di Ilaria Faraoni
«È la sesta nuova produzione che Il Sistina fa da quando io sono qui, la prima forse in linea con la tradizione del Sistina»: con queste parole Massimo Romeo Piparo, regista e direttore artistico del teatro, ha aperto la conferenza stampa di presentazione della trasposizione per il palcoscenico de Il Marchese del Grillo, ad un giorno dalla prova generale (3 dicembre) a porte chiuse dedicata all’Anlaids. La prima ufficiale sarà il 9 dicembre e lo spettacolo sarà in scena per tutto il periodo delle feste e oltre, fino alla metà di gennaio.
Il film, diretto da Mario Monicelli che firmò anche soggetto e sceneggiatura insieme a Piero De Bernardi, Tullio Pinelli, Leonardo Benvenuti e Bernardino Zapponi, aveva come grande protagonista Alberto Sordi.
In teatro, a quasi 35 anni di distanza, nei panni del Marchese Onofrio del Grillo – realmente esistito anche se in un periodo antecedente a quello della narrazione (era morto nel 1787) – ci sarà un altro grande artista: Enrico Montesano.
Nel cast di ruoli troviamo Giorgio Gobbi, Giulio Farnese, Monica Guazzini, Dora Romano, Michele Enrico Montesano, Tonino Tosto, Ilaria Fioravanti, Benedetta Valanzano, Andrea Pirolli, Roberto Attias, Gerry Gherardi, Ambra Cianfoni, Giacomo Genova, Gloria Rossi, Fabrizio Caiazzo, Sergio Spurio, Francesca Rustichelli, Marco Rea, Claudio Ladisa, Sandro Bilotta, Sebastiano Lo Casto.
Dodici saranno i numeri musicali, cui si aggiungeranno otto interventi di reprise; sei saranno invece le canzoni da solista per Enrico.
«È una commedia musicale di forte matrice romana; il film è amatissimo in tutta Italia e a Roma in particolar modo», ha evidenziato Piparo, spiegando di aver voluto trovare un testo che continuasse sul solco di un grande spettacolo di stampo romano come Rugantino.
La versione in commedia musicale promette molta fedeltà al film, tanto da mantenere in molti punti anche le stesse battute, ormai entrate nell’immaginario collettivo e riutilizzate anche da alcuni politici, come ha fatto notare il regista Massimo.
Pur trattandosi di una storia ambientata nell’Ottocento poi, Il marchese del Grillo, come ha evidenziato Piparo, contiene molti rimandi all’attualità, alla nostra società, al rapporto tra essere ed apparire. Si potranno dunque trovare molti spunti di riflessione, pur trattandosi di una commedia dove si ride tanto e ridere «è una delle cose più belle che possiamo offrire in questo momento» ha sottolineato ancora il regista, che ha adattato il testo originale con Montesano stesso e Gianni Clementi. Del resto il marchese viveva di scherzi ed il tema musicale principale dello spettacolo sottolinea, nel titolo, proprio questo aspetto: “Me piace da scherza’”.
Enrico Montesano si è detto felice che Il Marchese del Grillo incontri la domanda del pubblico tradizionale del Sistina; quanto al suo Onofrio ha dichiarato: «Mi piace questo personaggio romano, anche se ero più orientato sul Conte Tacchia; vorrei farlo ma non so se ci riuscirò, perché nel nostro paese è diventato sempre più difficile lavorare: è molto complicato e faticoso ed io forse mi godrò la pensione; scrivere mi rilassa, mi sento più sereno. Oggi lavorare diventa molto stressante perché la società ed il mondo dello spettacolo vanno sempre più di fretta. Ora un regista bravo è quello che gira in un quarto d’ora, non quello che fa sette/otto inquadrature fatte bene».
Poi l’artista ha rincarato la dose battendo su un concetto che gli sta molto a cuore: «Ci sarebbe bisogno che non solo a parole, ma anche nei fatti, la cultura ed anche il cosiddetto teatro leggero, come questo, venissero aiutati e non tanto elargendo soldi pubblici che i più furbi e “intrallazzoni” riuscirebbero ad accaparrarsi, quanto agevolando al massimo le produzioni, abbattendo per esempio gli oneri sociali, le tasse, stabilendo un equo canone per l’affitto dei teatri. Roma ha un bellissimo teatro shakespeariano, aspetto che ne abbia anche uno capitolino municipale che possa proporre il teatro romano, quello degli autori romani da Berneri a Gianni Clementi che ha collaborato alla stesura del Marchese del Grillo».
Entrando poi nel merito dello spettacolo ha spiegato Montesano: «Pur attenendoci molto al film, abbiamo aggiunto qualcosa; c’è un finale leggermente diverso, con una maggiore presa di coscienza del nostro marchese. Se nel film, quando al suo posto veniva condannato Gasperino, se la cavava con una battutina, qui Onofrio si accorge prima della grave ingiustizia e dice: “Ho scherzato tutta la vita, ma non so’ un pupazzo, non posso fa’ condanna’ un innocente al posto mio!”.
A garanzia del rispetto adottato nella trasposizione, ha parlato Giorgio Gobbi, il Ricciotto cinematografico, servitore del marchese, che riprenderà in teatro il suo ruolo: «Questa messa in scena ha una grande qualità: si distacca dal film, non è uguale, ma ne rispetta gli aspetti salienti, quelli più divertenti, più belli. In vari momenti mi sono sentito come sul set di Monicelli. C’è lo stesso clima di divertimento, di gioco e questo mi ha riempito di gioia e mi ha confermato la bontà della scelta di rispondere positivamente alla chiamata di Massimo. Enrico interpreta un Onofrio che è sorprendente. Ci sono dei momenti in cui lo guardo e mi dico: “Quant’è bello questo Marchese del Grillo, pur così diverso da quello che ha fatto Alberto”. È lo spirito ad essere giusto».
Sul confronto con Sordi, Montesano è tranquillo: «È passato talmente tanto tempo dal 1981 che è impossibile avvicinarsi, paragonarsi, imitarlo; sarebbe anche stupido e sbagliato farlo. Penso che ormai il Marchese del Grillo possa considerarsi una maschera al pari di Rugantino, così come il Conte Tacchia o il sor Capanna, perciò con grande rispetto ed umiltà cerco di interpretarlo alla mia maniera. Alcune intonazioni, poi, sono nostre, romane: anche Alberto usava quelle calate che sono nostro patrimonio comune».
Il suo sarà poi un marchese più morbido rispetto a quello cinematografico: «Io non ho quella piccola cattiveria simpatica dei personaggi che Sordi ha fatto in quasi tutti i suoi film. Qui il marchese ha un po’ di quel cinismo e di quel sarcasmo tipici del romano, uniti però ad una certa bonomia».
Una domanda da Central Palc/Musical! On line:
Massimo, registicamente parlando, su quali elementi ha puntato maggiormente nel passaggio dal mezzo cinematografico a quello teatrale? E ancora: l’elemento musicale cosa aggiunge alla storia?
Massimo Romeo Piparo: «Non è la prima volta che affronto trasposizioni cinematografiche, ho imparato il meccanismo dai grandi anglosassoni che hanno lavorato in questi anni portando sul palco molte pellicole. Il film ovviamente spaziava da sterminati esterni alle ambientazioni in interno molto ricche, non prive però di qualche forzatura: ad esempio il Palazzo del Grillo, con l’omonima piazza (vicino a via Cavour, ndr), non è assolutamente così come ce lo fanno vedere.
Quello che ho voluto dare allo spettacolo, con la scenografa Teresa Caruso, è il continuo movimento. Ho spesso costretto Enrico a “prendere il tram”: ci sono dei girevoli che uso con gli attori che ci camminano sopra sia in senso contrario, sia nel senso a favore della rotazione. Enrico spesso mi chiedeva: “Ma non puoi lasciarmi fermo un attimo?”. Non c’è soluzione di continuità, non amo i bui per i cambi scena: voglio vedere tutto. Si passa dagli esterni, agli interni del palazzo; dalla piazza dell’osteria, al panorama di Roma, ad una passeggiata attraverso le colonne storiche della città.
Per quanto riguarda la parte musicale, così come in tutti i musical ci sono ovviamente i temi dei personaggi. Abbiamo grandissimi arrangiamenti, può sembrare che voglia portare acqua al mio mulino, ma devo dire che Emanuele Friello ha fatto un lavoro egregio. È stato chiamato in corsa, ha iniziato a lavorare allo spettacolo solo da settembre: dicembre è appena iniziato e siamo già pronti con una grandissima partitura musicale.
Quello che dà il musical alla parola è il racconto di alcune sensazioni, degli stati d’animo: questa è la grande aggiunta che rende questo Marchese del Grillo diverso da qualsiasi altra trasposizione cinematografica o teatrale. La musica aggiunge un valore in più al racconto, diventa trasversale, universale.
Dell’aspetto musicale potrà parlare meglio Emanuele, che tra l’altro è romano».
Emanuele Friello: «Certamente essere romano è stato un vantaggio, per poter lavorare sulla metrica del dialetto.
Cosa aggiunge la musica? Non so cosa aggiunga. Io mi sono proposto umilmente di fare da complemento. L’idea era quella di riproporre lo spirito del film e con Enrico non c’è stato problema. Lavorando su una partitura originale, costruita intorno alla personalità dell’attore principale, come è giusto che sia, bisognava cercare qualcosa di simbolico, che esprimesse da un certo punto di vista la romanità e ce n’è un sapore, un’idea… dovevamo badare alle esigenze del teatro senza cercare di imitare montaggi cinematografici o tematiche musicali già espresse; sarebbe stato un inutile tentativo di copia. È stato un lavoro di gruppo nel rispetto della narrazione».
Lo spettacolo, che debutta ufficialmente il 9, affronterà una serie di anteprime a partire dal 4 dicembre, sera dedicata alla Fondazione Alessandra Bisceglia W Ale Onlus per lo studio e la cura delle anomalie vascolari.
Segue comunicato stampa dettagliato:
dal film di Mario Monicelli,
scritto con
Piero De Bernardi, Tullio Pinelli, Leonardo Benvenuti,
Bernardino Zapponi
Commedia Musicale di
Gianni Clementi, Enrico Montesano e Massimo Romeo Piparo
Musiche originali di Emanuele Friello
su licenza concessa da MF PRODUZIONI
Scene Teresa Caruso Costumi Cecilia Betona
Coreografie Roberto Croce Direzione Musicale Emanuele Friello
Luci Umile Vainieri Suono Fabrizio Santarelli
Regia
MASSIMO ROMEO PIPARO
COMUNICATO STAMPA
Arriva per la prima volta a Teatro la Commedia Musicale tratta dalla sceneggiatura del film di Mario Monicelli, diventato ormai un vero e proprio “cult”.
Questa amatissima pellicola del 1981, prendendo ispirazione da una figura storica realmente esistita, racconta la Roma papalina di inizio ‘800 attraverso la sottile ironia, il sarcasmo e il divertimento del Marchese Onofrio del Grillo, e consegna un grande Alberto Sordi e il film stesso alla Storia della comicità di tutti i tempi.
In questa “prima” versione teatrale musicale, un altro grande protagonista della Scena italiana è chiamato a prestare tutta la propria verve e il proprio carisma al personaggio del Marchese Onofrio del Grillo, segnando un’altra importante pagina della Storia della Commedia Musicale italiana: il mattatore Enrico Montesano.
Lo spettacolo, che vanta la firma registica di Massimo Romeo Piparo, il prossimo mercoledì 9 dicembre vedrà il suo prestigioso debutto assoluto proprio al Sistina, palcoscenico “naturale” per ospitare Commedie così marcatamente popolari e amate dal pubblico romano, ma anche migliore trampolino per proiettare come merita l’evento nel panorama nazionale.
Una produzione con le musiche originali composte ed arrangiate dal M°Emanuele Friello (Billy Elliot, Jesus Christ Superstar, Tutti Insieme Appassionatamente, Sette Spose per Sette Fratelli, La Cage Aux Folles, The Full Monty, Rinaldo in Campo, Cats, per citarne alcuni) e un grande cast di oltre 30 artisti, con le coreografie del veterano Roberto Croce, scene “Sistiniane” di Teresa Caruso e costumi perfettamente d’epoca di Cecilia Betona (stesso team a cui si devono successi quali Billy Elliot, Jesus Christ Superstar, Tutti Insieme Appassionatamente, Sette Spose per Sette Fratelli, The Full Monty).
Agli inizi del XIX secolo, vive a Roma il Marchese Onofrio del Grillo, Guardia nobile di Papa Pio VII, trascorrendo le sue giornate nell’ozio più completo, frequentando bettole e osterie, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo un atteggiamento ribelle agli occhi della sua famiglia, bigotta e autoritaria. Le sue giornate trascorrono nell’organizzazione di innumerevoli scherzi e beffe dei quali risultano spesso vittime i popolani, altri nobili e la sua famiglia, oltre allo stesso Papa. Il suo edonismo senza remore e le sue provocazioni ingiuriose nei confronti di mendicanti, Papi e consanguinei, proseguono liberamente fino al giorno in cui Napoleone invade lo Stato Pontificio e i francesi entrano a Roma. L’incontro con una giovane e bellissima attrice, e l’amicizia con un giovane ufficiale francese, gli fanno per la prima volta pensare di poter abbandonare Roma per Parigi.
La disfatta di Napoleone a Waterloo ristabilirà però le cose e il Marchese del Grillo fa il suo ritorno a Roma dove ad accoglierlo trova un clima ostile e una minaccia di condanna a morte per il suo alto tradimento nei confronti del Papa.
Per la prima volta però uno dei suoi terribili scherzi, la sostituzione di persona operata ai danni di un povero carbonaro ubriacone, consentirà al Marchese un onorevole riscatto con un finale a sorpresa.
Roma, 2 dicembre 2015
NOTE DI REGIA DI MASSIMO ROMEO PIPARO
“Il Marchese del Grillo illumina Roma in un momento molto particolare della propria storia contemporanea. La schietta filosofia di vita di Onofrio del Grillo pervade l’intera Commedia di rimandi attualissimi e tremendamente affini con la realtà a cui tutti i romani devono quotidianamente fare fronte: Giustizia corrotta, una Chiesa in bilico tra il debole potere spirituale e il più ammaliante potere temporale, il tremendo dilemma dell’essere e dell’apparire, il dramma dei più poveri contrapposto al cinismo dei potenti; tutti argomenti che sembrerebbero fotografare l’attuale sistema-Italia e ancor più l’inesorabile declino di Roma Capitale, ma che invece sono scaturiti quasi mezzo secolo addietro dalla felice intuizione di grandi Maestri della Commedia italiana della seconda metà del ‘900.
Il Marchese del Grillo, quindi, si appresta a diventare lo spettacolo giusto al momento giusto e nel luogo giusto; travolgerà il pubblico delle prossime Feste di Natale con fragorose risate e amare riflessioni in un perfetto mix tragicomico scandito da battute e aforismi indimenticabili.”
Personaggi Interpreti:
Il Marchese e Gasperino Enrico Montesano
Il Servitore Ricciotto Giorgio Gobbi
Lo zio Prete Giulio Farnese
La Marchesa madre Monica Guazzini
Madre di Faustina/moglie di Gasperino Dora Romano
Capitano Blanchard/Guardia Svizzera Michele Enrico Montesano
Papa Pio VII Tonino Tosto
Genuflessa Ilaria Fioravanti
Olimpià Benedetta Valanzano
Aronne Piperno Andrea Pirolli
L’Amministratore Roberto Attias
Commissario / Giudice Gerry Gherardi
Camilla Ambra Cianfoni
Rambaldo /Il Graduato Giacomo Genova
Faustina Gloria Rossi
Il Cardinale Assistente del Papa Fabrizio Caiazzo
L’oste Sergio Spurio
La figlia di Gasperino / cameriera Francesca Rustichelli
Il cameriere in polpe Marco Rea
Marcuccio Claudio Ladisa
Castrato Sandro Bilotta
La Streghetta Sebastiano Lo Casto
Ensemble (sediari, parroci, soldati, popolani):
Debora Boccuni (capoballetto)
Silvia Pedicino
Ilenia D’Agostino
Viola Oroccini
Annalisa D’Ambrosio
Saria Cipollitti
Cialì Sposato
Rocco Stifani
Giuseppe Ranieri
Teatro Sistina
Via Sistina, 129 – 00187 Roma
Info e prenotazioni: 06 4200711 – 392 8567896
www.facebook.com/teatrosistinaroma
Botteghino
Da lunedì a sabato 10.00-19.00 orario continuato
Domenica 11.00-19.00 orario continuato
Biglietti
Poltronissime € 55,00
Poltrona e I Galleria € 49,50
Seconda Galleria € 44,00
Terza Galleria € 34,00
Orari
Martedì-Sabato ore 21,00 – Domenica ore 17,00
25 Dicembre e 1 Gennaio ore 18,00
26 Dicembre e 6 Gennaio ore 17,00
31 Dicembre ore 20,45