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TEATRO STABILE SLOVENO DI TRIESTE – ECCO LA STAGIONE 2014/15

  Lo Schiaccianoci  

di Erica Culiat

Un’anticipazione sostanziosa della nuova stagione 2014/15 dello Slovensko Stalno Gledalisce, il Teatro Stabile Sloveno di Trieste, innaffiata da un piccolo atto d’accusa signorile, ma senza peli sulla lingua, dall’uscente coordinatrice artistica Diana Koloini, scelta due anni fa dal cda del teatro tra quindici candidati.

Tra la costernazione del team che l’ha affiancata e la perplessità della Koloini per questo allontanamento un po’ frettoloso, visto gli indici di gradimento del pubblico, una stabilità nel numero degli abbonamenti e l’apprezzamento di molte produzioni, tra cui la recente No moderni di Yukio Mishima, regia Mateja Koleznik, inserita nel programma del più importante festival sloveno, quello di Borstnik, il succo delle parole non dette è che il cda avrebbe potuto protrarre ancora di un anno il contratto della Koloini per dare continuità al lavoro da lei svolto. Non a caso, in tre anni sono stati cambiati sei direttori artistici, «troppi cambiamenti che rendono fragile il teatro», ha spiegato la Koloini.

Nase mesto«Le difficoltà che il teatro incontra ancora oggi a svilupparsi adeguatamente – ha detto – è determinato da una parte della minoranza slovena che vuole bloccare questo sviluppo e vuole che il teatro viva in difficoltà».

Un commiato che è stato salutato da scroscianti applausi.

A settembre ci sarà la presentazione ufficiale in cui verranno dettagliati anche i titoli per le scuole, il programma per Udine e Gorizia e i fuori abbonamento. Oltre al nome del nuovo/a direttore artistico che stavolta, però, avrà un contratto triennale e non più biennale come quello della Koloini.

È stata ribadita, in conferenza stampa, l’importanza sia delle co-produzioni sia delle collaborazioni con altre realtà culturali del territorio, come il Circuito Danza Friuli Venezia Giulia per la danza e la Glasbena Matica (Centro Musicale sloveno) per la musica.

Filumena MarturanoMa andiamo per ordine.

Intanto il motto della prossima stagione sarà “Percorsi e ricorsi: avanti tutta”. Due date come punto di riferimento: 1914 e 2014. Date che sono sinonimo di crisi, ma intrise anche dal desiderio di costruire una nuova Europa. Un modo per riflettere sul passato sul presente e sul futuro che dalla crisi del periodo prebellico conduce alla crisi finanziaria ed etica di oggi. Diciotto i titoli proposti: sei sono quelli del programma base, concepiti nel segno di importanti collaborazioni e del centenario dello scoppio della Prima Guerra mondiale, più tre programmi aggiuntivi, con quattro spettacoli ciascuno, da combinare con quello principale.

La stagione verrà quindi inaugurata il 7 novembre con La montagna incantata di Thomas Mann, una co-produzione con il teatro nazionale Drama di Ljubljana, firmata dalla Koleznik, cui farà seguito, il 14 novembre, un’altra co-produzione questa volta con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e la Casa del lavoratore teatrale. Si tratta di “’14-’18. Trieste, una città in guerra” per la regia del giovane regista triestino Igor Pison. Uno spettacolo bilingue che miscelerà due testi originali, Come nel sonno di Marko Sosic e Farina, castagne e gesso: il pane dell’attesa di Carlo Tolazzi. Uno spettacolo che non parlerà tanto di guerra, quanto di umanità e delle tre anime di Trieste, quella italiana, slovena e austriaca.

Norci iz ValencijeIl tema dell’identità sarà al centro dell’Anfitrione di Molière. Qui la regia è stata affidata a uno dei più giovani e promettenti registi sloveni, Marko Che (16 gennaio 2015).

Il 20 marzo sarà  messo in scena da Sebastijan Horvat uno dei testi classici della drammaturgia slovena, I servi di Ivan Cankar, testo che debuttò proprio a Trieste, in prima assoluta nel 1919 (mentre l’opera omnia di Cankar è stata allestita vent’anni fa dallo Stabile sloveno!). Lo spettacolo vedrà il gradito ritorno di tre giovani attori triestini che da anni lavorano nella ex Jugoslavia, «un modo di farli lavorare nella loro città nella speranza in futuro di poter ampliare la compagnia stabile con giovani talenti», ha commentato la direttrice artistica.

Ultima produzione, Visite di Vinko Möderndorfer, una prima assoluta di uno degli autori sloveni contemporanei più premiati (8 maggio).

Lo spettacolo ospite di questo programma sarà Filumena Marturano per la regia di Katja Pegan, dei teatri di Nova Gorica e di Capodistria.

Lizistrata (1280x853)Del programma verde i titoli scelti sono: Timone d’Atene, in una produzione classicissima «per accontentare il nostro pubblico» del teatro nazionale di Nova Gorica; Lisistrata che si ispira alla commedia di Aristofane, ma non fatevi ingannare. È il nuovo musical di Andrej Rozman Roza con le musiche di Coco Mosquito che si andrà a vedere nella capitale della Slovenia a dicembre; Stirpe forte di Marieluise Fleisser, per la prima volta tradotto in italiano (ci riferiamo ai sovratitoli) e Rapsodia ungherese, uno spettacolo di danza con orchestra dal vivo e la Compagnia folcloristica di stato ungherese.

Angel pozabeIl programma blu, invece, prevede a dicembre uno Schiaccianoci con il Balletto di Roma; la Glasbena Matica sarà il partner dell’evento musicale nell’ambito del progetto Imago Sloveniae, il Concerto nel centesimo anniversario della Prima guerra mondiale con musiche di Martinu, Weill e Copi nell’interpretazione della Vokalna akademija Ljubljana e del Coro filarmonico trentino. Il Teatro di Celje invece presenterà lo spettacolo Piccola città di Thornton Wilder con Branko Zavrsan, il protagonista di Tir, il docu-film di Alberto Fasulo che ha vinto il Festival di Roma, ma lo ricordiamo anche in No Man’s Land di Tanovic e Rosenkrantz e Guildestern sono morti di Tom Stoppard (marzo 2015). E ancora, la commedia di Lope de Vega I pazzi di Valencia, firmata da Nenni Delmestre.

Il programma rosso debutterà a gennaio con L’angelo dell’oblio tratto dal romanzo della carinziana Maja Haderlap; a febbraio sarà la volta di un progetto musical-teatrale con poesie e canzoni della tradizione ebraica, Uomo, chi sei? nell’interpretazione di Polona Vetrih e Sasa Tabakovic. In programma a marzo, il Cabaret degli anni d’oro, un racconto nostalgico dei tempi passati, la cosiddetta yugonostalgia, infine ad aprile la storia di Edith Piaf portata in scena da Vesna Pernarcic per la regia di Tijana Zinajic.

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