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CONTRADA – TEATRO STABILE DI TRIESTE 2015/16

GetInline-9Grandi nomi per la nuova stagione teatrale della Contrada

GetInline-10di Erica Culiat

Una bella stagione teatrale quella della Contrada, Teatro Stabile di Trieste. Corposa. Che dispensa a piene mani drammaturgia contemporanea, una drammaturgia, però, come ha dichiarato la presidente, Livia Amabilino, «accessibile al pubblico».

E non a caso lo slogan promosso per il 2015/16 recita “La Contrada è casa mia”, intesa come luogo familiare, luogo aperto e di crescita per gli spettatori e per gli artisti ospiti. Dodici spettacoli. Suddivisi come di consueto in blu (quattro recite) e in rossi (sei, più tre recite fuori abbonamento per le quattro produzioni).

I classici raggiungono quota tre: Georges Feydeau, Sarto per signora con Emilio Solfrizzi (dal 20 al 23 novembre); Tradimenti di Harold Pinter con Ambra Angiolini e Francesco Scianna per la regia di Michele Placido (8-11 gennaio 2016) e Assassinio sul Nilo di Agatha Christie, firmato da Stefano Messina (1°-6 aprile).

Vengono riconfermati i circuiti “comici” e “danza”. Le novità di quest’anno sono la chiusura del cartellone con lo spettacolo dialettale che di solito invece inaugurava la stagione; la creazione di tre abbonamenti mini con un percorso di quattro spettacoli rossi, uno blu e un titolo fuori abbonamento e un pacchetto “family show”. A latere proseguono anche gli appuntamenti di Teatro a Leggìo, si infittiscono le collaborazioni esterne e viene ripresa la formazione teatrale.
«Una stagione di cui siamo orgogliosi», ha chiosato la Amabilino.

Tanto più che lo Stabile privato – il prossimo aprile festeggerà quarant’anni di attività – dal Ministero è stato declassato a impresa teatrale e quindi anche i finanziamenti statali sono stati decurtati. Trieste però si è stretta attorno a questo teatro raccogliendo 12.302 firme per sostenerlo e comunque sia il Comune di Trieste si è adoperato fattivamente sia in particolare modo la Regione Friuli Venezia Giulia.

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Il sipario quindi si alzerà il 23 ottobre su Cancun di Jordi Galcerán che ha già debuttato quest’estate al Festival di Borgio Verezzi. La produzione della Contrada vedrà in scena Mariangela D’Abbraccio, Blas Roca Rey, Giancarlo Ratti e Nicoletta Della Corte, diretti da Marco Mattolini.

Dal 6 novembre al via la seconda produzione (questa fatta con il Dramma italiano di Fiume), Zoran e il cane di porcellana del giovane italo-iraniano Aram Kian, ispirato ai personaggi del film Zoran il mio nipote scemo di Matteo Oleotto, attuale direttore artistico di questo teatro. Oleotto non ha voluto firmare la pièce teatrale, il testimone è passato infatti ad Andrea Collavino, «per non sognarlo di notte», ma ha firmato invece la regia di Vipere, testo sull’ingiustizia militare durante la Prima Guerra Mondiale, del friulano Carlo Tolazzi.

«Non volevo fare niente sulla Grande Guerra – ha commentato Oleotto – ma ho trovato il testo di Carlo irresistibile». Quindi dal 4 dicembre Gualtiero Giorgini, Roberta Colacino e Massimiliano Borghesi saranno protagonisti di questa storia basate sulle lettere originali dei soldati.

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Il 29 gennaio sarà la volta del testo di Gianni Clementi, I suoceri albanesi con due attori/doppiatori come Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi (sua la voce di Michelle Pfeiffer o Kristin Scott Thomas, mentre il marito doppia Kurt Russel, Denzel Washington, Antonio Banderas…).

Passano alla Contrada, dopo qualche anno di coproduzione con lo Stabile del Fvg e di esibizioni sul palcoscenico del Rossetti, gli Oblivion con The human jukebox, «l’unico spettacolo musicale in stagione, e quindi potete capire lo stato in cui versa questo genere – hanno scherzato Davide Calabrese e Fabio Vagnarelli, i due quinti della formazione – Uno spettacolo inutile, una becera operazione di marketing, non vendiamo fumo, non ancora, e non facciamo politica. Siam cinque stelle e non abbiamo grilli per la testa».

Dal 4 marzo, L’amico del cuore, scritto e diretto da Vincenzo Salemme con Biagio Izzo, dal 18 marzo invece un testo di uno dei massimi esponenti del noir mediterraneo, Massimo Carlotto, Il mondo non mi deve nulla, cucito addosso a Pamela Villoresi e Claudio Casadio, per la regia di Francesco Zecca, l’Enrico Spitz della fiction Il Commissario Nardone.

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Dall’8 aprile, Ieri è un altro giorno dei giovani drammaturghi francofoni Silvain Meyniac e Jean Francois Cros, uno dei maggiori successi delle ultime due stagioni teatrali di Parigi per la regia di Eric Civanyan, con Gianluca Ramazzotti, Antonio Cornacchione e Milena Miconi.

Il sipario si abbasserà sul dialettale Ritorno a Miramar di Alessandro Fullin con lo stesso Fullin, Ariella Reggio e Marzia Postogna (dal 29 aprile).

Tre gli appuntamenti targati “comici”: il 27 novembre, Disorient Express di e con Cinzia Leone e Fabio Mureddu; il 12 febbraio Perché non parli di e con Paolo Cavoli e il 1° marzo Motel Forest di e con Michele Foresta.

Altri tre per la danza che quest’anno vira finalmente sul contemporaneo, eliminando i grandi balletti narrativi ottocenteschi che non hanno mai trovato qui un palcoscenico idoneo. Quindi il 18 dicembre, Flamenca Son con Gianna Taccagni, Valentina Perrone, Lucia Capponi e Laura Baioni; il 26 febbraio Comix con la No Gravity Dance Company e l’11 marzo, Odyssey – Una storia d’amore siciliana con Emanuela Bianchini e i solisti della compagnia Mula Sungani Physical Dance.

Infine nell’offerta “family show”, il 29 novembre il musical Il principe ranocchio e l’incantesimo della strega Baswelia; il 17 gennaio lo spettacolo musicale Masha e Orso e il 16/17 marzo, Mummenshanz – I musicisti del silenzio.

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