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REVIEW – SONO NATA IL VENTITRE’

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In riso veritas

Teresa_Manninodi Paolo Vitale

Cento minuti ben spesi. Cento minuti trascorsi troppo in fretta. Cento minuti di risate che fanno bene all’anima.

Sono queste le impressioni unanimi che si possono registrare tra il pubblico al termine di “Sono nata il ventitré”, il nuovo “onewoman show” della comica siciliana Teresa Mannino.

Che la Mannino faccia ridere non è certo una novità, ma per chi come me l’ha conosciuta solo attraverso il piccolo schermo, vederla lì, sul palco, tutta sola, intrattenere in modo magistrale il pubblico per quei famosi cento minuti, è stata davvero una grande rivelazione. Sono pochi i comici in grado di tenere il palco da soli per tutto quel tempo e ancora meno sono le comiche. In genere poi il mattatore o la mattatrice di turno si fanno accompagnare da una spalla, da musicisti, da altri artisti… Ma la Mannino no! La Mannino, da brava palermitana, fa tutto da sola e non sbaglia un colpo! Battute scritte e battute improvvisate scorrono giù dal palco come un fiume in piena. Non si fa in tempo a riprendersi da una risata che arriva subito l’altra.

La traccia scritta dello spettacolo tradisce la sua laurea in filosofia e così, dopo un’introduzione a braccio per scaldare il pubblico, la Mannino legge il proemio dell’Odissea col celebre “Narrami, o Musa…”. Inizio colto e sorprendente che non deve tuttavia spaventare. La comica utilizza il grande classico di Omero per introdurre un grande classico della comicità: l’eterno conflitto uomo-donna. Odìsseo (pronunciato rigorosamente alla greca) e le sue amanti vengono così trasformati dalla Mannino da archetipi eroici ad archetipi ironici. Al termine della gag viene davvero voglia di correre a casa per rileggere tutto il poema! Potere della comicità!

Si passa così ai momenti più frivoli: la differenza tra i calciatori di una volta e quelli di oggi (con tanto di Nazionale in mutande proiettata sullo sfondo), come affrontare la paura di volare, l’infanzia trascorsa nella Palermo degli anni ‘70 ed i relativi traumi provocati da un’educazione non proprio montessoriana…

Ed è proprio in quest’ultima parte che la Mannino da il meglio di sé svelando il potere catartico dei comici: quello di dire che il re è nudo!

“Sono nata il ventitré” è in definitiva uno spettacolo fatto con intelligenza e senza volgarità, che riesce a far ridere e riflettere allo stesso tempo. La Mannino dimostra sul palco le sue enormi doti teatrali sfoggiando una conoscenza dei tempi comici più unica che rara.

Varrebbe la pena di prendere un taxi per andarlo a vedere? Assolutamente si, fosse anche la caldissima 500 blu della madre della Mannino!

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