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I “TRASTEVERINI” DI NUOVO IN SCENA NELLA CAPITALE. ECCO IL CAST 2016

TRASTEVERINI 2016

Andrea Perrozzi e Alessandro Salvatori presentano al Teatro Tirso de Molina di Roma Trasteverini, lo spettacolo di Gianfranco Vergoni con le musiche di Perrozzi e le liriche di Armonioso, Vergoni e Tulli da diversi anni proposto ciclicamente con successo nella Capitale. Sul palco, accanto a Perrozzi e Salvatori, alcuni ritorni e alcune novità rispetto alla formazione da noi recensita l’anno scorso sulla rivista Musical! On line (leggere QUI): Enrico D’Amore, Brunella Platania, Irene Cedroni,  Ilaria Nestovito, Roberta Marini, Valentina Naselli, Gabriele Carbotti.

La regia è di Fabrizio Angelini. Assistente alla regia: Viviana Tupputi

Lo spettacolo è tratto da un soggetto di Veruska Armonioso.

In scena dal 20 aprile al 1 maggio dal mercoledì al sabato ore 21; domenica ore 17

http://www.teatrotirsodemolina.it/

I. F.

Segue comunicato stampa

Dal 20 Aprile al 1 Maggio 2016

TRASTEVERINI

di Gianfranco Vergoni

liriche di Armonioso, Vergoni, Tulli

musiche Andrea Perrozzi

regia Fabrizio Angelini

luci Umile Vainieri

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Foto Paolo Lombardo

La vera protagonista di questa splendida commedia musicale è l’anima stessa di Roma, una Città concreta, moderna, che sogna, fatica, sorride per andare avanti, senza dimenticare ciò che ha lasciato indietro. I protagonisti della Commedia sono persone comuni , un panettiere, un meccanico, il gestore di un ristorante, dipinti dalla sapiente regia di Fabrizio Angelini in un susseguirsi di battute esilaranti e colpi di scena improvvisi. Ognuno ha un sogno, crede in qualcosa, ognuno ha una speranza e la vive con la spensieratezza ed il sorriso tipico della romanità, quella vera. La meravigliosa musica di Andrea Perrozzi dà voce a questi personaggi e tesse, nota dopo nota una trama che soltanto il destino più beffardo potrà districare.

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Foto Luana Belli

Trama

Dario ha trent’anni e vive di musica. Sbarca il lunario suonando nei locali, ai matrimoni, per strada. E’ contento così… ma è la spina nel fianco dei genitori, commercianti, e della sorella Nina, universitaria che aspira a salire la scala sociale. Adriana, storica fidanzata di Dario, lavora instancabilmente nel ristorante di famiglia, e anche lei vorrebbe che Dario si dedicasse a qualcosa di più concreto. Enrico è il migliore amico di Dario, proviene da una famiglia disagiata, lavora in un’officina. Durante un’esibizione vengono avvicinati da un impresario che chiede loro del denaro per lanciarli verso il successo. Enrico perde la testa per Gabriella, segretaria dell’impresario. Dario convince Adriana a prestargli tutti i suoi risparmi; Enrico non trova di meglio che mettersi nelle mani di uno strozzino, che ha messo gli occhi su Nina e la circuisce facendo leva sul suo fascino personale, malgrado le tenaci rimostranze delle sue due amiche, Iva e Sara. Tra canzoni, litigi, passeggiate, temporali e chiari di luna, la storia si complicherà, alternando momenti i drammatici a quelli brillanti, fino a una conclusione che aspira a ridefinire il concetto di “lieto fine”, lontano dall’ossessione, purtroppo così attuale e così fasulla, del successo facile, visto come unica possibilità di realizzare se stessi e di essere felici.

Estratti dalla critica

“Ci sono spettacoli capaci di sorprendere, a volte, quando meno te lo aspetti. Di Trasteverini, è un vero gioiellino capace di stupire con la forza delle idee. Non troverete il solito ritratto di una Roma sparita, un nostalgico tuffo nel passato, nel “si stava meglio quando si stava peggio”. Trasteverini ha la forza del presente, di una drammaturgia moderna che soltanto fisiologicamente strizza l’occhio al passato. Voci, le voci dell’anima di questa città, di chi quotidianamente lotta coi propri sogni e con le proprie delusioni. C’è tutto, in questo spettacolo, in cui ognuno può riconoscersi. C’è l’amicizia, la famiglia, l’amore, la fatica, il sogno di gloria, i mercanti che lo tradiscono, i personaggi che incontriamo ogni giorno in strada, in un gioco di chiaroscuri alternati, come la vita. Profuma di verità, Trasteverini, e la sua bellezza risiede soprattutto nella regia, meravigliosa (di Fabrizio Angelini), che con il solo ausilio di un tavolo, nove sedie, tante quanti i protagonisti, e movimenti scenici di entusiasmante sincronia e accuratezza, riesce ad emozionare forse più della storia stessa. Senza bisogno di effetti strabilianti, senza stelle della televisione o del cinema, ma con la semplicità dirompente delle idee, questo spettacolo riesce a coniugare perfettamente un testo realistico con la bellezza delle musiche (di Andrea Perrozzi), del bel canto eseguito senza microfoni (scelta audace e vincente), e con coreografie degne dei migliori musical – off, perfette grazie all’attenzione di tutti gli interpreti. Personaggi ben dipinti dagli autori, tante canzoni belle, interpretate coralmente o da singoli, coreografie di grande impatto, regia sorprendente. Un mix che rende questo spettacolo imperdibile. Il finale, simile all’inizio, riporta le voci di Roma sul proscenio, fatte tacere dal narratore e pluripersonaggio Alessandro Salvatori con un gesto della mano, ultimo movimento suggestivo dello show. Buio. Entusiasmo in platea, applausi. Interminabili, meritati.” (Paolo Leone – Corriere dello Spettacolo)

“Trasteverini” tesse i fili di una Roma fatta di voci: la voce del meccanico e quella della studentessa universitaria, la voce dell’imbroglione, della cameriera e del “cravattaro”. Racconta le ventenni perennemente connesse ad internet, convinte che i battiti del cuore non abbiano valore se non appaiono in televisione e i trentenni bambinoni e squattrinati che non hanno una gran voglia di lavorare, ma in compenso sognano di cantare al Festival di “Sarèmo”. (…) Tutto, anche l’impostazione dello spettacolo guarda al passato, alla tradizione degli stornelli romani, reinventandola con ritmo e freschezza. Ben nove attori che rimangono quasi sempre in scena: ora protagonisti di un racconto che si esprime anche cantando, ora comparse che accompagnano la storia con movimenti coreografati. Centrale il ruolo dell’attore e cantante Andrea Perrozzi, che firma lo spettacolo assieme a Gianfranco Vergoni, mentre la regia è di Fabrizio Angelini. Nel cast, parzialmente cambiato rispetto alla prima edizione messa in scena nel 2009, spicca Alessandro Salvatori, al quale sono affidate “Centovoci”: i suoi passaggi repentini da un personaggio all’altro danno vita ai momenti più esilaranti.” (Anna Barenghi – Il Grido)

“Quando si apre la scena, le voci dei 9 interpreti del musical “Trasteverini” si sovrappongono, confondendosi ed accavallandosi l’una sull’altra, suggerendo fin dalle prime battute, la grande smania che hanno di raccontarsi e la speranza che le anima; emergono, una alla volta, solo quando il microfono in mano ad un provvisorio conduttore passa davanti al personaggio di turno, di cui ci viene dato un assaggio; forse proprio come nella vita, solo di tanto in tanto, la sorte dà la possibilità di far sentire la propria voce e si riesce a credere un po’ più intensamente ai propri sogni, per poi dover tornare a sussurrare. Ma se le storie che i personaggi vogliono raccontare, all’inizio possono sembrare sconnesse, intricate come la città che fa loro da sfondo, quella Roma che è vissuta e sentita come “un gomitolo de strade” dove “er traffico te soffoca l’anima”, ben presto, invece, tutti i punti si ricollegano, rappresentando le molte sfaccettature dell’essere giovani (romani ma in fondo anche semplicemente italiani) oggigiorno. In questo affresco, i personaggi sono disegnati con attenzione per il dettaglio, in maniera verosimile al punto da farli sentire vicini al pubblico, commuovendolo. E se il testo del lavoro portato in scena mostra una capacità singolare dell’autore di osservare la natura umana e descriverla con sensibilità e profondità, alternando sapientemente momenti di tensione drammatica ad altri di ironia e comicità leggera, è anche grazie alla bravura del cast che questi “trasteverini” non risultano mai banali o scontati e sono capaci di far ridere senza divenire macchiette, trasmettendo, invece, un sincero divertimento che attinge a quel lato infantile che si trova in ciascuno di loro e nel quale ci si può facilmente identificare. (…) Non mancano espedienti geniali ed esilaranti, che danno l’opportunità alla compagnia di mostrare la perfetta coordinazione e la capacità di muoversi coralmente: ad esempio, mentre alcuni dei personaggi sono in primo piano, gli altri sullo sfondo danno il via a robotiche coreografie eseguite con forchette e tovaglioli oppure fungono da scenografia, tenendo e girando i fili dove stendere i panni.” (Laura Mancini – Show of the Capital)

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Foto Paolo Lombardo

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