di Vincenzo Vitale
A volte, l’essenziale si trova: basta cercarlo con gli strumenti giusti. E’ quanto dimostra Luigi Lo Cascio, curando la regia e la sceneggiatura di questo Otello, liberamente ispirato all’Otello di Shakespeare, in scena al Teatro Verga di Catania.
Otello (interpretato da un prorompente Vincenzo Pirrotta) , Iago (dovuto allo stesso Lo Cascio), Desdemona (resa da una levigata Valentina Cenni) ed un soldato (il pensoso Giovanni Calcagno) – che funge da Coro – bastano a rendere il senso della tragedia, non occorrendo altri personaggi.
La prospettiva assunta da Lo Cascio è originale, presentandoci Iago dopo l’omicidio di Desdemona : riconosciuto colpevole di tradimento e di frode viene incarcerato. Dalla reclusione, visionariamente, con una serie riuscita di flash-back, rivede i frutti perversi della sua opera attraverso il racconto del Soldato e ovviamente ne gode, riproponendo la forza dell’odio come superiore a quella dell’amore.
Con sapiente scelta, i personaggi duettano in un siciliano ricercato e pieno di assonanze non sempre rimate, tranne Desdemona, la sola invece a parlare un italiano shakespeariano, forse perché l’unica, di tutti, che si collochi interamente sul piano della verità, dell’amore, della verità dell’amore: di struggente bellezza e poeticità il suo monologo “post mortem”, un vero dono per chi ascolti con l’attenzione che merita.
Tuttavia, l’ultima scena – che vede Otello ed il Soldato volare sulla luna alla cerca del fazzoletto, prova del tradimento, e dell’ampolla colma delle lacrime di Desdemona, ormai uccisa – evidente citazione ariostesca, appare di difficile comprensibilità, in quanto forse disomogenea rispetto alla storia narrata fino a quel punto: un cedimento, probabilmente, ad un intellettualismo evitabile e del quale nessuno avrebbe sentito la mancanza.
Review Overview
REGIA
INTERPRETAZIONE
MESSA IN SCENA
SCENEGGIATURA
PAGELLA CENTRAL PALC
Summary : A volte, l’essenziale si trova: basta cercarlo con gli strumenti giusti.