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REVIEW – ROBERTO BOLLE & FRIENDS

Roberto Bolle & Friends from the American Ballet Theatre - Terme di Caracalla 2013

DOPO IL SOLD OUT ESTIVO, IL ROBERTO BOLLE & FRIENDS E’ ATTESO A TORINO

Roberto Bolle & Friends from the American Ballet Theatre - Termedi Erica Culiat

Nove date sparpagliate per la penisola. Il grosso a luglio – Genova, Verona, Roma, Trieste e Torre del Lago -. Torino, invece a dicembre [sono appena iniziate le prevendite ndr]. Sold out ovunque.

A Trieste, ma immaginiamo dappertutto, lancio di fiori, peluche, tra cui una simpatica piovra. Tutto per lui. Per Roberto Bolle. Che, per la quarta volta è stato ospite al Politeama Rossetti con i suoi friends.

Questa volta a sfidarsi a suon di arabesque, fouetté, grand jeté, pirouettes, giri, i danzatori dell’American Ballet (Julie Kent, Hee Seo, Danil Simkin, Cory Stearns, Skylar Brandt), dello Stuttgarter Ballet (Alicia Amatriain), del Royal Ballet (Federico Bonelli, Hikaru Kobayashi), del Boston Ballet (Eris Nezha).

Serata sontuosa per la danza. Ma al di là della qualità di questi gala a cui Bolle ci ha abituati da anni, preme sottolineare la portata di questo che è diventato un potente strumento culturale. L’étoile del Teatro La Scala e principal dancer dell’American Ballet Theatre è riuscito a comunicare la danza, affollando teatri e spazi all’aperto, non solo di appassionati, ma anche di neofiti. Perché la conoscenza di Bolle è ormai mediatica. Libri fotografici, programmi televisivi, copertine di Vanity FairVanity, addirittura per festeggiare i suoi dieci anni ha realizzato un corto, Passage, con lui –  raffiche di commenti sui suoi nudi in Aida e Giselle.

Testimonial di Ferragamo, un programma di Rai2, lo scorso dicembre, dal titolo L’étoile dei due mondi… e allora perché non vederlo dal vivo?

Roberto Bolle and Friends ABT

La fatal scintilla è scoccata ed ecco spiegate le folle oceaniche. Piace. Solare. Bello. Simpatico. Gran lavoratore. Una visione del teatro a portata di mano (forse non tanto di portafoglio!), qualcuno direbbe “operazione nazional-popolare”, ma nel miglior senso, aggiungiamo noi. Un teatro comprensibile nel suo florilegio che non significa teatro di bassa lega, l’operazioncina commerciale, ma teatro di qualità che miscela il balletto narrativo, quello classico, come Petipa, Ashton, Balanchine a quello contemporaneo e sperimentale firmato Marcelo Gomes, Itzik Galili, Ben Van Cauwenbergh, Massimiliano Volpini e altri.

Finalmente vedi il danzatore piemontese ballare dal vivo, ma hai anche la possibilità di applaudire tutta una serie di artisti che lavorano a New York, Boston, Stoccarda, Londra. Come Julie Kent, uno dei volti di Center Stage (Il ritmo del successo), uno dei film sulla danza più azzeccati, e protagonista di Dancers, film di Herbert Ross a fianco di Mikhail Baryshnikov, ballerina simbolo dell’ABT (ne fa parte dall’85). Danzatrice che amiamo molto per tecnica ed eleganza e che il 27 luglio ci ha regalato due preziose performance. Una in coppia con Corey Stearns nel geometrico Apothéose di Gomes, tutto linee verticali, un po’ Forsythe, e poi in coppia con Bolle nel sempreverde Sinatra Suite di Twyla Tharp.

Roberto Bolle & Friends from the American Ballet Sempre dell’ABT, il fenomenale Danil Simkin dalla tecnica granitica, dove ha esibito un ballon mozzafiato nel pas de trois de Le Corsaire, accanto a Skylar Brandt ed Eris Nezha e buffo, spassoso ubriacone, ne Le Bourgeois, pezzo coreografato da Ben Van Cauwenbergh sulla canzone di Jacques Brel.

Delicata la Giulietta di Hee Seo, con Bolle e comunque eccellente nel Tchaikovsky Pas de Deux di Balanchine assieme a Stearns. Esistante invece Hikaru Kobayashi nell’Adagio della Rosa, più sicura nel Thaïs di Ashton in coppia con il marito Federico Bonelli.

Fantastica Alicia Amatrian in duo con Bolle in Mono Liso di Galili, una coreografia spettacolare, tutta prese e figure allongè.

Non è mancata la danza virtuale, quella che ha tanto entusiasmato Bolle – docet Marce Cunningham, Lucinda Childs e poi una lunga scia di altri coreografi –  che infatti ha riproposto il suo Prototype, dove il ballerino danza con se stesso e con la scia di se stesso (coreografia di Massimiliano Volpini) e Passage, la versione live, da teatro, di Marco Pelle.

A parte il tripudio di muscoli messi in bella mostra, il passo a due nel video era davvero emozionante. Standing ovation, urla, applausi.

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