di Cesare Zucca – foto di Paula Lobo
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La compagnia Ballet Hispanico, diretta da Eduardo Vilaro, è tornata all’Apollo Theatre, leggendario teatro di Harlem, culla della musica nera, sul cui palcoscenico si sono esibiti i più grandi nomi del jazz, blues e soul, tra cui Ella Fitzgerald, Billie Holiday, Michael Jackson, James Brown.
Nel programma, due prime mondiali:
Hogar, colorato balletto ispirato alla famiglia e all’immigrazione, con le musiche scritte da Lev Zhurbin, suonate dal vivo da una orchestra d’archi e Umbral del coreografo messicano Edgard Zendejas che si è ispirato alla tradizionale celebrazione “Dia de Los Muertos”. Una curiosità: la musica, quasi un flamenco, viene improvvisamente (e volutamente) interrrotta da un cellulare che suona tra il pubblico. I ballerini lo zittiscono e nasce una colonna sonora sottolineata dagli zittii dela compagnia.
Il mio preferito è stato Sombrerismo della coreografa Annabelle Lopez Ochoa. Acrobatismi, evoluzioni e abbracci di sei uomini in scena e dei loro sei cappelli, veri protagonisti di un balletto che in certi momenti mi ha ricordato alcuni passi di Bob Fosse.
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