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REVIEW – BISBETICA

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Nancy Brilli, la bisbetica domata di Shakespeare messa alla prova!

GetInline-9di Erica Culiat

La Bisbetica Domata è uno di quei testi che hanno sempre avuto successo. Dal Seicento a oggi. Quindi lussureggiano rifacimenti, famoso quello di David Garrick, ma anche aggiunte varie, che testimoniano comunque la vitalità del testo. E poi le versioni cinematografiche da quelle con Douglas Fairbanks e Mary Pickford a quella firmata da Zeffirelli con la coppia Taylor-Burton fino al nostro Bisbetico con Celentano e la Muti, e le versioni musicali, vedi il celeberrimo Kiss me Kate di Cole Porter.

Anche la regista Cristina Pezzoli ci ha regalato la sua versione della Bisbetica, cui ha aggiunto nel titolo, messa alla prova, che ha debuttato quest’estate al Teatro Romano di Verona. Noi l’abbiamo vista al Politeama Rossetti (dall’11 al 15 novembre) e ci siamo proprio divertiti. Chi pensava di assistere alla versione classica di Shakespeare se n’è andato scornato. Qui di Shakespeare c’è ben poco!, qualcuno ha brontolato. Mica vero.

GetInline-3La regista infatti si è servita della penna di Stefania Bertola per la traduzione e la drammaturgia e la Bertola ha eliminato tanti ping pong verbali sovrabbondanti e ha potenziato, con aggiunte che strizzano l’occhio ai nostri tempi, i dialoghi più importanti, quelli che ti fanno capire lo svolgimento della storia. Anche la Pezzoli come Garrick ha soppresso la cornice di Sly, ma ha sfruttato, alla maniera del musical di Cole Porter, le vicende di una compagnia teatrale che deve mettere in scena questa commedia di carattere che appartiene alla fase di tirocinio del nostro Bardo (che è la stessa operazione di  Kenneth Branagh per l’Amleto nel film Nel bel mezzo di un gelido inverno).

GetInline-8Tutto gira intorno a Caterina, prima attrice e personaggio, che ha scacciato il regista e adesso deve portare al debutto la compagnia. Caterina è Nancy Brilli, una delle poche attrici nostrane a suo agio sia sul set cinematografico e televisivo, ma anche sulle tavole di un palcoscenico. Biancovestita impazza sulla scena, prima grintosa, maschile, e poi via via stordita dalla mancanza di cibo e sonno che Petruccio le somministra con la scusa che niente è all’altezza della sua sposa. Per la Pezzoli questo è anche un modo di raccontare il dietro le quinte, l’attricetta che manco sa chi è Shakespeare e conosce solo le sue battute, l’attore che nessuno considera, il produttore preoccupato a contenere le spese, «se tagliamo, risparmio di scenografia», il giovin attore che non capisce se la giovin attrice con lui recita o ci sta veramente, ma sarebbe un casino perché lui la fidanzata ce l’ha già…

GetInline-4È un cialare quotidiano quello a cui assistiamo, punteggiato da volgarità, ma lo faceva già Will, che era molto popular, non mancano i versi e anche il rap, la platea è andata in brodo di giuggiole per Petruccio (Matteo Cremon) in canottiera che si presenta e presenta il suo programma di addomesticamento dell’impossibile Caty con, appunto, uno sferzante rap.

Il classico sciacquato nell’oggi va benissimo. Ti avvicina a una commedia della fine del ‘500, ti vivifica i personaggi che come nell’originale arieggiano la commedia dell’arte, ma che poi parlano e si muovono come si fa oggi. Musica. Parecchia. Il finale del primo atto è un’apoteosi comica sulle note di Dont’ stop me now per le nozze di Caterina e Petruccio. Bella compagnia. Applaudita a più riprese. Nel 2015, anche Will si sarebbe divertito.

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Regia: Cristina Pezzoli; traduzione e drammaturgia, Stefania Bertola; scena di Giacomo Andrico; costumi di Nicoletta Ercole; musiche di Alessandro Nidi; luci di Massimo Consoli.
Gli altri interpreti sono: Federico Pacifici (Gremio); Gianluigi Igi Meggiorin (Grumio); Gennaro Di Biase (Ortensio); Anna Vinci (Vedova); Dario Merlini (Tranio); Brenda Lodigiani (Bianca); Stefano Annoni (Lucenzio) e Valerio Santoro (Dr. Jolly).

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