
Valeria Contadino, Mario Incudine e Moni Ovadia – foto di Antonio Parrinello
Dopo un tour nelle principali città italiane, Il Casellante è arrivato al Teatro Sistina, dove rimarrà fino al 28 maggio.
di Ilaria Faraoni
Adattato per il teatro da Andrea Camilleri stesso e da Giuseppe Dipasquale, che ne firma anche la regia, è in scena Il Casellante, trasposizione dell’omonimo romanzo dello scrittore siciliano, che fa parte del ciclo detto “mitologico”, perché contiene elementi che si rifanno vagamente ai miti antichi, contestualizzandoli e adattandoli ai racconti in questione. Il finale infatti, senza svelare troppo, contiene una tentata metamorfosi della protagonista femminile.
Il Casellante non è il primo libro di Camilleri che lo scrittore e Dipasquale portano in teatro.
Lo spettacolo – ambientato nella Sicilia della Seconda Guerra Mondiale, e più precisamente a Vigata, tra passaggi a livello, concertini dal barbiere, serenate a sfregio commissionate dal boss del posto, diktat del regime e la costruzione di due bunker militari vicino alla postazione di Nino, il casellante del titolo – colpisce immediatamente per l’impatto scenografico.
Un quadro materico sul fondo, che cambia colori e sfumature a seconda delle luci e che sembra avere un forte richiamo alla terra, la stessa terra che avrà grande parte nell’epilogo della narrazione; un carrello o bici ferroviaria che segna gli spostamenti di Nino; la poltrona che allude al locale del barbiere, un tavolino che descrive la squallida casa del casellante e della moglie Minica; l’albero nero e spoglio simbolo di tutto il secondo tempo: con questi pochi elementi Giuseppe Dipasquale – che ha curato anche le scene – e Gianni Grasso (luci) hanno fatto un lavoro superbo, creando un’atmosfera evocativa, poetica, carica del sapore del sud, che ben si sposa anche all’impostazione dello spettacolo, che viene presentato tramite la voce e la presenza scenica intermittente di un narratore, Moni Ovadia, che poi interpreta anche vari personaggi entrando e uscendo dalla ricostruzione degli eventi descritti, senza soluzione di continuità.
L’idea di far accomodare gli spettatori a sipario aperto e quella di iniziare la rappresentazione con gli attori che si posizionano plasticamente in scena a luci in sala ancora accese, contribuisce a creare un legame col pubblico.
Il lavoro registico di Dipasquale è interessante, non convenzionale, con elementi sperimentali: si sente molto la mano del regista che guida e tira tutte le fila dello spettacolo senza che questa sensazione sia d’ostacolo all’empatia con i personaggi. Il passaggio dalla commedia al dramma avviene in maniera naturale, senza forzature.
Se ci sono invece degli ostacoli che possono allontanare una fascia di pubblico, questi sono i troppi termini siciliani incomprensibili, anche se il senso generale resta chiaro (del resto il caratteristico e studiato linguaggio di Camilleri è ben noto) e la violenza e la crudezza di alcuni punti che rendono lo spettacolo non adatto a tutti, tanto che qualche spettatore ha lasciato la sala.
Il testo, anche se ambientato lontano nel tempo, è di forte attualità, tra mafia, regolamento privato di conti – per carenze del sistema giudiziario e sfiducia nelle istituzioni – e violenza subite dalle donne. Tutti problemi che siamo portati a pensare come propri dei tempi attuali, ma che in realtà affondano le radici nella storia.
Il cast è eccezionale. Attori e musicisti al tempo stesso. Tutti gli artisti in scena sono convincenti, guidati da un gran mattatore qual è Moni Ovadia. Di grande intensità e forza sono le interpretazioni di Mario Incudine/Nino (che ha fatto un ottimo lavoro anche come compositore delle musiche) e Valeria Contadino/Minica, cui spetta la parte più difficile e devastante dello spettacolo: l’artista fa parlare non solo la voce o la mimica facciale, ma anche il corpo e gli oggetti di scena che ha a disposizione.
Standing ovation finale.
Il resto del cast: Sergio Seminara e Giampaolo Romania. I musicisti: Antonio Vasta e Antonio Putzu.
Lo spettacolo è presentato da Promo Music – Corvino Produzioni, Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano e Comune di Caltanissetta.
Costumi sono di Elisa Savi. La canzone La crapa avi li corna è di Antonio Vasta.

Moni Ovadia, Mario Incudine e Valeria Contadino – foto di Antonio Parrinello
Segue comunicato stampa:
Promo Music – Corvino Produzioni
Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
Comune di Caltanissetta
presentano
MONI OVADIA
VALERIA CONTADINO MARIO INCUDINE
IL CASELLANTE
Di
Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale
Dal romanzo di Andrea Camilleri, Sellerio Editore – Palermo
Con SERGIO SEMINARA, GIAMPAOLO ROMANIA
Musiche dal vivo con ANTONIO VASTA, ANTONIO PUTZU
Musiche originali Mario Incudine con la collaborazione di Antonio Vasta
Scene Giuseppe Dipasquale
Costumi Elisa Savi
Luci Gianni Grasso
La canzone La crapa avi li corna è di Antonio Vasta
Regia GIUSEPPE DIPASQUALE
COMUNICATO STAMPA
Al Sistina debutta IL CASELLANTE:
risate, commozione e tanta musica dal vivo
Dal libro di Andrea Camilleri un ritratto divertito e struggente
della Sicilia e delle sue contraddizioni
Da martedì 23 a domenica 28 maggio arriva al Teatro Sistina “Il Casellante” di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, prodotto da Promo Music-Corvino Produzioni e Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano.
In scena sul palco dello storico teatro romano la compagnia capitanata da Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine, cantori di una vicenda metaforica che giuoca sulla parola, sulla musica e sull’immagine. Al loro fianco Sergio Seminara e Giampaolo Romania e i musicisti Antonio Vasta e Antonio Putzu.
Il casellante è, fra i libri di Andrea Camilleri, uno dei più struggentemente divertenti del ciclo cosiddetto “mitologico”. Dopo Maruzza Musumeci e prima de Il sonaglio, l’opera disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale a un tempo.
Dopo il successo ottenuto dalle trasposizioni per il teatro de Il birraio di Preston, La concessione del telefono, che insieme a La cattura, Troppu trafficu ppi nenti, La Signora Leuca, Cannibardo e la Sicilia costituiscono la drammaturgia degli ultimi anni, Camilleri e Dipasquale tornano nuovamente insieme per riproporre al pubblico teatrale nazionale una nuova avventura tratta dai racconti del popolare scrittore siciliano.
Affogato nel mondo mitologico di Camilleri, costellato di personaggi reali fantasiosamente trasfigurati, Il casellante parla di una metamorfosi che passa attraverso il dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche una narrazione in musica divertita e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta.
Personale, originalissima e sperimentale, la lingua di Camilleri calca e ricalca, in una teatralissima sinfonia di parlate, una meravigliosa “sicilitudine”, tra neologismi e modi di dire mutuati dal dialetto e rielaborati in chiave colta.
Al debutto nazionale al 59° Festival dei Due Mondi di Spoleto di giugno 2016, il pubblico del Teatro San Nicolò ha applaudito con calore tutta la compagnia e specialmente Moni Ovadia, disinvolto nel passare dal ruolo centrale di narratore a ruoli secondari come quelli della buffa mammana, del giudice e del barbiere, Valeria Contadino, intensa Minica, e Mario Incudine, al cui estro compositivo si devono le incalzanti musiche di scena.
Via Sistina 129, 00187 Roma
Info e Prenotazioni: 06 4200711 – 392 8567896
www.facebook.com/teatrosistinaroma
Botteghino
Da martedì a sabato 10.00-19.00 orario continuato
Domenica 11.00 – 19.00
Lunedì chiuso
Prezzi Biglietti
Poltronissima €44,00
Poltrona e I Galleria €39,50
Seconda Galleria €34,00
Terza Galleria €27,50
Orario Spettacoli
Dal martedì al sabato ore 21.00
Sabato 27 maggio ore 17.00 e ore 21.00
Domenica ore 17.00