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LA SCOMPARSA DEL GRANDE SOPRANO MIRELLA FRENI: IL RICORDO DEL TEATRO ALLA SCALA

FEDORA 1993 con Josè Carreras ph Lelli e Masotti © Teatro alla Scala

Il Piermarini ricorda il soprano dedicandole la prima di Fedora, l’ultimo ruolo interpretato da Mirella Freni alla Scala, il prossimo 3 giugno.

TEATRO ALLA SCALA

Comunicato stampa:

FAUST 1966 ph Erio Piccagliani © Teatro alla Scala

La notizia della scomparsa di Mirella Freni ha colpito profondamente tutti i lavoratori, i musicisti, la direzione del Teatro alla Scala. Prima della recita del Trovatore di domenica 9 febbraio il pubblico le ha dedicato un minuto di commosso silenzio. Mirella Freni faceva parte della famiglia della Scala e tra le grandi voci del ‘900 forse nessuna ha ricevuto dal pubblico e dai colleghi un affetto così incondizionato. In trentaquattro anni di presenza al Piermarini, dal 1962 al 1996, Mirella Freni è stata protagonista di alcuni degli spettacoli che hanno costruito l’identità del Teatro, incluse sette inaugurazioni di stagione. Il suo proverbiale rigore, la musicalità innata ma forgiata nello studio e nel rispetto della partitura ne hanno fatto un’interprete amata dai direttori d’orchestra quanto dal pubblico: è Herbert von Karajan a volerla come Mimì ne La bohème con la regia di Franco Zeffirelli nel 1963; sul podio di questa produzione si avvicendano nel corso degli anni Nino Sanzogno, Georges Prêtre, Carlos Kleiber e Gianandrea Gavazzeni, che guida la Freni anche nei territori del Verismo con L’amico Fritz, Adriana Lecouvreur, Fedora. Kleiber la riporta al 7 dicembre nel 1967 con lo storico Otello con Plácido Domingo. Centrale nella storia dell’interpretazione al Teatro alla Scala è il suo rapporto con Claudio Abbado che la dirige in Simon Boccanegra, Le nozze di Figaro, Don Carlo e Requiem, ma restano memorabili anche le inaugurazioni verdiane con Falstaff diretto da Lorin Maazel e Ernani diretto da Riccardo Muti; Seiji Ozawa la dirige invece in Evgenij Onegin. Straordinari i sodalizi con i colleghi: primi tra tutti Luciano Pavarotti e Nicolai Ghiaurov, ma con lei dividono regolarmente il palcoscenico Plácido Domingo, Gianni Raimondi, Rolando Panerai, Piero Cappuccilli, Elena Obraztsova e moltissimi altri.

Il Teatro alla Scala ricorderà Mirella Freni dedicandole la prima di Fedora di Umberto Giordano il prossimo 3 giugno. Fedora è stata l’ultima parte affrontata dall’artista alla Scala nel 1996.

Raccontare gli anni scaligeri di Mirella Freni significa ripercorrere la storia della Scala negli ultimi decenni. Ricordiamo qui le nuove produzioni, omettendo parte delle riprese e dei concerti.

La prima scrittura arriva nel 1962 per il Serse di Händel diretto da Piero Bellugi alla Piccola Scala. Nel cast compaiono cantanti con cui la Freni condividerà innumerevoli avventure musicali: Luigi Alva, Rolando Panerai, Fiorenza Cossotto. Durante le prove si rende tuttavia necessario sostituire Renata Scotto nella parte di Nannetta nelle recite del Falstaff diretto da Antonino Votto nella sala principale: ed è così che la giovane Freni, che aveva sostenuto la parte l’anno precedente al Covent Garden con Giulini, debutta il 9 gennaio 1962 come Nannetta al Piermarini e il 16 gennaio come Romilda alla Piccola Scala. Sarà il suo unico impegno alla Piccola: l’anno seguente Herbert von Karajan la sceglie come Mimì nella nuova Bohème di Franco Zeffirelli, al fianco di Gianni Raimondi e ancora Rolando Panerai. È l’edizione storica destinata a restare in scena fino a oggi.

CARMEN 1963 con Mario del Monaco Erio Piccagliani © Teatro alla Scala

Due mesi dopo la Freni è Micaëla nella Carmen diretta da Nino Sonzogno accanto a Giulietta Simionato e Mario Del Monaco; passano 15 giorni ed è Zerlina, accanto al Masetto di Panerai, nel Don Giovanni diretto da Hermann Scherchen; Donna Anna è Leontyne Price, Don Giovanni è Nicolai Ghiaurov, che avrebbe sposato nel 1981. Il 1963 si chiude con il primo 7 dicembre: Suzel ne L’amico Fritz di Mascagni (Panerai è il Rabbino), presentato insieme a Cavalleria rusticana con la direzione di Gianandrea Gavazzeni. Nel marzo 1964 è Adina ne L’elisir d’amore diretto da Sonzogno con Giuseppe di Stefano e l’immancabile Panerai e nell’aprile Susanna ne Le nozze di Figaro dirette da Scherchen nello spettacolo di Jean Vilar con Lorengar, Ganzarolli e Bruscantini. A dicembre è Liù nella Turandot di Margherita Wallman diretta da Gavazzeni con Birgit Nilsson e Bruno Prevedi presentata a Mosca il 5 dicembre e alla Scala (con Corelli) il 7. Pochi giorni dopo, il 17, Karajan la vuole protagonista de La traviata: lo spettacolo è di Zeffirelli, a fianco a lei c’è Renato Cioni, ed è la prima volta che la Scala tenta di riproporre il titolo dopo l’edizione che aveva visto protagonista Maria Callas. Per la prima volta l’idillio con il pubblico si incrina: lo spettacolo regge solo tre recite, nella terza la Freni è sostituita da Anna Moffo. Il 31 dicembre la Freni è di nuovo in scena tra gli applausi come Mimì.

Torna alla Scala nel gennaio 1966 come protagonista di uno spettacolo storico: il Faust di Gounod nella regia di Jean-Louis Barrault. Dirige Georges Prêtre, cantano Nicolai Gedda e Nicolai Ghiaurov; in aprile è ancora Zerlina nel Don Giovanni con regia di Luigi Squarzina e Lorin Maazel sul podio; come Donna Anna e Don Giovanni cantano la Sutherland e Ghiaurov. Dopo nuove riprese di Faust e La bohème nel 1967, il 1968 la vede debuttare alla Scala come Maria ne La figlia del reggimento (in italiano) diretta da Sanzogno. È la prima volta che la Freni divide il palco della Scala con Luciano Pavarotti, che conosce dall’infanzia. Nel 1969 Pavarotti vestirà i panni di Rodolfo, fino ad allora indossati dal grande Gianni Raimondi, nella Bohème di Zeffirelli: da allora saranno insieme in innumerevoli produzioni formando una delle più formidabili coppie vocali della storia dell’opera. Già nel maggio 1969 cantano in Manon di Massenet con la direzione di Peter Maag.

MANON 1969 con Luciano Pavarotti ph Erio Piccagliani © Teatro alla Scala

Il 7 dicembre 1971 il pubblico dell’inaugurazione assiste per la prima volta a uno spettacolo destinato a tornare regolarmente nelle stagioni successive fino a diventare leggendario: il Simon Boccanegra di Claudio Abbado e Giorgio Strehler. La Freni è Amelia e con lei cantano Piero Cappuccilli, Nicolai Ghiaurov e Gianni Raimondi; scene e costumi sono di Ezio Frigerio; a poche settimane di distanza, nel gennaio 1972, la Freni è di nuovo Micaëla in una Carmen diretta da Prêtre. Dopo la prima ripresa del Simone, la Freni torna a cantare nelle Nozze, questa volta come Contessa d’Almaviva: Claudio Abbado è sul podio e nello spettacolo di Otto Schenk cantano José van Dam, Hermann Prey e Teresa Berganza. Dopo nuove riprese di Bohème (Pavarotti / Prêtre) e Simon Boccanegra, il 7 dicembre 1976 è protagonista di un’altra apertura di stagione entrata nella storia: Otello di Verdi diretto da Carlos Kleiber con Plácido Domingo e Piero Cappuccilli nell’allestimento di Zeffirelli. È la prima opera della Scala trasmessa in diretta dalla Rai. Segue una ripresa del Faust.

SIMON BOCCANEGRA con Strehler, Abbado e Cappuccilli ph Erio Piccagliani © Teatro alla Scala

La stagione 1977/78 segna il bicentenario del Teatro: per la serata inaugurale Abbado sceglie Don Carlo di Verdi, edizione in cinque atti in italiano, nell’innovativa (e contestata) regia di Luca Ronconi. Insieme alla Freni sono in scena Nicolai Ghiaurov, José Carreras, Elena Obrastsova, Piero Cappuccilli. Il 6 gennaio Abbado dirige la Messa da Requiem di Verdi nella Chiesa di San Marco con Freni, Obraztsova, Pavarotti e Ghiaurov; il bicentenario si chiude il 7 dicembre 1978 con la ripresa di Simon Boccanegra, caso unico di apertura di stagione con un allestimento già presentato; nel gennaio 1979 si riprende anche il Don Carlo di Ronconi e poi ancora Requiem a Cremona e a Como. A febbraio la Freni ritrova Pavarotti in un Elisir d’amore di Ponnelle con Nucci e Montarsolo diretto da Reynald Giovaninetti; in giugno Abbado dirige un concerto per Casa Verdi cui partecipano Freni, Ricciarelli, Cotrubas, Obraztsova, Domingo, Cappuccilli, Luchetti, Foiani, Nesterenko. Pavarotti, indisposto, rinuncia.

Nel 1980 si riprende Otello e il 7 dicembre si apre la nuova stagione con il Falstaff “padano” di Giorgio Strehler diretto da Lorin Maazel; la Freni è Alice Ford, Falstaff è Juan Pons. Il 1981 è l’anno in cui a prendere le redini della già storica Bohème di Zeffirelli è Carlos Kleiber; accanto alla Freni canta Peter Dvorský, sostituito nelle prime recite da Ottavio Garaventa. In settembre il Simone va in trasferta a Tokyo per quattro recite al Bunka Kaikan.

Nel 1982 la Freni canta nelle riprese di Falstaff con Maazel, di Simon Boccanegra con Abbado e di Otello con Kleiber. È in scena ancora una volta anche il 7 dicembre nella nuovissima produzione di Ernani di Luca Ronconi con Domingo, Bruson e Ghiaurov: sul podio c’è Riccardo Muti.

EVGENIJ ONEGIN 1986 ph Lelli e Masotti © Teatro alla Scala

Nel 1986 Mirella Freni offre al pubblico scaligero un nuovo grande ruolo: Tatiana nell’Evgenij Onegin di Čajkovski accanto a Neil Shicoff e Nicolai Ghiaurov in uno spettacolo di Andrej Konchalovsky per la direzione di Seiji Ozawa. L’anno seguente torna al fianco di Domingo nell’Otello diretto da Kleiber e in alcune recite di Bohème; nel 1989 è Adriana Lecouvreur nel nuovo allestimento di Lamberto Puggelli diretto da Gianandrea Gavazzeni, insieme a Peter Dvorský e Fiorenza Cossotto. La squadra che la vede accanto a Ozawa e Konchalovsky si forma nuovamente nel 1990 per La dama di picche. Nel 1991 Gavazzeni dirige riprese di Adriana e Bohème; di nuovo con Gavazzeni e Puggelli la Freni affronta nel 1993 la parte di Fedora nell’opera di Giordano dividendo il palco con Plácido Domingo e, in alcune recite, con José Carreras. Nel 1994 è con Roberto Alagna nella ripresa di Bohème.

L’ultima apparizione di Mirella Freni sul palcoscenico della Scala avviene il 14 giugno 1996, in una recita di Fedora con Plácido Domingo. Il 18 maggio aveva partecipato al concerto straordinario diretto da Riccardo Muti per il 50° anniversario della ricostruzione della sala del Piermarini, insieme a Elizabeth Norberg-Schulz, Luciana D’Intino, Vincenzo La Scola e Samuel Ramey.

Nel 2015 il Teatro ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno con una serata condotta dai suoi amici di sempre, Elvio Giudici e Alberto Mattioli, in cui la sala si è riempita ancora una volta di un pubblico pieno di gioia e di gratitudine.

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