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INTERVISTA AL REGISTA E ATTORE FRANCESCO BRANCHETTI, IN SCENA CON “UN GRANDE GRIDO D’AMORE”, “UNA STANZA AL BUIO” E “PARLAMI D’AMORE”

INTERVISTA FRANCESCO BRANCHETTI UN GRANDE GRIDO D’AMORE UNA STANZA AL BUIO PARLAMI D’AMORE

Intervista a Francesco Branchetti, pluripremiato regista e attore, in scena al Teatro degli Audaci di Roma dal 2 al 4 ottobre con Barbara De Rossi con la ripresa di “Un gande grido d’amore” e da giovedì 8 a domenica 11 ottobre con la regia di “Una Stanza al buio”,  con Alessia Fabiani e Claudio Zarlocchi.  Dal 18 ottobre (partendo dal Teatro Boni di Acquapendente, Viterbo), Branchetti riprenderà anche il tour di “Parlami d’amore” con Nathalie Caldonazzo. Le schede degli spettacoli a fine intervista.

Intervista a cura di Ilaria Faraoni

Ha studiato regia con la regista inglese Antoniette De Bromhead. Che differenze riscontra tra il modo inglese di dirigere e concepire un lavoro e quello italiano e come mai ha scelto lei per avvicinarsi alla regia?

Ho studiato con lei moltissimi anni fa e poi ho studiato con moltissimi altri maestri; ho sempre creduto profondamente nella formazione, per cui ho cercato di studiare con artisti dalle metodologie anche completamente diverse tra di loro e credo che la mia maniera di concepire la regia sia il frutto di mille influenze, di natura anche completamente diversa; mi sono avvicinato alla regia essenzialmente per raccontare il mio mondo, per comunicare con gli altri.

Il suo modo di dirigere è più inglese o italiano?

Assolutamente italiano, profondamente intriso della nostra cultura teatrale, ma attento a cosa avviene scenicamente in Europa e nel mondo; sicuramente amo molto seguire il teatro che viene fatto all’estero e questo sicuramente influenza alcune mie scelte e, senz’altro, il mio lavoro.

Spesso è anche interprete degli spettacoli che dirige: come cambia il suo modo di lavorare in questi casi? Qual è il suo occhio “esterno”?

Io ho iniziato interpretando e dirigendo i miei spettacoli per cui per me è una cosa abbastanza naturale guardarmi da fuori e solitamente mi preparo molto tempo prima da un punto di vista attoriale rispetto all’inizio delle prove vere e proprie e anche la preparazione da un punto di vista registico di uno spettacolo inizia molti mesi prima, per cui ho più tempo per lavorare su entrambi i lati del mio lavoro in teatro, come attore e regista.

Come nel caso di “Un grande grido d’amore”, di “Una stanza al buio”e di “Parlami d’Amore”, spesso collabora con il maestro Pino Cangialosi per le musiche che accompagnano i suoi spettacoli. Con lui, tra l’altro, ha messo in scena Histoire du soldat di Igor Stravinsky (con l’orchestra) e Inno alla terra, uno spettacolo-concerto su San Francesco, sempre con orchestra dal vivo. Che percentuale dà, alla musica, per la riuscita di un lavoro, o di una singola scena?

Considero il maestro Pino Cangialosi uno dei miei collaboratori più importanti e considero la musica essenziale nei miei spettacoli, in quanto non è un semplice accompagnamento di una scena, ma è vera musica “applicata” e cioè racconta quello che succede nelle anime dei personaggi, racconta e, alle volte, incarna l’anima stessa delle varie scene e a volte dell’intero spettacolo.

Spesso sceglie testi che analizzano e approfondiscono i rapporti di coppia. Che idea si è fatto a proposito dell’argomento?

Credo che troppo spesso molti rapporti di coppia nascano da un “progetto estetico” che niente ha a che vedere con i veri sentimenti che i due protagonisti del rapporto nutrono vicendevolmente. Trovo che la coppia e la famiglia siano il nodo centrale di una società, per cui analizzare come si relazionano uomini e donne in una società è analizzare la società stessa e credo in un teatro che ha al suo centro l’essere umano e il rapporto tra esseri umani, per cui amo molto analizzarlo e analizzarli nei miei spettacoli, da sempre.

Spazia dal teatro classico a quello contemporaneo. Quali sono, secondo lei, i punti in comune e quali le divergenze? In cosa l’uno e l’altro sono più forti?

Io affronto i testi classici come se fossero dei testi di nuova drammaturgia, da un punto di vista profondo, anche se è chiaro che da un punto di vista formale i parametri sono molto diversi, ma credo che la forza del teatro classico sia la stessa del teatro contemporaneo e cioè quella di essere profondamente attuale, di parlare al cuore degli spettatori di oggi e di affrontare temi che sono vivi, veri e scottanti oggi; quando metto in scena un classico, tento sempre di pensare a come possa essere utile e attuale per lo spettatore che lo vede adesso in scena.

In tempo di coronavirus, ha in ballo ben tre spettacoli. Come sta riuscendo ad affrontare tutte le difficoltà del momento?

Con grandissima difficoltà, ma anche con una grande voglia di ricominciare

Qual è l’approccio degli spettatori e quale quello di voi lavoratori dello spettacolo?

Nelle repliche che abbiamo effettuato fino ad adesso il pubblico ha risposto sempre molto bene ma eravamo all’aperto, in estate, per cui mi auguro che con l’inverno, nei teatri al chiuso, possa proseguire ancora così bene.

Quali sono, secondo lei i passi che andrebbero fatti per sostenere il teatro in questo momento?

Sicuramente il governo dovrebbe aiutare significativamente i teatri e le compagnie che sono stati gravemente danneggiati da questa emergenza senza precedenti.

Seguono comunicati stampa con schede spettacoli

Ass.Cult. Foxtrot Golf

presenta

Barbara De Rossi  Francesco Branchetti

in

Un grande grido d’amore

di Josiane Balasko

traduzione David Norisco

con

Isabella Giannone e Simone Lambertini

Musiche originali Pino Cangialosi

Regia Francesco Branchetti

Barbara De Rossi e Francesco Branchetti di nuovo insieme sul palcoscenico con uno spettacolo tutto nuovo, davvero coinvolgente: dal 10 gennaio, infatti, i due straordinari interpreti, protagonisti negli ultimi anni di numerose rappresentazioni di successo, porteranno in giro per l’Italia “Un grande grido d’amore” di Josiane Balansko con la traduzione di Davide Norisco e la regia dello stesso Francesco Branchetti. In scena anche Isabella Giannone e Simone Lambertini, musiche originali di Pino Cangialosi. Da Milano a Napoli, passando per Torino, Firenze e tantissime altre città, la commedia attraverserà l’Italia in lungo e largo, toccando numerose regioni, con una lunga e impegnativa tournée.

Al centro della vicenda i protagonisti Gigì Ortega e Hugo Martial, attori e coppia famosissima anni prima, fino all’abbandono delle scene da parte di lei e il conseguente declino della carriera di lui. La rinuncia improvvisa di un’attrice, protagonista con Martial di uno spettacolo pronto al debutto, fornisce all’agente il pretesto per tentare di formare di nuovo la mitica coppia e garantire il successo dello show. Da qui una serie di stratagemmi e imbrogli per convincere gli attori a tornare insieme e una serie di esilaranti situazioni ed equivoci in un’atmosfera spesso deflagrante, ricca di suspense ma anche di tenerezza.

 “La fortuna scenica di Josiane Balasko – spiega il regista Francesco Branchetti –  è un fenomeno conosciuto che negli anni è diventato sempre più clamoroso. Ormai non c’è palcoscenico importante del mondo che non abbia ospitato una sua commedia e i suoi testi riscuotono ovunque straordinari successi.

L’estro e la genialità drammaturgica dell’autrice, in questo testo, ha caratteristiche molto precise – continua Branchetti – a poco a poco, senza quasi darlo a vedere, dall’ atmosfera da commedia, che vive sulla perfezione dei meccanismi e su un dialogo sfavillante e teatralmente perfetto, si passa a qualcosa di molto profondo che ci regala anche momenti di grande poesia e umanità; I personaggi  caratterizzati in maniera straordinaria,  non sono  solo pedine dell’azione scenica, ma si trasformano  in personaggi identificabili e riconoscibili di un ambiente, come quello del teatro e dello spettacolo, colti nei tic, nelle frustrazioni e nelle ambizioni spesso sbagliate o comunque bizzarre della loro esistenza.

Messaggio implicito – conclude il regista –  è, sempre e comunque, che finché si riesce a ridere della propria paralisi comportamentale e sociale, c’è speranza. La regia intende restituire al testo anche la straordinaria capacità d’indagare l’animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri; ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza forsennata in cui si alternano momenti comici e momenti intrisi di profonda umanità e poesia, che ci trascina nel “privato” di un rapporto, di una relazione, di un incontro tra un uomo e una donna “.

NOTE DI REGIA

La fortuna scenica di Josiane Balasko è un fenomeno conosciuto e che negli anni è diventato sempre più clamoroso. Ormai non c’è palcoscenico importante del mondo che non abbia ospitato una sua commedia e i suoi testi riscuotono  ovunque straordinari successi.

L’estro e la genialità drammaturgica dell’autrice, in questo testo,  ha caratteristiche molto precise drammaturgicamente parlando e il testo non ha solo l’ambizione di “seguire”, teatralmente parlando, i suoi personaggi, la loro costruzione e  la loro strada, ma a poco a poco, senza quasi darlo a vedere, dall’ atmosfera da commedia, che vive sulla perfezione dei meccanismi e su un dialogo sfavillante e teatralmente perfetto, si passa a qualcosa di molto profondo che ci regala anche momenti di grande poesia e umanità; I personaggi  caratterizzati in maniera straordinaria,  non sono  solo pedine dell’azione scenica, ma si trasformano  in personaggi identificabili e riconoscibili di un ambiente, come quello del teatro e dello spettacolo, colti nei tic, nelle frustrazioni e nelle ambizioni spesso sbagliate o comunque bizzarre della loro esistenza. Gli stessi stratagemmi dei personaggi, le bugie che dicono e le situazioni teatrali esplosive, che costituiscono uno dei punti di forza del testo, non sono semplici elementi da sfruttare nelle infinite possibilità comiche, ma l’occasione anche per fare un ritratto amaro e graffiante, ma anche pieno di “umanità”, di un mondo dai valori, a dir poco, bizzarri  e spesso senza reali alternative al proprio  modo di vivere.

Gigì Ortega e Hugo Martial, i nostri protagonisti, sono due attori ed erano una coppia famosissima fino a una quindicina di anni prima, coppia anche nel privato. Poi lei ha abbandonato le scene e lui continua a fare spettacoli ma non è più il suo il nome di richiamo in uno spettacolo.

La scena si apre con l’agente Silvestre e con il regista di uno  spettacolo con Hugo Martial  che si trovano davanti alla defezione dell’attrice protagonista partner di Martial poco prima del debutto dello spettacolo. L’agente Silvestre per risolvere la situazione non trovando altri nomi famosi che la possano sostituire, decide di formare di nuovo la mitica coppia Ortega/ Martial sperando che la rentrée della coppia porti grande pubblicità e pubblico allo spettacolo e contatta l’attrice. Da qui iniziano una serie di stratagemmi e imbrogli per convincere Hugo e Gigì a tornare insieme dato che tra i due non corre più buon sangue. Ne scaturiscono una serie di esilaranti situazioni e un susseguirsi di equivoci in un’atmosfera spesso deflagrante, ricca di suspense ma anche di tenerezza.

La regia, da sempre interessata alla drammaturgia di Josiane Balasko, tenterà di restituire al testo la capacità di coniugare ritmi forsennati e trovate sceniche geniali con la clamorosa capacità di indagare le psicologie dei personaggi. La regia tenterà inoltre di coniugare la genialità delle situazioni “teatrali” e la clamorosa ironia con la grande profondità di analisi dei caratteri e dei personaggi e tutto sarà teso a creare un allestimento di forte comunicatività. UN GRANDE GRIDO D’AMORE è una straordinaria pièce che davvero riconcilia con il teatro, comico ma non solo. E’ indubbiamente una comicità che nasce dalla costruzione perfetta dei caratteri dei nostri protagonisti e dalla ricostruzione altrettanto impeccabile del mondo di cui fanno parte ma sempre lontana da ogni forma di superficialità e di cliché. Musiche, scene e costumi daranno un apporto fondamentale a questo viaggio nella straordinaria drammaturgia di Josiane Balasko e nelle rocambolesche vicende dei suoi personaggi.

Messaggio implicito è, sempre e comunque, che finché si riesce a ridere della propria paralisi comportamentale e sociale, c’è speranza. La regia intende restituire al testo anche la straordinaria capacità d’indagare l’animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri; ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza forsennata in cui si alternano momenti comici e momenti intrisi di profonda umanità e poesia, che ci trascina nel “privato” di un rapporto, di una relazione, di un incontro tra un uomo e una donna

ASSOCIAZIONE MULTIETRA SPETTACOLI E INTRATTENIMENTO

Presenta

Alessia Fabiani     Claudio Zarlocchi

in

UNA STANZA AL BUIO

di Giuseppe Manfridi

regia Francesco Branchetti

COMUNICATO STAMPA

Debutta in Prima nazionale assoluta nella Capitale lo spettacolo Una stanza al buio”, commedia “gialla” scritta da Giuseppe Manfridi e interpretata da Alessia Fabiani e Claudio Zarlocchi per la regia di Francesco Branchetti. Scene di Andrea Franculli, Musiche di Pino Cangialosi.

In scena da giovedì 8 a domenica 11 ottobre al Teatro degli Audaci di Roma (Via Giuseppe de Santis, 29) e poi in tournée in giro per l’Italia, la pièce si preannuncia ricca di colpi di scena in un clima che oscilla tra il comico e il grottesco, il poetico e talvolta l’assurdo.

Uno scapolo viene ucciso nel suo appartamento, trasformato in una piccola garconnière. Mentre le indagini proseguono, un uomo e una donna si incontrano sul luogo del delitto. Davanti ai loro occhi si presenta una sagoma di gesso. Lui introverso, oppresso dalla rabbia e dall’ansia, scultore e amministratore dello stabile. Lei misteriosa, intrigante e piena di sé.

È una commedia che vive dei suoi personaggi, dei loro caratteri, che più diversi non potrebbero essere, delle loro manie, tic, ossessioni e del gioco che tra loro si viene a creare: un meccanismo perverso di seduzione, plagio o forse complicità.

I due protagonisti ci conducono in un misterioso balletto di emozioni fino a sprofondare in un vortice creato da loro stessi e dal mondo di valori e stili di vita che hanno abbracciato, dal quale solo il colpo di scena finale farà uscire.

La Regia di Francesco Branchetti intende restituire al testo di Manfridi la straordinaria capacità di indagare nei due personaggi complessi e fuori dall’ordinario senza dimenticare mai humour e ironia:” È una commedia- spiega Branchetti – che vive della perfezione del meccanismo drammaturgico, oltre che delle interpretazioni dense di originalità dei miei splendidi attori, con cui abbiamo fatto un lavoro di grande introspezione e ricerca psicologica”.

Fondamentale è, infine, l’apporto delle Scene e delle musiche in questo viaggio dei due universi, opposti e talvolta complementari, di cui sono portavoce i personaggi

Note dell’Autore

“Una commedia “gialla” è duro riassumerla schivando tutte le indicazioni, anche le più minime, che potrebbero alludere al “come va a finire”. Mi limiterò, a dire quale l’ambiente, e ciò che lo abita: un appartamentino di natura un po’ retrò, che uno scapolo impenitente, non per nulla malvisto da un condominio incline alla terza età, ha svecchiato trasformandolo in una “garconnière” sul cui pavimento campeggia, ad apertura di sipario, una sinistra sagoma di gesso. I contorni di una salma. Di chi? Per l’appunto, dello scapolo impenitente.

Ebbene, in questo luogo peccaminoso contaminato da un delitto sul quale ancor si sta indagando, si introducono un uomo e una donna. Lui è l’amministratore dello stabile (di professione, scultore), ma da tutti considerato e trattato come il portiere corruttibile, un po’ tapino ma pure afflitto da rabbie malamente represse; lei ben più misteriosa, è forse un’avventuriera alla ricerca non si sa bene di che.

O meglio: non lo si sa all’inizio ma lo si capirà alla fine. Terzo personaggio: una femmina di notevole avvenenza che saprà rendersi protagonista della storia senza nemmeno bisogno di comparire in carne e ossa ma solo attraverso la propria immagine in video.

L’azione si consuma in un arco di tempo reale mentre, dal piano di sopra, discendono il festante ciacolio e le melodie mielose di una festicciola organizzata per brindare alla salute di due fidanzatini plurisessantenni.

Fra l’uomo e la donna s’avvia una schermaglia leggera sul principio, vieppiù maliziosa nel suo procedere, successivamente complice sino quasi alla scabrosità e all’eros, e da ultimo, impietosa. La dinamica che si avvia e si consuma, è quella di un plagio insinuante e progressivo. L’esito, un colpo di scena. Anzi, due. Forse, tre.”

INFO:

ORARI SPETTACOLI:

giovedì 8, venerdì 9 e sabato 10 ottobre ore 21.00;

Domenica 11 ottobre ore 18.00

TEATRO DEGLI AUDACI

Via Giuseppe De Santis, 29 Roma (zona Porta di Roma) – Parcheggio riservato gratuito www.teatrodegliaudaci.it

Per info e prenotazioni:

06 94 37 60 57 – organizzazione@teatrodegliaudaci.it

FOXTROT GOLF DISTRIBUZIONE

Ass. Cult.  FOXTROT GOLF

presenta

Nathalie Caldonazzo          Francesco Branchetti

In

PARLAMI D’AMORE

di

Philippe Claudel

Traduzione  David Conati – musiche Pino Cangialosi

regia

Francesco Branchetti

Da anni mi occupo come regista e uomo di teatro di testi che mettono al centro del evento teatrale il rapporto tra uomo e donna nelle sue sfaccettature più vere, profonde ed intime e il testo di Philippe Claudel è appunto straordinario nel raccontare una società e una coppia in crisi profonda di valori e di punti di riferimento ed è straordinario nel costruire dei caratteri di clamorosa rappresentatività di una certa società e di una concezione del rapporto di coppia che qui vede sgretolarsi i suoi punti cardine e le sue fondamenta. Claudel mostra come sottotraccia possano convivere moltitudini di sentimenti intrecciati, impulsi contrastanti e come sia denso e irto di ostacoli il cammino del dialogo tra uomo e donna.

Non abbandonando mai uno sguardo profondamente umano Claudel affonda la lama nelle pieghe più intime e a tratti inconfessabili di un rapporto di coppia anche attraverso una straordinaria e pungente ironia che accompagna tutto il testo. Fragilità, debolezze e addirittura in alcuni momenti candore trovano spazio in un duetto di coppia a tratti terribile ma sempre accompagnato da irresistibile humour e travolgente ironia.

Le interpretazioni dei personaggi sono tese a ricostruire due profili psicologici che fanno riflettere a quello che a volte un rapporto può diventare e a quanto sia difficile uscire da certi schemi comportamentali e a volte anche sociali.

La regia intende restituire al testo la straordinaria capacità d’indagare l’animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri; ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza che muta di ritmo ad ogni scambio di battute tra i protagonisti; tra momenti di grande ironia e amarezze profonde ci muoviamo come investigatori alla ricerca di verità nel “privato” di un rapporto di coppia, di una relazione, di un incontro. Scene e musiche, daranno un apporto fondamentale a questo viaggio nel mondo dei rapporti tra uomini e donne, nell’inconscio, nella psiche, di cui sono proiezioni.

Francesco Branchetti

Associazione Culturale FOXTROT GOLF

Viale dei Monfortani, 57/b – 00135 Roma Mobile +39 3384219578/ +39 3334890321

e-mail: foxtrot.golf10@gmail.com

FRANCESCO BRANCHETTI

Regista ed attore, nato a Firenze, ha studiato regia con la regista inglese Antoniette De Bromhead.

Ha da vari anni un’intensa attività come attore e regista. Dal 2000 inizia una proficua collaborazione con i maggiori drammaturghi italiani e stranieri contemporanei, mettendo in scena molti loro testi.

Ha diretto opere e concerti e lavora in programmi radiofonici. Nel 2010 gli viene assegnato il PREMIO SPECIALE VALLECORSI – protagonisti della scena contemporanea”56°edizione. Sempre nel 2010 riceve il PREMIO GIBELLINA-RANDONE

XIV Edizione PREMIO SALVO RANDONE – OSCAR DEL TEATRO ITALIANO per la sua attività di regista e attore.

Nel 2014 riceve il prestigioso PREMIO OMBRA DELLA SERA per lo spettacolo “GIROTONDO” di Arthur Schnitzler, di cui è regista, come migliore spettacolo dell’anno, premio consegnato nella XII edizione Festival Internazionale Teatro Romano di Volterra.

Nel 2016 gli viene conferito il PREMIO CAESAR alla carriera.

Nel 2017 gli viene conferito il prestigioso premio “ROMA… È ARTE” al Teatro Olimpico di Roma per la sua attività di regista e attore.

Nel 2017 gli viene conferito il prestigioso PREMIO PENISOLA SORRENTINA per la sua interpretazione nello spettacolo IL BACIO.

Nel 2018 gli viene conferito il prestigioso PREMIO ANNA MAGNANI per il Teatro.

Nel 2018 gli viene conferito il prestigioso PREMIO INTERNAZIONALE MAGNA GRECIA XX Edizione per la regia e l’ interpretazione nello spettacolo IL BACIO.

Nel 2018 gli viene conferito nuovamente il prestigioso PREMIO PENISOLA SORRENTINA per la sua regia dello spettacolo DEBORA’S LOVE.

Come attore ha lavorato in svariati film e fiction di successo tra cui Cronache del terzo millennio regia di Francesco Maselli, film che è stato presentato fuori concorso alla 53° mostra del cinema di Venezia;Le ombre rosse regia di Francesco Maselli, film presentato fuori concorso alla 66° mostra del cinema di Venezia; Mari del sud, regia di Marcello Cesena; Empoli 1921, regia di Ennio marzocchini, film presentato alla 52° mostra del cinema di Venezia e al festival di Amnecy 95. Ha interpretato il ruolo di Francesco Marini in Incantesimo 8, il ruolo di Luca in Ricominciare 1 e 2, e il ruolo del cattivo giudice inquisitore in Elisa di Rivombrosa regia di Cinzia Th Torrini con la quale ha girato anche Plagio e La colpevole per la RAI TV, ha girato inoltre Dopo la tempesta regia dei fratelli Frazzi, La bugiarda di Franco Giraldi ed ha partecipato alle serie TV Un medico in famiglia, Una donna per amico, Ricominciare, Un prete fra noi, Raccontami 2, Nebbie e delitti 2, Una madre detective,Provaci ancora prof. 2, Il Commissario Rex, Il paradiso delle signore ecc.…

Nel 2018 è regista e interprete del cortometraggio In Strada.

Come attore teatrale esordisce con la regia di Antonio Pierfederici nel Si e No di G.Greene; lavora per vari anni negli spettacoli di Carlo Quartucci, Riccardo Reim e molti altri.

Ha curato la regia di vari spettacoli tra cui La temperatura del pianeta di Luca de Bei; Bruciati di Angelo Longoni; Il ventre di Alberto Bassetti con Isabel Russinova che debutta con molto successo a Taormina Arte 2003 e prosegue con altrettanto successo in varie piazze italiane; Ultrà di Giuseppe Manfridi; Corale dell’attesa di Giuseppe Manfridi che debutta anch’esso con molto successo di critica e di pubblico a Taormina Arte 2004, aprendo poi il Prosa Garda Festival 2004 al Teatro del Vittoriale e la seconda parte del Festival Internazionale Del Teatro di Ostia Antica – Teatro Romano di Ostia Antica nel settembre 2004.

Nella stagione teatrale 2004/2005 ha diretto Mata Hari di Mario Romano Parboni; Scandalo! di Alberto Bassetti con Gabriele Ferzetti in scena con molto successo a Roma al Teatro della Cometa e poi in tournée nei maggiori teatri italiani; Mary Shelley & Frankenstein di Enrico Bernard in scena a Roma e poi al Prosa Garda Festival 2005.

Ha diretto La donna di Samo da Menandro con Debora Caprioglio, in scena al Festival La Versiliana 2005 e poi in tournée con grande successo di pubblico e critica.

Ha diretto Shakespearefamily di Giuseppe Manfridi che ha debuttato a Taormina Arte 2005 e poi in tournée nella stagione invernale 2005/2006.

Nella stagione 2006/2007 dirige Tre Operai di Enrico Bernard,dall’omonimo romanzo di Carlo Bernari (Teatro India -Teatro di Roma) e dirige ed interpreta, nel ruolo di Macbeth, Macbeth di William Shakespeare (Teatro Ghione di Roma).

Nella stagione 2007/2008 ha curato la regia di L’Osso d’oca (ultimi giorni di Puccini a Bruxelles) di Giuseppe Manfridi con Pino Micol e Bruno Maccallini che ha debuttato al XLI Festival di Borgio Verezzi 2007 e apre la stagione invernale al teatro della Cometa di Roma.

Nella stagione estiva 2008 dirige e interpreta, nel ruolo di Antonio, Antonio e Cleopatra di Shakespeare, spettacolo d’apertura di Taormina Arte 2008 e poi in tournèe estiva ( Segesta-teatro antico,Anagni-festival del teatro medievale e rinascimentale,ecc.) ed invernale 2008-09 (Roma-Teatro Italia) .

Ha diretto nella stagione 2009-2010: Inno alla terra spettacolo-concerto su San Francesco con orchestra diretta da Pino Cangialosi; Io, Ettore Petrolini di G.Antonucci con A.Avallone; La voragine di Enrico Bernard; Faust,ein fragment di Adalbert Von Chamisso con Mariano Rigillo (Festival Fabbricazioni-Rieti); Er naso da Gogol di Moretti-palladino; Senso di Gianni Guardigli liberamente ispirato alla novella di Camillo Boito.

Nella stagione estiva 2010 interpreta come protagonista Il lavoro dell’attrice sul produttore di R.Leonelli ad Asti Teatro 32.

Nella stagione 2010/2011 dirige e interpreta Intervista con Marinetti di Giovanni Antonucci (Teatro Tor Bella Monaca – Teatro di Roma).

Nella stagione 2011/2012 dirige ed interpreta La finzione della vita di G. Antonucci (Teatri di Cintura- Teatro Di Roma), Adelchi in jazz di Giovanni Antonucci dall’Adelchi di Alessandro Manzoni (Giardini della Filarmonica-Roma –Solisti Del Teatro) e Histoire du soldat di Igor Stravinsky (orchestra diretta dal maestro Pino Cangialosi).

Nella stagione 2013/2014 dirige ed interpreta come protagonista Macbeth downtown (urban tragedy) di Gianni Guardigli, dirige con Isabella Giannone ed interpreta La disfatta (gli ultimi giorni del bunker)” di Gianni Guardigli, dirige Girotondo di Arthur Schnitzler con Gaia de Laurentiis (Premio Ombra Della Sera come migliore spettacolo dell’anno – consegnato nella XII edizione Festival Internazionale Teatro Romano di Volterra) e dirige Sinceramente bugiardi di Alain Ayckbourn con Debora Caprioglio.

Nella stagione 2014/2015 dirige Cleopatra di Gianni Guardigli con Daniela Giovanetti (Politeama Rossetti-Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia); Debora’s Love di D. Caprioglio e F. Branchetti con Debora Caprioglio spettacolo in tournée dall’estate 2015 fino alla stagione 2018/2019 e Medea di Jean Anouilh con Barbara De Rossi spettacolo in tournée nell’estate 2015 e poi nella stagione 2015/2016.

Nella stagione 2016/2017 dirige e interpreta il Recital a due voci Coro di donna e uomo di Gianni Guardigli con Barbara De Rossi; dirige Il viaggio di Ecuba e dirige e interpreta lo spettacolo Il Bacio di Ger Thijs con Barbara De Rossi in tournée per due anni (stagione invernale 2016/2017 e stagione invernale 2017/2018). Nella Stagione estiva 2018 dirige e interpreta Il diario di Adamo ed Eva di Mark Twain con Barbara De Rossi che debutta al Festival Teatrale di Borgio Verezzi 2018 (poi in tournée stagione 2018/2019 e 2019/2020). Nella stagione 2018 /2019 dirige la commedia Una settimana,non di più… di Clément Michel con Milena Miconi. Nella stagione 2019/2020 dirige e interpreta lo spettacolo Parlami d’amore di Philippe Claudel con Nathalie Caldonazzo (in tournée stagione 2019/2020 e stagione 2020/2021); dirige e interpreta lo spettacolo Un grande grido d’amore di Josiane Balasko con Barbara De Rossi (in tournée stagione 2019/2020 e stagione 2020/2021). Nell’estate 2020 dirige e interpreta Passo a due Pas de deux (ovvero: l’amore ha cinque fasi, ma molte coppie si fermano alla terza) di David Conati con Nathalie Caldonazzo.

 

 

 

About Ilaria Faraoni

Giornalista, laureata in "Lettere Moderne - discipline dello spettacolo" alla Sapienza di Roma (vecchio ordinamento) con una tesi in "Storia del Teatro", ho studiato musica e chitarra classica per 10 anni con il Maestro Roberto Fabbri, sono istruttrice FITD di balli coreografici a squadre (coreographic team). Il mio interesse per l'arte è a 360°. Ho studiato fumetto diplomandomi alla "Scuola Internazionale di Comics". Tra le mie attività c'è anche la pittura: ho frequentato i corsi della Maestra Rosemaria Rizzo e ho tenuto diverse mostre personali (una delle quali interamente dedicata al mondo del musical) in sedi prestigiose; nel 2012 sono stata premiata a Palazzo Valentini (sede ufficiale della Provincia di Roma) con un Merit Award per la promozione dell'acquerello.
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