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REVIEW – CARMEN

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Una Carmen partenopea per avvicinare il pubblico all’opera

CARIGNANO1di Alberto Raimondi

Al Piccolo Teatro Strehler di Milano va in scena Carmen di Enzo Moscato riscrivendo i testi di questa favola mediterranea e del capolavoro di Bizet che, per l’occasione, lascia la Spagna per approdare sulle sponde di Napoli. Solamente una piccola differenza geografica che non toglie nulla all’originale e, ancora una volta, mostra le evidenti somiglianze tra il mondo andaluso e quello partenopeo, entrambi legati da fascino sanguigno ed eccessi urlati con spavalderia.

Storia malinconicamente contemporanea, Carmen è una tragedia che quotidianamente si ripete nel mondo, un fenomeno che oggi si definisce con la parola “femminicidio”, ma che in passato in Italia veniva annoverato come “delitto passionale”.

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Una produzione Fondazione Teatro Stabile Torino/Teatro di Roma, con l’adattamento e la regia di Mario Martone, ricrea le atmosfere tipiche di una Napoli periferica e degradata attraverso le scenografie di Sergio Tramonti, portata avanti dai costumi di Ursula Patzak che basa la sua linea sul “cattivo gusto” e con l’eccesso cerca di seguire, in modo tutto personale, una certa linea fashion che non si raggiunge mai; il tutto accarezzato in modo puntuale con il disegno luci di Pasquale Mari.

Forse la “napoletanità” non ne esce molto bene da questa descrizione: sicuramente va capita e non va presa alla lettera con una certa superficialità snob. Vanno capite le ironie così come gli estremi voluti e ricercati, vanno assaporati quei gusti veraci che per rusticità lasciano un forte sapore in bocca, mostrando una Napoli… allegramente mal vestita!

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Come se tutti questi nomi già non bastassero ad invogliare il pubblico verso questa nuova visione della famosa gitana lo spettacolo si avvale dell’importantissima direzione musicale di Mario Tronco e accanto a lui l’Orchestra di Piazza Vittorio, una band multietnica, mista di napoletani e di immigrati, decisamente diversa dalle solite orchestre.

Il progetto nasce dalla volontà di Mario Martone e Mario Tronco di lavorare insieme, accomunati prima di tutto da Napoli. Volevano farlo nel teatro d’opera, sulla carta il luogo perfetto dove incontrarsi, ed hanno scelto quindi uno dei titoli più celebri e coinvolgenti del mondo lirico: l’ideale per far nascere uno spettacolo nuovo, di teatro e di musica, di poesia e di ritmo, con melodie molto conosciute dal pubblico. Colonna sonora che è stata una perfetta base per il lavoro di arrangiamento ludico che ha reso famosa quest’orchestra, un ensemble noto a livello internazionale, che riunisce artisti, culture e tradizioni, sonorità antiche e nuove, strumenti sconosciuti, melodie universali.

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Bello ed interessante il lavoro di regia che viene fatto su di essa dove musicisti diventano attori e parte integrante della scena, mostrando anche nei fatti il profondo dialogo tra regia e la parte musicale.
Per il ruolo della protagonista si è pensato a Iaia Forte, figura quasi scontata per il suo passato, per le sue origini e per l’aderenza al ruolo ricreato e ridisegnato per l’occasione.

Accanto a lei nel ruolo di Don José c’è Roberto De Francesco al quale gli vengono “regalati” dei testi bellissimi, a lui delle frasi che regalano al pubblico delle suggestioni molto affascinanti, piacevole il suo raccontarsi anche con un accento del nord-Italia che potrebbe rivelarsi più comico che altro ed invece ci mostra immediatamente lo straniero, il diverso, la preda da cacciare.

Assieme a loro: Ernesto Mahieux, Giovanni Ludeno, Anna Redi, Francesco Di Leva, Houcine Ataa, Raul Scebba, Viviana Cangiano, Kyung Mi Lee.

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Questa Carmen è un’opéra-comique ispirata dalla musica gitana; il lavoro di Mario Tronco e Leandro Piccioni esalta le zone della partitura di forte ispirazione popolare, mettendo a nudo la composizione originaria, rendendola il più semplice possibile, fino ad arrivare al centro dell’emozione: teatro e musica insieme, nel solco della Zarzuela, di Viviani e della sceneggiata. In ordine alfabetico: Emanuele Bultrini, Peppe D’Argenzio, Duilio Galioto, Kyung Mi Lee, Ernesto Lopez, Omar Lopez, Pino Pecorelli, Pap Yeri Samb, Raul Scebba, Marian Serban, Ion Stanescu.

Forse il mondo della lirica di fronte a questo lavoro storcerà il naso ed altri resteranno inorriditi, per qualcuno sarà una banalità perchè già viste di Carmen di questo genere eppure crediamo che per il “grande” pubblico, quello fatto di persone che conoscono Carmen solo perchè spesso è usata nelle pubblicità dei detersivi o dei profumi, questa iniziativa teatrale possa essere un buon modo per avvicinare “chiunque” al mondo dell’opera.

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