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IL CORO LIRICO SICILIANO COME “PROMOTORE” CULTURALE

Il Coro Lirico Siciliano come promotore artistico e culturale: intervista al Presidente Alberto Munafò-Siragusa

di Paolo D. M. Vitale

Il Coro Lirico Siciliano è una realtà sempre più affermata nel panorama operistico regionale e nazionale, grazie – e soprattutto! – al suo carattere “propositivo” e non meramente operativo. Negli ultimi anni, infatti, il Coro Lirico Sicilano, grazie alla direzione musicale del M° Francesco Costa, alla direzione artistica di Giovanna Collina e alla presidenza di Alberto Munafò-Siragusa,  si è contraddistinto per essersi fatto promotore di iniziative di ampio respiro artistico e di grande valore culturale. Per questo motivo abbiamo voluto intervistare il Presidente Munafò-Siragusa per fare un resoconto della stagione appena conclusa e scoprire i progetti futuri.

P.V.: Com’è stato il 2019 del Coro Lirico Siciliano?

A.M.: Il Coro Lirico Siciliano è un Ente concertistico privato con una più che decennale carriera internazionale, che lo ha visto esibirsi accanto ad alcuni tra i più importanti artisti in molti blasonati teatri e sale da concerto del mondo, dall’italia all’Europa, dall’Oriente all’Occidente, ed è oggi considerato uno dei più importanti cori lirici e sinfonici d’Italia. Tra gli artisti con cui si è esibito figurano personalità come José Carreras, Franco Zeffirelli, Donato Renzetti, Ralf Weikert, Steven Mercurio, Muhai Tang, Lü Jia, Grischa Asagaroff, Fiorenza Cossotto, Andrea Bocelli, Daniela Dessì, Gregory Kunde, Fabio Armiliato, Marcello Giordani, Sonia Ganassi, Giovanna Casolla, Alberto Gazale, Carlo Colombara, Denia Mazzola Gavazzeni, Piero Giuliacci, Alessandro Corbelli, John Osborn, Dimitra Theodossiou, Luciana D’Intino, Pietro Ballo, Guo Shu Zhen. Ha prestato la sua opera per la “Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale”, la Fondazione “Orchestra Sinfonica Siciliana”, l’ “Ente Luglio Musicale Trapanese, il “Bellini Festival”,“Taormina Arte”, Macao International Music Festival, Harbin Grand Theatre, Tian Jin Opera House, Turkish National Philarmonic, Hangzhou Philarmonic, Macao Orchestra, Oper Schenkenberg, Astra Theatre, Malta Philarmonic Orchestra. Realizza manifestazioni che godono dell’Apprezzamento delle più Alte Cariche dello Stato: Presidente della Repubblica, del Senato, della Camera dei Deputati, del Consiglio dei Ministri, e dallo stesso Presidente della Repubblica ha ricevuto, in più occasioni, Premi e Medaglie di Rappresentanza. È stato insignito di numerosi premi, tra cui uno speciale riconoscimento in occasione degli International Opera Awards (Oscar della Lirica) 2017. E’ stato scritturato per numerose opere trasmesse in diretta dal Teatro Antico di Taormina in Mondovisione attraverso i canali RAI (RAIUNO e RAI5), SKY e il circuito MICROCINEMA in oltre 700salecinematografiche in tutto il mondo.

Quest’anno, in considerazione della non sempre brillante offerta culturale estiva in Sicilia, abbiamo deciso di cimentarci nella produzione esclusiva degli spettacoli, spinti da molti amici che da anni ci chiedevano di <<scendere in campo>> in qualità di produttori. È nato così il Festival Lirico dei Teatri di Pietra, che ha visto, per la prima volta nella storia della nostra regione, unificati sotto una unica insegna alcuni tra i più belli e importanti teatri del mondo: il Teatro Greco di Siracusa, il Teatro Antico di Taormina e il Teatro Greco di Tindari.

Diverse sono state le rappresentazioni che hanno preso vita in queste antiche càvee, che hanno segnato il ritorno dei grandi nomi della lirica, da tempo assenti su quei palcoscenici. Il folto e competente pubblico che ha scelto di vedere Tosca, Cavalleria Rusticana, Fuoco di Gioia e Nigra Sum ha potuto, così, assistere a una vera e propria parata di stelle di prima grandezza tra cui: Giovanna Casolla, Marcello Giordani, Alberto Mastromarino, Dímitra Theodossiou, Svetla Vassíleva e il debutto a Tindari del tenore messinese Angelo Villari che sta riscuotendo grande successo nei principali teatri italiani. Accanto a loro, stimati professionisti del mondo dell’opera e nuovi volti provenienti dall’universo della cultura e dello spettacolo, come Alessandro Cecchi Paone, alle prese con la regia di Tosca dopo il successo de La Traviata proprio a Tindari lo scorso anno. Infine la partecipazione del noto compositore di musica sacra Marco Frisina, che ha proposto, assieme al Coro Lirico Siciliano e alla sua Orchestra un oratorio in omaggio alla Madonna Nera di Tindari.

La risposta del pubblico è stata eccezionale e siamo molto soddisfatti, considerando che si è trattato del debutto del festival. La critica, locale e nazionale, è stata molto attenta e, come spesso accade, generosa, evidenziando i molti lati straordinari dell’operazione culturale compiuta. In particolare la critica si è soffermata sulle splendide scene di Tosca, che hanno voluto significare un omaggio al Caravaggio e agli stucchi del Serpotta, create per l’occasione su disegno di Alfredo Troisi. Di grande impatto è stato, inoltre, il concerto con il celeberrimo tenore pop Andrea Bocelli, che ha scelto proprio il Coro Lirico Siciliano per accompagnarlo nell’unica tappa italiana, a Taormina, del suo tour mondiale.

Un così bel successo ci spinge a proseguire per questa strada, nonostante le note difficoltà in cui versa nel nostro paese il comparto della cultura e, nello specifico, della lirica, a causa di scelte scellerate della politica e degli sprechi e pessime gestioni del passato.

Ma c’è di più, il 2020 segnerà l’ampliarsi del Festival dei Teatri di Pietra, con l’ingresso di ulteriori gioielli siciliani della classicità e con la proposizione di titoli originali e rari che possano ancor di più arricchire l’offerta culturale della <<terra degli dei>>.

P.V.: E quindi, reduce da questi successi e da queste “fatiche”, cosa c’è nel futuro prossimo del Coro Lirico Siciliano? Avete già programmato il 2020?

A.M.: Come dicevamo, la nostra attività si svolge tra l’Italia e l’estero, dove, ad esempio in estremo oriente, il CLS è ormai di casa, molto noto a causa della trasmissione in diretta tv dei suoi spettacoli di fronte a un pubblico di oltre 1 miliardo di spettatori. Da pochi giorni siamo rientrati da una lunga trasferta, durata un mese, che ci ha consentito di esibirci a Gozo (Malta) nell’opera “Il Trovatore” di Giuseppe Verdi presso l’Astra Theater, dove abbiamo avviato una collaborazione ormai da molti anni, e a Massy (Parigi) in Macbeth, sempre del Maestro di Busseto, in coproduzione con l’opera National de Bordeaux e l’Opera National de Nancy Lorraine. La trasferta francese ha segnato il debutto del CLS in Francia e, grazie ai lusinghieri successi di pubblico e critica, l’apertura di un nuovo mercato dove abbiamo umilmente cercato di portare, in occasione del Macbeth, la vocalità tipica dei grandi cori d’opera italiani del periodo d’oro degli anni 50, 60, 70. Proprio la riscoperta e la ricostruzione di quelle vocalità tipiche dell’opera lirica, che si distinguono per il colore nobile e morbido, l’amalgama tra le sezioni, l’ampia gamma espressiva dovuta anche alla capacità di forti escussioni di dinamica e agogica è – unitamente a una presenza scenica attiva, il tratto distintivo del Coro Lirico Siciliano.

Ciò avviene oggi, a tratti in controtendenza con l’attuale influenza dei generi più <<moderni>> (musicali , in primis), che vedono anche i cori lirici cercare di ottenere una vocalità più chiara e brillante, a parziale discapito della nobiltà e rubustezza del suono, a parere di chi scrive, naturalmente.

Adesso, dopo 10 giorni di meritato riposo, ci stiamo preparando per gli eventi di fine anno, con un occhio ai prossimi appuntamenti internazionali del 2020, che ci vedranno impegnati nei festeggiamenti per il 250mo anniversario del genio L. V. Beethoven: avremo, così numerosi eventi da qui al 2020, concerti, opere, festival, un tour tra i più bei siti archeologici siciliani dedicato a Vincenzo Bellini, la Stagione Concertistica della Monumentale Basilica di San Sebastiano di Acireale (Verdi Opera Gala, Requiem di Mozart, Canzoni Italiane d’Amore,…), la Settimana Musicale Agatina con il tradizionale Gran Concerto in onore a Sant’Agata; ancora le trasferte estere, che vedranno, tra l’altro, la partecipazione del CLS ai festeggiamenti Beethoveniani presso il prestigiosissimo Al Bustan Festivan, il Libano, dove l’Ente siculo interpreterà la celebre Sinfonia n. 9 in re minore op. 125 e debutterà nella Missa Solemnis in re maggiore op. 123, uno dei programmi sinfonici corali più impervi mai scritti.

E tanto, tanto altro ancora nel corso del 2020, con numerosi appuntamenti concertistici, produzioni d’opera e sorprese che non vogliamo svelare per lasciare un po’ di mistero in chi ci legge…

Una piccola nota di amarezza, a margine, va fatta. Spiace verificare lo spazio che la politica, la città, la Chiesa, i media ancora offrono a manifestazioni che si intestano la presunta paternità dei festeggiamenti in onore di quel genio della melodia che è Vincenzo Bellini. Rincresce verificare come si spaccino concerti assolutamente ordinari per eventi straordinari, canzonando un compositore che il mondo intero ci invidia con eventi che mai potrebbero lontanamente aspirare a rendere omaggio a un tale poeta della composizione; pubblicizzando la presenza di artisti di chiara fama, per poi sostituirli, secondo un modello ormai consolidato, con, seppur validi, artisti locali. Ciò senza la necessità di entrare nel merito della infelice nomea che accompagna, ormai stabilmente, gli enti organizzatori di tali eventi e sulla scelta, non sempre opportuna, di inserire in cartellone taluni artisti al centro di scandali di particolare evidenza pubblica.

Spiace, ancora, verificare come anche in una location così prestigiosa come il Teatro Antico di Taormina si possa consentire la esecuzione di opere prive di qualsiasi impianto scenografico, che, addirittura, pretendono di onorare artisti come Franco Zeffirelli con qualche pezzo di arredamento male assortito sul palcoscenico.

E, ultimo ma non per importanza, stupisce e dispiace come possa passare assolutamente inosservata la esecuzione di opere totalmente mutilate, dove, senza alcun timore, vengono tagliate alla meno peggio intere scene, eliminando qualsiasi possibilità di comprensione dello spettacolo.

Sicilia, terra di grandi contraddizioni, dove finanziamenti di grosse proporzioni vengono elargite apparentemente senza una valida motivazione, per produrre eventi pochi e male assortiti, mentre chi vuole fare veramente qualcosa di significativo viene lasciato da solo, quando non ostacolato, addirittura. Terra in cui ci vuole tanto coraggio, abnegazione, volontà di ferro per superare gli innumerevoli ostacoli della cattiva gestione o della incredibile burocrazia, con teatri gestiti, nel contempo, dalla Regione, dal Parco Archeologico, dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e da Enti e Fondazioni private che operano secondo modalità non sempre trasparenti.

P.V.: Per finire ti chiedo un ricordo di Marcello Giordani, che proprio col Coro Lirico Siciliano si è esibito questa estate prima di lasciarci improvvisamente.

A.M.: Un ricordo di Marcello. Sicilia, terra in cui, fortunatamente, esistono anche isole felici, persone perbene, organizzatori che meritano fiducia, spazio, interesse. E, probabilmente, sono la maggioranza, anche se più silenziosa. È il caso dell’amico e grande artista Marcello Giordani, recentemente scomparso a causa di un infarto fulminante. Con Marcello era nata una bella amicizia, basata sul reciproco rispetto, sulla stima biunivoca, sull’onestà, sulle risate, e anche su qualche simpatica lite (io gli dicevo, sorridendo e prendendolo un po’ in giro, che il problema era la sua <<testa di tenore>>).

Ci siamo conosciuti, ciascuno ha percorso la propria strada, e alla fine ci siamo incontrati di nuovo, debuttando, insieme, in veste di produttori, ciascuno con la sua entità, ma in stretta collaborazione, come solo le persone perbene possono, sanno e vogliono fare, anche nel tentativo di esorcizzare quelle organizzazioni non sempre limpide che anche lui aveva frequentato, suo malgrado, non riuscendo ad essere pagato per la sua professionalità e denunciando più volte anche pubblicamente i fatti.

Questa estate l’ennesima prodezza, per un uomo che, nel corso di una sfavillante carriera mondiale, ne ha compiute davvero molte. È stato in grado di interpretare due ruoli così diversi e così impegnativi come Mario Cavaradossi nella Tosca di Puccini di produzione CLS e Calàf, nella Turandot di produzione YAP. Cinque recite, quasi un giorno dietro l’altro, con prove sotto il caldo siciliano afoso di luglio e agosto. Due grandi successi, anche personali, di Giordani, che, ancora una volta, aveva dimostrato una sicurezza invidiabile, soprattutto nel registro acuto e sopracuto, e una grande padronanza scenica.

Un peccato che se ne sia andato così prematuramente, quando ancora aveva molto da offrire al mondo dell’opera, sia come artista che come produttore. Un peccato sia scomparsa una persona perbene come poche ce ne sono oggi, un vero signore e una persona dal sorriso genuino, che tanto aveva fatto e voleva ancora fare per la sua terra d’origine.

Lo abbiamo voluto salutare con il linguaggio che meglio conosciamo, il canto, nel corso delle sue esequie ad Augusta, tra lacrime, dispiacere, tristezza e ricordi di tante persone comuni. Una basilica gremita gli ha voluto dire, per l’ultima volta, ciao Marcello.

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