L’appello di Montesano: “Vogliamo che il Teatro viva: detassatelo!”
di Ilaria Faraoni
È stato presentato in conferenza stampa Sistina Story (la recensione cliccando QUI), lo spettacolo che vede insieme una coppia insolita sulle tavole del tempio della commedia musicale: Enrico Montesano e Pippo Baudo, in scena dal 4 ottobre (ma le date del 4 e del 5 sono da considerarsi anteprime di rodaggio e assestamento a costo ridotto in vista della prima ufficiale del 7). La stupore cessa se si pensa che l’intento di Massimo Romeo Piparo, che dirige la commedia/racconto, è anche quello di rendere omaggio alla televisione del periodo d’oro, quella che proprio dal Teatro Sistina attingeva linfa vitale e artisti: erano anni in cui i due mezzi espressivi si “scambiavano creatività”. Proprio per questo, anche l’impostazione black & white di scene (Teresa Caruso) e costumi (Cecilia Betona) è un omaggio al varietà alla Mille Luci e Studio Uno. “Questo è un tributo, una carrellata delle colonne sonore di questa grande storia che è il Teatro Sistina; è quello che gli americani chiamerebbero juke box musical”, ha esordito Piparo. “Da direttore artistico di questo teatro sentivo un richiamo importantissimo affinché celebrassi quel passato” ha continuato, per poi affermare: “Questo palcoscenico guarda al futuro, ma non può e non deve dimenticare il passato”.
Le coreografie sono affidate a Bill Goodson: “Proprio per dare universalità al racconto della storia musicale del Sistina, ho scelto un coreografo che viene dall’America ma che ha anche vissuto in Italia ed ha respirato l’aria del Sistina dall’interno, visto che su questo palcoscenico ha fatto ben 10 edizioni del GB Show con Gino Bramieri”, ha spiegato Piparo, concludendo: “Riadattare i balletti su queste musiche rende queste musiche immortali; un riadattamento con un occhio internazionale dimostra che questi capolavori della musica del Sistina possono sopravvivere a qualsiasi ambientazione scenica che sia fuori da quella tradizionale degli spettacoli; non ci saranno i costumi e le scenografie originali del Sistina ma una lettura moderna, contemporanea e, credo, universale”.
In scena troveremo un’orchestra di 20 elementi diretta dal Maestro Maurizio Abeni collaboratore, tra l’altro, del Maestro Torvajoli nei suoi ultimi anni di carriera.
Circa l’accoppiata Montesano – Baudo (i due artisti hanno scritto i testi insieme a Piparo), il regista ha aggiunto: “Enrico ha fatto la storia di questo teatro; racconterà tanti aneddoti e retroscena, cose che succedevano nei camerini; Pippo Baudo farà da contraltare con tutto quello che succedeva intorno al Sistina”. Ha ricordato infine Piparo: “Erano anni in cui il teatro era un’altra cosa, una necessità, un imperativo quotidiano; oggi viene relegato ad una élite di coraggiosi appassionati”.
Pippo Baudo ha esordito con una nota di encomio verso Piparo che “Ha avuto il coraggio di prendersi sulle spalle il teatro Sistina; sapete cosa sta vivendo il teatro contemporaneo, sapete i problemi che riguardano ad esempio l’Eliseo ed il Quirino; è un rischio gestire un locale come questo che è enorme e che ha una gestione tecnica molto costosa”. Ha continuato poi Baudo: “Per quanto riguarda questo spettacolo Massimo non ha badato a spese”. “Con Enrico Montesano c’è una vecchia amicizia ma per la prima volta ci vediamo insieme in teatro” ha spiegato il conduttore, sottolineando il grande affiatamento ed il clima di divertimento che si è creato lavorando insieme. Quanto alla tensione per il debutto, c’è, ha confessato Pippo, ma guai a non averne!
Enrico Montesano per quanto riguarda lo spettacolo, preferisce lasciar parlare i fatti: “Noi dobbiamo parlare sul palcoscenico, non fuori”. Si è poi lasciato andare a considerazioni circa lo stato attuale del teatro e della cultura nel nostro Paese: “Mio papà veniva ogni tanto al teatro Sistina e si metteva quasi in abito da sera, come per andare all’Opera. Da quel momento le cose sono cambiate e, come spesso accade nel nostro paese, in peggio. Non c’è stata un’attenzione da parte di chi doveva averla verso la cultura, verso il teatro”. “Noi vogliamo invece che il teatro viva”, ha continuato Montesano: “Questo per Roma è un teatro importante, non vogliamo che diventi un garage, perché sarebbe una grandissima perdita culturale per la nostra città che già sta perdendo molto: purtroppo non chiudono solo i negozi ma anche i cinema; se chiude un teatro è ancora peggio”. “Il futuro ha un cuore antico, il cuore antico è la storia di questo teatro” ha precisato l’attore. “La cosa che mi deprime è questa: sapere che l’Assessore alla cultura del Campidoglio ed il Ministro della cultura italiano non siano i più importanti nel panorama politico e amministrativo. Io penso che l’Assessore alla cultura di Roma – che ha il 70% dei beni culturali italiani – dovrebbe essere quasi come un Ministro degli esteri”. “Perché vedere abbandonato il teatro?” ha incalzato Montesano: “Il teatro non vuole soldi, sappiamo che c’è la crisi: il teatro vuole un occhio di riguardo, vorrebbe per esempio una detassazione. Perché anche qui non paghiamo un po’ meno la corrente che usiamo? Anche il teatro è un’industria che dà lavoro.
In questo spettacolo sono state scritturate 50 persone”. Ha parlato infine della sua esperienza personale: “L’irap (imposta regionale sulle attività produttive, ndr) è una tassa sull’imprenditore teatrale. Anche io mi sono autoprodotto e sono stato punito perché ho preso 20 ragazzi a ballare; perché se ne ho presi venti vuol dire che ho i soldi. La prossima volta sarò costretto a prenderne 4 e questo significa che i nostri spettacoli si impoveriscono”. Ha concluso poi Montesano in merito all’argomento: “Ci sono molti operatori onesti nel teatro, che se hanno qualche aiuto lo mettono a frutto nello spettacolo: non è che per punire i furbi bisogna punire tutti. Allora non date più soldi a nessuno, però detassateci!”. Purtroppo però, ha concluso Montesano: “L’attività culturale mi pare non sia in cima ai pensieri dei nostri amministratori e dei nostri politici”.
Le due prime donne, una bionda ed una mora, per rispettare le regole del varietà televisivo alla Pippo Baudo, saranno Sabrina Marciano e Valentina Spalletta, che ritornano con gioia ed emozione – accanto a due mostri sacri – sulle tavole del Sistina, una vera e propria “Casa”, come lo ha definito la Marciano.
Seguono il video della conferenza stampa con le prime immagini dello spettacolo ed il comunicato stampa:
Sistina Story è quello che gli anglosassoni chiamano un “juke box Musical”. Ovvero il racconto di una Storia attraverso la musica.
In questo caso la Storia è quella del più amato Teatro di Roma e senz’altro uno dei più importanti d’Italia: il Sistina. L’unico Teatro Stabile della Commedia musicale italiana, riconosciuto dal Ministero dei Beni culturali.
“In qualità di Direttore, ho sentito il dovere morale oltre che artistico di dar vita a un tributo, un omaggio, un doveroso segno di gratitudine verso coloro che hanno reso grande e immortale questo palcoscenico sul quale sono nate centinaia di gloriose carriere.
Pietro Garinei e Sandro Giovannini, due scrittori, autori, commediografi, circondati da eccellenti e insostituibili colleghi compositori fra cui Armando Trovajoli, Gorni Kramer, passando per Renato Rascel, Domenico Modugno, fino ai moderni Claudio Mattone, Renato Serio, o le penne di Jaia Fiastri, o la premiata ditta Terzoli e Vaime, Gigi Magni, Franciosa e Festa Campanile.
Per non dire poi degli interpreti senza i quali forse tutti questi capolavori non avrebbero avuto la consacrazione che hanno ottenuto.
E qui l’elenco si fa sterminato e parte da Wanda Osiris e addirittura Macario e Totò, passando per Delia Scala, Walter Chiari, Paolo Panelli, Carlo Dapporto, Bice Valori, Aldo Fabrizi, Nino Manfredi, Alida Chelli, Gino Bramieri, Johnny Dorelli, il fratello di Pietro Enzo Garinei, perfino Marcello Mastroianni, Gigi Proietti, fino ad Enrico Montesano che di successo al Sistina ne ha avuto per due decenni.
Tutti esempi illustri che hanno poi spinto le nuove generazioni di grandi mattatori dei nostri tempi verso una lunga serie di felici riedizioni di quasi tutto il repertorio di Garinei & Giovannini.
Con la certezza che il repertorio di Garinei e Giovannini continuerà a vivere ed essere rappresentato nella propria forma drammatica e in allestimenti che ne rispecchino l’integrità creativa a Roma come nel resto d’Italia, il nostro “juke box” estrapola solo alcuni dei brani più famosi e li presenta in forma moderna e totalmente staccata dal contesto narrativo in cui siamo sempre stati abituati a vederli rappresentati, a dimostrazione che anche il repertorio cosiddetto “classico” lo si può leggere con occhi contemporanei senza che ciò faccia perdere smalto e vigore.
Insomma l’esempio di uno stile, l’immagine di un genere, il punto di riferimento di una professione: questo era ed è stato per tutti noi il Sistina.
Oggi, con non poca ambizione, si è lanciata una sfida con la promessa “il Sistina è tornato! Il Sistina c’è.”
Sistina Story è un caleidoscopio dentro cui si affollano, a volte sovrapponendosi, a volte saltando da un prisma all’altro, immagini, suoni e musiche di 50 anni di successi che evitano volutamente l’autocelebrazione di questi ultimi anni.
Piuttosto, “per non dimenticare”, si vuole ribadire che ciò che oggi rappresenta in Italia il “genere” di spettacolo più amato e più seguito dal pubblico, ha radici lontane e ben solide.
Il Sistina era anche il punto di arrivo italiano di tutte le più grandi star internazionali che su quel palco hanno tenuto concerti indimenticabili.
Ma vi è di più: in uno stile tipico del Gran Varietà televisivo in bianco e nero, Sistina Story rappresenta anche una testimonianza di quanta linfa il Teatro Sistina abbia dato alla TV dai tempi del Musichiere fino alle grandi prime serate di Studio Uno e Mille Luci.
Da queste riflessioni nasce la coppia più bizzarra del cartellone di questa stagione: Enrico Montesano e Pippo Baudo. Mattatore e narratore, istrione e affabulatore, uno ci porta per mano a ricordare ciò che accadeva fuori del Sistina, nella vicinissima Via Veneto come nella lontana America; l’altro ci aiuta ad entrare nei meandri di ciò che invece accadeva dentro il Sistina, addirittura nei corridoi e nei camerini, con aneddoti, racconti, ricordi, testimonianze.
E come in ogni varietà che si rispetti, ogni spunto è buono per fare satira, comicità, cronaca. Un intreccio di tempo, di storia, di vita ma anche di tanta, tanta fantasia e poesia”.
Sul palco, intorno a Enrico Montesano e Pippo Baudo, un’orchestra di 20 elementi diretta dal Maestro Maurizio Abeni, 18 performer che ballano e cantano dal vivo coreografati da Bill Goodson, due bravissime “Prime Donne” già note al pubblico del Sistina, Sabrina Marciano e Valentina Spalletta.
Scene evocative di Teresa Caruso, Costumi in bianco e nero di Cecilia Betona, Regia di Massimo Romeo Piparo.
ELENCO DEI BRANI
AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA
LA BALLATA DI RUGANTINO
LIMELIGHT
SMILE
MERCIE BEAUCOUP
LO MUNNO E’ FATTO PER NOI
BUONANOTTE AL MAR
PIACEVA ALLE DONNE
HELLO DOLLY
JE PARL ROMANESC AHO
NA DONNA DENTRO CASA
ROMA NUN FA LA STUPIDA
LA CLASSE-LEZIONE DI BALLO
MA CHE SIGNIFICA?
E’ PIU’ DIFFICILE IL MESTIERE DEL MARITO
UN BACIO A MEZZANOTTE
ABITARE IN UNA FAVOLA
CHE BELLA LUNA C’ERA QUELLA SERA
DOMENICA E’ SEMPRE DOMENICA
INFO ACQUISTO SISTINA STORY
Info e prenotazioni: 06 4200711
Teatro Sistina Via Sistina 129, 00187 Roma
www.facebook.com/teatrosistinaroma
Botteghino
Da lunedì a sabato 10.00-19.00 orario continuato
Domenica 11.00-19.00 orario continuato
Biglietti
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Poltrona : € 39,50
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