REVIEW – PREGHIERA

Uno spettacolo per ridiscutere la contemporaneità a cavallo tra Milano e Palermo

di Alberto Raimondi

Alla Sala Bausch del Teatro Elfo Puccini di Milano va in scena Preghiera, sottotitolo Un atto osceno, proposto da Contagio –  relazioni intercorse tra Milano e Palermo, una coproduzione con TGA – Teatro Garibaldi Aperto di Palermo, dove ha debuttato nel settembre 2013.

Scritto e interpretato da Margherita Ortolani, è un lavoro basato sulle malattie e sull’istituzionalizzazione dei fatti più gravi della nostra esistenza, un binomio “naturale” quanto difficile da amalgamare, infatti, l’intero svolgimento va preso con le dovute “pinze” spesso non è facile la comprensione di certi passaggi molto più legati alla ricerca teatrale e alla sperimentazione rispetto ad un  “raccontarsi” in modo lineare e propedeutico.

Infatti CONTAGIO – Relazioni intercorse tra Milano e Palermo – è una proposta ideata da Phoebe Zeitgeist, ed è l’occasione di vedere riunite in un unico contesto ricerche diverse in esiti e provenienze, con l”intento di ridiscutere la contemporaneità attraverso un lavoro scenico che si dirige in diverse direzioni.

Preghiera è una “via crucis” dell’anima dove chiaramente l’obbiettivo è la sopravvivenza a tutte le malattie che ogni secondo attaccano il corpo umano, dove i due attori in scena, Margherita Ortolani e Vito Bartucca, rivivono diversi momenti di una vita, da quelli più comprensibili fino a quelli più estremi e imprevedibili.

La regia di Giuseppe Isgrò cerca di cucire una moltitudine di scene tra loro dando una forte importanza con il rapporto su tutta la parte sonora e un disegno luci, che nonostante la sua semplicità, dimostra una certa cura e ricerca.