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RISATE DA OSCAR – FABRIZIO FONTANA

“RISATE da OSCAR”:
Fabrizio Fontana

Seconda data della rassegna di cabaret targata KarmArtistico al Teatro Oscar in compagnia di James Tont e Capitan Ventosa

Sabato 26 ottobre 2019, h.21,00
Teatro Oscar
Via Lattanzio 58, 20137 Milano

Seconda stagione per Risate da Oscar, rassegna di cabaret promossa dalla KarmArtistico di Francesco Ruta, protagonisti storici cabarettisti e comici televisivi provenienti da trasmissioni cult.

Dopo l’inaugurazione con lo spettacolo di Stefano Chiodaroli, tocca ora a un altro artista della fortunata era di Zelig, Fabrizio Fontana, l’allora James Tont e l’odierno Capitan Ventosa di Striscia la Notizia. E non solo…

«Da una decina d’anni a questa parte, e non solamente a Milano, sto assistendo creativamente ad un abbassamento della qualità dei contenuti nel cabaret» afferma Fontana. «C’è più la tendenza a sdoganare concetti semplici, spesso al limite della volgarità. Non che il cabaret sia mai stato filosofia ma ai tempi di Zelig c’erano logiche etiche e comiche che si basavano più su contenuti originali, sia che si trattasse di humour demenziale o poetico. Probabilmente anche perché quel periodo storico era diverso. Più sereno sicuramente. Negli ultimi anni ha pesato inevitabilmente anche l’avvento dei social, in accordo alle nuove regole del “mordi e fuggi”. Mi sembra che i creativi oggi si sforzino meno e che gli spettatori facciano più fatica a cogliere quegli spunti che una volta invece c’era più piacere di condividere in termini di riflessioni, pur in forma comica».

Riflessioni che vengono da una lunga esperienza: «A 26 anni e 2 esami dalla laurea ho abbandonato gli studi per fare cabaret. Ho cominciato a frequentare i laboratori, tipo Scaldasole. Non eravamo pagati e il pubblico non pagava. L’ambiente più puro possibile in cui spingersi a creare qualcosa di nuovo senza l’ansia di portare a casa il risultato, potendo però sperimentare oltre la battuta facile. Ci si stimolava a vicenda: ho sempre apprezzato chiunque avesse il gusto della creatività estrema, invitando a “giocare” per arrivare a una chiusa spiazzante. Così ho sempre cercato ispirazioni per il mio umorismo, non copiando ma piuttosto coltivando quella che era la mia sensibilità».

Rispetto alla generazione di Zelig afferma: «Paragono miei colleghi di Zelig a degli artigiani del pensiero rispetto alla standardizzazione da grande magazzino del mondo artistico di oggi. Uno standard basso di cui la tv e i social sono indice.
Il cabaret è nato nei teatrini e in posti alternativi: noi venivamo da lì e portavamo in tv una piccola appendice del nostro repertorio, proposta valida e coerente con quello che il pubblico avrebbe visto dal vivo.
Chi lavora o ha sempre lavorato sul palco ha un’esperienza diversa da chi opera registrazioni a tavolino con contenuti spesso discutibili – pur avendo migliaia di visualizzazioni. Chi oggi si muove sui social fa un altro mestiere rispetto al nostro.
La televisione e i social sono lo specchio di un’Italia fatta di lavoratori esasperati, bombardati da negatività, sfoghi e gossip estremo di politici e opinionisti. Siamo passati dall’estrema “pulizia” degli anni ’70 e ’80 alla via di mezzo di programmi come Drive In, Mai dire Gol e Zelig fino all’esasperazione della volgarità. Quali sono oggi i programmi che potrebbe vedere anche mio figlio? Non vedo più qualcosa come Zelig o Mai dire Gol in molti palinsesti.

Quasi il nostro sembra un mestiere in estinzione, costretti i miei colleghi ed io a ritrovarci in piccole oasi come Risate da Oscar: i contenuti di questa rassegna rispecchiano ancora l’era d’oro di una certa comicità.

Perché oggi, rispetto a un tempo, è più difficile far passare una certa comicità anche dal vivo? La gente pensa meno. Paradossalmente risulta sempre più faticoso, in questi tempi “passivi”, pensare e avere più interattività. Ultimamente all’inizio dei miei spettacoli sono stato costretto a dire: Quanti di voi vedono cabaret? Spiego il regolamento!».

Col suo stile energico, mimico e positivo Fontana sa arrivare a tutti: «Che sia un amministratore delegato in giacca e cravatta o un semplice passante, mi rivolgo sempre a una persona, indipendentemente dal loro ruolo. E poi non mi sono mai indirizzato al successo. Faccio cabaret come Striscia la notizia perché mi piace. Forse per questo piaccio».

Fabrizio Fontana porta in scena “uno spettacolo in evoluzione creativa” a partire dai precedenti Non solo Tont e Fontana le sa tutte: «Aprirò con un monologo autobiografico parlando di argomenti a me cari, spaziando tra le mie relazioni e le emozioni che mi ha dato il cabaret, dalla nascita dei miei personaggi come l’improbabile agente segreto James Tont al concorrente de Le so tutte! Chiuderò poi con una particolare riflessione sul senso della vita, prendendo spunto da un gioco che facevo da bambino…Fabrizio sarà il trait d’union per raccontarsi e raccontare esperienze, tra tante risate e sentimento».

Attualmente, oltre ai suoi spettacoli, è in tv con il personaggio di Capitan Ventosa a Striscia la Notizia: «Mi piace ancora essere lo scanzonato James Tont nei miei show, però in questo periodo nel quale sento una deriva a livello etico e creativo mi piace essere anche Capitan Ventosa. Ultimamente mi sto dedicando meno alla creazione di nuovi personaggi, parlando più attraverso quello che le persone dicono tramite il microfono di questa maschera. Così Fabrizio può raccontare più esperienze di vita anziché di fantasia pura e il pubblico è più disposto ad ascoltarmi nei panni di Capitan Ventosa. Mi piace fare servizio tramite l’ironia per risolvere situazioni. Rispecchia un po’ quel Fabrizio cresciuto che sa meglio affrontare la realtà anziché stare nel mondo fatato di Tont. Per questo talvolta mi piace portarlo anche sul palco. Potrebbe presentarsi anche a Risate da Oscar…»

In ogni caso vi aspetta una serata ad alto ritmo comico e alla fine direte: Mica Tont Fabrizio Fontana…le sa tutte!

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