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REVIEW – PUPPETRY OF THE PENIS

penis

Dopo tanta attesa ecco finalmete che Puppetry Of The Penis si mette… a nudo!

di Alberto Raimondi

Dopo Londra e New York arriva in Italia Puppetry of the Penis, per la prima volta al Teatro Nuovo di Milano, è lo show messo a punto da Simon Morley e David Friend, due simpatici australiani che hanno creato gli “Origami genitali”: un’arte antica che permette di ottenere diverse figure, manipolando gli organi genitali maschili. Molta curiosità intorno a questo titolo e tanti occhi incuriositi difronte ai molti manifesti affissi nella città: chiaramente il tema porta domande e malizie perché è un argomento che sempre… tira!

La sala era piena e divertita dall’esibizione, perché di “esibizione” stiamo parlando: difficile parlare di “spettacolo” o di “teatro” di fronte a questa performance; è forse più paragonabile ad un numero da circo sporcato da una bella velata di cabaret in perfetto stile Zelig.

Un comedy show irriverente con protagonista il “migliore amico” di ogni uomo (e di ogni donna!), tutt’ora in scena in più di trenta paesi e tradotto in 5 lingue. Incredibile ma vero… e non sappiamo se questo sia un complimento oppure no. In 15 anni di tournée mondiale, hanno dimostrato come fare un hamburger a New York, hanno reinventato la Torre Eiffel a Parigi, hanno mostrato ai messicani come indossare un sombrero, hanno catturato il mostro di Lochness in Gran Bretagna!

Un viaggio al limite delle capacità del nostro organo genitale, uno gioco di manipolazioni e di travestimenti comici durante il quale i nostri artisti ci mostreranno quello che si può fare con un pene! La creatività e la fantasia sono più giochi goliardici e di intrattenimento, molto esibizionismo più che una vera arte teatrale; per lo più gli “origami genitali” sono quasi tutti sulla stessa linea e ogni volta la stessa cosa viene chiamata con nomi diversi, eppure è tutto talmente assurdo che il pubblico si diverte e chissà se a casa qualcuno non ci abbia per davvero provato… e visto l’assortimento umano in sala non ci stupiremmo di nulla!

La regia era firmata da Claudio Insegno, mentre i “peni” in scena erano di Alberto Barbi e Nicolò Cortegiano.

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