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REVIEW – LILLO E GREG NE IL MISTERO DELL’ASSASSINO MISTERIOSO

Lillo e Greg - Il Mistero dell'Assassino Misterioso

Foto Carlotta Domenici De Luca

Ridere con intelligenza e in modo pulito si può, con Lillo e Greg ne Il Mistero dell’Assassino Misterioso, al Sistina fino al 12 marzo.

di Ilaria Faraoni

Quante volte dopo aver visto uno spettacolo o un film ci siamo posti dubbi sulla poca verosimiglianza di una situazione, ci siamo accorti di zone d’ombra del testo, della mancanza di approfondimento nella costruzione di un personaggio, o di incongruenze e contraddizioni? E magari ci siamo sentiti rispondere, ponendo le nostre argomentazioni: “Ma è solo una commedia!” o “Ma è solo un musical!”. E no, signori miei: il teatro, anche quello “leggero”, è una cosa seria!

Ed ecco che Lillo e Greg devono pensarla allo stesso modo e fanno delle nostre domande rimaste senza risposta, uno dei temi su cui ridere nel loro ormai classico Il Mistero dell’Assassino Misterioso di cui questa volta firmano anche la regia.

Per chi non avesse ancora visto la commedia, in scena ripetutamente fin dal 2000, siamo in pieno metateatro, teatro nel teatro: una compagnia di attori mette in scena un classico giallo in stile inglese scritto, diretto e interpretato da Claudio (Claudio Gregorio/Greg). Una contessa è stata uccisa. Si cerca un colpevole.

La scenografia di Andrea Simonetti è efficace nell’introdurre immediatamente nel clima di riferimento, insieme all’effetto luci che inchioda gli indiziati e sottolinea i flashback con stacchetti sonori di stampo cinematografico.

Lo spettacolo è appena iniziato quando uno degli attori, Luca, si sente male in scena. La compagnia, a sipario chiuso, discute animatamente sul da farsi. Mentre ciò accade nella finzione, qualche spettatore in sala – nella realtà – rumoreggia, perché indeciso se si tratti o meno di spettacolo o di verità.

A sciogliere subito il dubbio, un Lillo bibitaro sale sul palco e si propone come sostituto. Del resto ha visto la commedia 70 volte! Da qui nascono i guai, perché in realtà il bibitaro non sa nemmeno una battuta. Anzi no: a dire il vero una la sa, con sua somma soddisfazione e con grande divertimento del pubblico.

Lillo e Greg Ne Il Mistero dell'Assassino Misterioso

Foto Carlotta Domenici De Luca

Il bello è che il giallo, a partire dalla “rischiosa” sostituzione, non è più il punto centrale dello spettacolo, ma solo un pretesto per ironizzare sul mondo del teatro stesso e ridere argutamente: non solo sulle incongruenze dei testi, ma anche su chi crede di essere un grande autore e non lo è; su chi (e qui un nostro applauso personale) prende spunti a destra e a manca per poi presentare un proprio testo “nuovo” che in realtà è solo “una scopiazzatura”, come dice candidamente Lillo/bibitaro.

Ma visto che ogni medaglia ha il suo rovescio, non viene risparmiato nemmeno chi, senza competenze, pensa di sapere tutto meglio degli altri, che invece ne hanno.

Naturalmente vengono toccate anche le meschinità degli attori, pronti a far di tutto per farsi notare da un produttore che si scopre essere presente in sala, in procinto di girare una fiction per la Rai dove manca ancora l’investigatore protagonista della storia: via dunque a invidie, gelosie e mezzucci in cui tutti possono riconoscersi, perché fanno parte della vita, qualsiasi mestiere si faccia. E allora anche il “diverso”, l’intruso – in questo caso il bibitaro – diventa un punto cui aggrapparsi se le sue argomentazioni fanno comodo al proprio tornaconto.

In conferenza stampa Lillo aveva dichiarato il suo amore per la comicità di situazione, più che per quella fatta di battute: ed è proprio ciò che ritroviamo nel testo (il nostro servizio sulla presentazione QUI). Il pubblico si ritrova a ridere ne Il Mistero dell’Assassino Misterioso proprio per le numerose situazioni sopra le righe, che generano però quasi sempre una risata che non è fine a se stessa ma che contiene uno spunto di riflessione.

Una prima con una costante di risate a tappetino (quelle che piacciono a Lillo) e applausi a scena aperta ha salutato il debutto di Lillo & Greg per la prima volta al Sistina di Roma.

Le battute per il gusto della battuta ed i giochi di parole comunque non mancano.

Come non mancano spunti attuali: vedasi il flash su Virginia Raggi e sullo stadio della Roma. Pensiamo poi ad una battuta grazie alla quale, con nonchalance, si fa notare l’importanza di una virgola per il senso di una frase, argomento sempre più di attualità, vista la progressiva scomparsa delle virgole al giorno d’oggi. Basti leggere sui social le tante vignette al riguardo.

Ma non ci sarebbe comicità del testo che tenga senza la bravura di Lillo e Greg, che gli danno vita al meglio con le loro interpretazioni, che insieme si compensano: la fisicità dell’uno, che balla, striscia, corre, gesticola e l’aplomb dell’altro che fulmina con gli sguardi e con gli scatti improvvisi.

Il tutto supportato dall’ottimo cast scelto dal duo, che tiene il ritmo per tutta l’ora e mezza dell’atto unico ed è capace di diversi generi di recitazione, con contaminazioni tratte anche da cinema e cartoon; si ride sonoramente con Danilo De Santis e Vania Della Bidia e qui vogliamo citare in particolare i rispettivi tormentoni: “Non me ne vergogno” (l’incipit della scena madre che gli è stata rubata da Dora/Greta, una delle colleghe) e “Senza il giardino dei ciliegi”, stralcio dal testo di Cechov che l’attrice (sempre nella finzione) si vanta di aver recitato al Teatro Nazionale – peccato fosse solo un saggio – e con cui spera di far colpo sul produttore.

E ancora c’è Dora Romano che con la sua infermiera tedesca Greta, nonché con la sua contessa Worthington, mostra una continua tavolozza espressiva irresistibile tra vocalità e mimica facciale e corporea. Due caratterizzazioni davvero da gustare.

Nel cast anche, con un cameo, Luca Latino, l’Ashton che viene sostituito ad inizio spettacolo e che, giustamente, chiude anche i giochi.

Lillo e Greg ne Il Mistero dell'Assassino Misterioso

Foto Carlotta Domenici De Luca

About Ilaria Faraoni

Giornalista, laureata in "Lettere Moderne - discipline dello spettacolo" alla Sapienza di Roma (vecchio ordinamento) con una tesi in "Storia del Teatro", ho studiato musica e chitarra classica per 10 anni con il Maestro Roberto Fabbri, sono istruttrice FITD di balli coreografici a squadre (coreographic team). Il mio interesse per l'arte è a 360°. Ho studiato fumetto diplomandomi alla "Scuola Internazionale di Comics". Tra le mie attività c'è anche la pittura: ho frequentato i corsi della Maestra Rosemaria Rizzo e ho tenuto diverse mostre personali (una delle quali interamente dedicata al mondo del musical) in sedi prestigiose; nel 2012 sono stata premiata a Palazzo Valentini (sede ufficiale della Provincia di Roma) con un Merit Award per la promozione dell'acquerello.
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