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L'EDITORIALE – APRILE 2011

di Sabino Lenoci

PAROLA D’ORDINE: CHIUDIAMO!!!

La situazione della Cultura, in questo caso musicale, in Italia sta raggiungendo livelli di degrado incredibili! Da un lato c’è un Ministro dell’Economia che lancia editti del tipo: «con la cultura non si mangia!» (sic!!, anche se ora nega di averlo detto…), dall’altra i poveri teatri si trovano a fare i conti con finanze sempre più ridotte all’osso; il famoso e odiato taglio del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) continua, tanto che mentre stiamo preparando questo numero della rivista, ci giungono ancora notizie di ulteriori tagli alla Cultura. E intanto si festeggia l’Unità d’Italia, un Paese (povero Garibaldi! Se vedesse oggi come siamo ridotti ritornerebbe sui suoi passi!!) alla deriva, sotto tutti i punti di vista: lacerata da scandali e scandaletti, da festini privati ai limiti della legalità… secondo i nostri politici la cultura non dà da mangiare: buttiamoci su altri valori allora! Sulle veline, sulle escort, sulle concussioni, sugli appartamenti più o meno regalati, sugli appalti agli amici e ai parenti, lasciando meticolosamente fuori la cultura! Non sia mai che si venga sporcati dalla cultura.

Mi viene da gridare VERGOGNA!!! Il mondo intero ci deride, quello stesso mondo che continua, pur nella drammatica crisi finanziaria ad andare avanti, nei valori fondamentali per una società libera e democratica.

Il grido di dolore: Chiudiamo! dei sovrintendenti dei nostri teatri rimarrà, ho paura e ne sono certo, senza risposta, inascoltata e… anche derisa! Notizia dell’ultima ora: dopo l’accorato e condivisibile appello del Maestro Riccardo Muti alla «prima» romana di Nabucco, è avvenuto un incontro tra il medesimo Maestro  Muti, il sindaco Alemanno e il ministro Tremonti e quest’ultimo avrebbe promesso di reintegrare il taglio del FUS. Staremo a vedere.

Nel frattempo, alla faccia dei tanti miliardi di euro che i teatri versano in tasse allo Stato, come ci riferisce il sovrintendente del Teatro Regio di Torino, Walter Vergnano, nell’intervista su questo numero, la cultura vale solo per ricevere e non per dare: «dare» è un verbo adatto ad altre attività…. come ci insegna chi sta ai vertici…

Una domanda però vorrei porre ai nostri politici e, perché no? al nostro Presidente del Consiglio: come mai lo Stato trova e mette come si suol dire sul piatto, finanze (dicono 8 milioni di euro solo per la sede!) per una nuova Fondazione intitolata a Franco Zeffirelli? Mi sembra una beffa atroce: a chi serve un mausoleo per un artista, che seppur grande, è ancora vivo e al lavoro in molti teatri internazionali? Allora perché non una fondazione per Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Franco Corelli, Giulietta Simionato, Renata Tebaldi eccetera, per citare solo alcuni di coloro che hanno fatto grande il nostro Paese nella divulgazione dell’opera nel mondo? Solo perché Zeffirelli è vicino al partito di maggioranza?

Un ulteriore calcio in faccia ai nostri Teatri a cui viene tagliato l’ossigeno e poi si spendono soldi per un Museo per Zeffirelli. Mi si perdoni l’ardire: mi meraviglio che lo stesso Zeffirelli, paladino di tante battaglie per la valorizzazione della cultura, permetta che lo Stato tolga i fondi ai teatri per creare nuova di zecca un’Istituzione a lui intitolata!!

Spero che qualcosa accada, che tutti i sovrintendenti si coalizzino contro un sistema che non funziona, che passino ai fatti, alla guerra, tanto per essere in tema operistico: guerra! guerra! guerra!

Da parte nostra, cultori della musica, appassionati, addetti ai lavori e lavoratori della cultura cominciamo a farci sentire!  Siamo in tanti e verrebbe voglia di incitare tutti a non votare più, per non legittimare una siffatta classe politica, ma sarebbe la soluzione giusta? Piuttosto ci sia data la possibilità di votare le persone GIUSTE, e non liste precompilate dai partiti.

Applaudo, intanto, il Teatro alla Scala, che seppure anch’esso attanagliato da mille problemi, finanziari e non, anticipa la prossima stagione, quasi come una sfida: stesso numero di opere e balletti delle passate stagioni, come se niente fosse successo, fissando la presentazione ufficiale del cartellone in questo mese di aprile e non a fine primavera come avveniva gli altri anni; elenchiamo le opere in programma, Don Giovanni, I racconti di Hoffmann, La donna senz’ombra, Aida, Luisa Miller, Rigoletto, Tosca, La Bohème, Don Pasquale, Le nozze di Figaro, Peter Grimes, Manon, Sigfrido… avremo modo di soffermarci meglio sulla stagione nel prossimo numero della rivista.

Chapeau, Monsieur Stéphane Lissner! Forse non tutto è perduto!

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