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REVIEW – ZORAN E IL CANE DI PORCELLANA

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Uscire da teatro contenti? Si può!

GetInlinedi Erica Culiat

Occhi lucidi di risa. Una prosa che non vacilla mai. Un cast, sette attori, sinfonico. Stralunato. Surreale. È questo Zoran e il cane di porcellana, prequel del film Zoran il mio nipote scemo di Matteo Oleotto, nuova produzione della Contrada in collaborazione con il Dramma Italiano di Fiume, scritto da Aram Kian e Andrea Collavino (quest’ultimo anche regista; supervisione ai testi di Oleotto).

Lo spettacolo aveva già debuttato quest’estate a Fiume, facendo anche un piccolo tour in Slovenia e Croazia, invece dal 6 novembre è di scena a Trieste. Gli applausi sono vibrati più volte anche a scena aperta. Zoran è Stefano Bartoli. Dinoccolato. Occhi da cerbiatto incapsulati dietro grandi occhiali. Bravo bravo. Un sillabare drappeggiato e colto, comandato a bacchetta dalla nonna Anya (Elvia Nacinovich, un incrocio perfettamente riuscito tra Medea e Medusa), gran bevitrice di grappa,  sguardo duro come l’agata. Una nonna che brucia vendetta. Il signor Potuli – Maurizio Zacchigna – infatti accidentalmente ha investito il suo cane e Anya vuole fargliela pagare. Anche se è passato un bel po’ di tempo. Intima al nipote, quindi, innamorato tra l’altro della signora Potuli (Rosanna Bubola), bibliotecaria del paese, di sterminare i pulcini di struzzo dei Potuli, seminando frammenti di vetro.

GetInline-1In una location (di Stefano Katunar) da fumetto entrano ed escono personaggi da fumetto, vestiti da Manuela Paladin Sabanovic, sempre credibili. Non ci sono i balloon, ma abbiamo i suoni delle padellate in testa, dei colpi alla porta…
Nel secco e veloce cialare irrompono in scena il dottor Eugenio (un Eugenio Allegri in stato di grazia), innamorato di Anya e la coppia di poliziotti, Mirko Soldano e Giuseppe Nicodemo, cronometrici, che negli interrogatori, soppesano, cavillano, approfondiscono, indagano e litigano tra loro. Una coppia comica perfetta.

Insomma la commedia racconta il prima del film. Perché il cane di porcellana? Perché Eugenio, per alleviare la pena di Anya, gliene regala uno, formato naturale. Ma il motivo non è solo questo. Infatti il dottore nasconde un segreto che non riveliamo. Andate a vedere la commedia e lo scoprirete.

Un’ora e mezza che scivola in un batter d’occhio perché la storia funziona, perché il casting è perfetto, perché la regia, fresca, si dipana agile. Questo Zoran e il cane di porcellana è proprio una folata di joie de vivre. Esci da teatro contento di esserci andato. E di questi tempi, è proprio una bella cosa.

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