is the title – foto di Lorenzo Passoni

The Pianist firmato dal Circo Aereo è il primo. Un imbranato pianista cerca di dare inizio al suo concerto, ma tutto sembra remare contro, dal tecnico delle luci al pianoforte stesso. Acrobazie e gag ci portano dritti alla conclusione, dove finalmente riesce a interpretare un brano di Mozart, ma il pianoforte va a fuoco. Per dare tempo a Monckton di prepararsi per l’esibizione successiva, vengono presentati due video sempre firmati da Circo Aereo. Uno creato tra le strade di Torino e i castelli sabaudi dal titolo Narri, e Flip girato ad Helsinki.

Moving Stationery racconta le vicissitudini di un impiegato fresco di nomina che deve allestire il suo nuovo ufficio. Il nostro Thomas tra l’imbranato e il geniale, per alcune bizzarre soluzioni, si destreggia nel nuovo spazio cercando di portare a termine i compiti che gli vengono richiesti, spesso di una banalità estrema, ma che diventato il pretesto per creare delle godibilissime gag.

Ultime righe dedicate all’atteso spettacolo del Collectif G. Bistaki, gruppo francese che ha portato alla Reggia di Venaria il lavoro: Cooperatia/Maison. Il collettivo, per strutturare uno spettacolo, parte dalla ricerca di stimoli che può creare un oggetto e poi costruisce sempre più il gesto tecnico e un’eventuale storia, inserendo perfino suggestioni da parte del pubblico quando sono ancora in allestimento. Questo spettacolo è partito dall’uso alternativo di borse, dai lunghi manici, e delle tegole rosse che ormai non vengono più impiegate, se non in casi particolari in edilizia. Gli oggetti sono state declinati in diversi modi. Le borse sono diventati cappelli di un ipotetico esercito, poi si sono trasformate in farfalle; mentre le tegole sono diventate un imponente bavero di improbabili militari, per cedere il posto a buffi cani da passeggio. La bravura e il sincronismo degli artisti è innegabile, ma lo spettacolo manca di drammaturgia. Non che questa sia sempre necessaria, ma su un lavoro di cinquanta minuti il rischio è che la visone risulti frammentaria e meno accattivante. A giustificazione del Collectif è il tipo di allestimento che è stato fatto dello spettacolo per questa sede, che generalmente è itinerante, cioè a ogni scena e declinazione dell’oggetto corrisponde un palco diverso. Il pubblico si sposta, quindi, da quadro a quadro. Questa volta, per problemi dettati dal luogo gli artisti hanno sfruttato solo un palco, e l’hanno specificato più volte terminato lo spettacolo e in conferenza stampa, ma il dubbio, per la verità, un po’ permane.

Calato il sipario sulla prima settimana, si attende con impazienza che si alzi sui prossimi appuntamenti che, senza dubbio, conquisteranno il pubblico grazie agli spettacoli e alle magnifiche regge che tornano a vivere e a respirare nuova vita.

PUSH - foto Lorenzo Passoni

PUSH – foto Lorenzo Passoni

About Central Palc Staff

Central Palc nasce nel 2010 come portale ufficiale delle riviste cartacee L'Opera e Musical!. Dal febbraio 2014 ha allargato i suoi orizzonti abbracciando tutti gli altri generi teatrali affermandosi così come il portale web più aggiornato del panorama teatrale italiano.
Scroll To Top