Il recital di José Carreras chiude la rassegna “I giorni di Puccini”.
di Roberto Del Nista
LUCCA. Standing ovation, quattro richieste (concesse) di bis e pubblico in delirio. Questa la sintesi e il risultato del recital tenuto da José Carreras al Teatro del Giglio il 10 gennaio a conclusione della rassegna musicale legata al nome di Giacomo Puccini ed alla città di Lucca, “I giorni di Puccini”.
Il tenore ha letteralmente catalizzato il pubblico, che ha riempito il “Giglio” in ogni ordine di posti, con un programma assai variegato di arie e canzoni per canto e pianoforte (dove sedeva Lorenzo Bavaj), ottenendo i maggiori consensi con l’immancabile repertorio napoletano.
Si ricorda la presenza a Lucca del tenore catalano nel lontano giugno 1974, quale Rodolfo in una memorabile edizione de La Bohème diretta da Bruno Bartoletti; a fianco di Carreras, si ricordano anche Katia Ricciarelli e Franco Calabrese.
A distanza di oltre quarant’anni, inevitabilmente i solchi tracciati dal tempo sono tangibili nell’emissione del cantante: i suoni sono opacizzati e gli armonici pure; tuttavia Carreras riesce ancora a sorprendere per la permanenza in scena (oltre un’ora di sola musica) e per la calda generosità con cui coinvolge gli spettatori.
Molto accattivante la scelta del programma, forse non per tutto il pubblico che – a torto – si sarebbe aspettato le consuete arie da opere pucciniane. La scelta dei brani, come ben si addica ai recital, compie un percorso storico ed estetico da Scarlatti a Puccini (con due sole arie da camera e un brano per pianoforte solo), passando da Mercadante, Leoncavallo e Tosti; più articolato e ricercato lo stesso viaggio nella seconda parte, con autori quali Gardel, Guastavino, Grieg, Piazzolla, Derevitsky, D’Esposito, Cioffi, Valente e Furio Rendine.