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TEMPUS FUGIT – IL TEMPO SECONDO GIORDANO ORCHI

L’eclettico Giordano Orchi racconta “Tempus fugit”, il suo personale viaggio nel tempo tra intesità emotiva e relatività del sentire.

di Paolo D. M. Vitale
 
Paolo Vitale: Cominciamo questa intervista facendo un salto nel tempo, nel futuro, per parlare del tuo prossimo spettacolo che vedrà la luce la prossima primavera e che proprio di “tempo” parla: Tempus Fugit. Come mai questo tema?

Giordano Orchi: Quando si tratta di un progetto indipendente e quindi personale, la scelta di una tematica è sbrigliata, prepotente e tanto intensa. La miccia dentro di me è stata prendere coscienza che quando si vive a “dismisura”, il “tempo vola” e questo forse è il prezzo da pagare. L’idea è giunta la scorsa estate ed in maniera naturale perchè più aderente a questo mio capitolo di vita. Ma non si tratta semplicemente di età, ma proprio di “sentire”. Ciò che accade nella vita di ognuno di noi nel presente, non può prescindere dal passato e sottrarsi al futuro.

P.V.: Cos’è per te il tempo?

G.O.: Il tempo lo considererei una sorta di presenza costante. A volte alleata, altre volte nemica. Spesso ingombrante e mai disonesta.

P.V.: E come pensi di tradurre questo tema tanto complesso e articolato in azione scenica? 

G.O.: Sono ancora in fase di scrittura e terrò i “pori” aperti fino all’inizio dell’allestimento il prossimo marzo. Uno spettacolo come Tempus Fugit richiede di essere in ascolto fino all’ultimo momento possibile. La clessidra in scena, intesa come tempo che non solo fugge, ma che si sospende,  che si arresta, che va a ritroso… sarà il farò che guiderà i danzatori e le danzatrici. Mentre l’unico attore presente interpreterà un ruolo determinante che lo spettatore comprenderà nel corso dello spettacolo.

P.V.: Musicalmente cosa dobbiamo aspettarci?

G.O: Ho chiesto con entusiasmo la collaborazione del musicista e compositore Umberto Gaudino. Volevo che lo show avesse una sua organicità musicale, oltre che visiva. 

P.V.: Adesso continuiamo a viaggiare nel tempo tornando al passato: sappiamo che all’inzio di quest’anno sei stato l’autore delle coreografie per ResExtensa Dance Company alla cerimonia di apertura del Saudi Tour 2023 in Arabia Saudita. Com’è stata questa parentesi saudita? Cosa ha portato al tuo percorso artistico?

G.O.: Quella esperienza si posiziona tra i primi posti delle mie esperienze preferite come coreografo. Per il materiale artistico creato e per la location mozzafiato nel deserto all’Elephant Rock. Nei momenti di pausa, puntavo gli occhi ad un cielo notte mai visto così gremito di stelle.  Avrei voluto vivermi maggiormente il posto e confrontarmi con una cultura distante dalla nostra, dove comunque un’apertura ha fatto breccia nelle nuove generazioni. Ma la durata del giorno lì, nonostante sembrasse durare più di 24 ore, non bastava per la dimensione dell’impegno.

P.V.: Ultimo balzo nel futuro: a Febbraio 2024 ritorni in scena con Sanremo il Musical per la regia di Isabeau. Cosa possiamo aspettarci da questa nuova edizione? 

G.O.: Sono elettrizzato nel “tornare” al musical. Essere eclettico è la mia cifra, quindi tutti i tipi di spettacoli, come questo di Sanremo, che mi permettono di esprimermi a 360 gradi, mi fanno sbizzarrire e mi divertono. Il cast di danzatori e danzatrici è completamente rinnovato e di conseguenza lo sarà in parte l’ispirazione ed il risultato finale. Isabeau è diventata la Direttrice Artistica del Teatro Pietro D’abano di Abano Terme, dove debutterà Sanremo Musical a Febbraio. La nostra collaborazione, post pandemia, sta ricominciando da lì.

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