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REVIEW – L’IGNORANTE E IL FOLLE

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di Alberto Raimondi

L’ignorante e il folle di Thomas Bernhard, con la traduzione di Roberto Menin, è la produzione del Teatro Elfo Puccini di Milano firmata da 20080318piva_specchio_31Ferdinando Bruni e Francesco Frongia in chiave moderna senza perdere i toni originali. Non uno dei testi più efficaci di questo drammaturgo eppure può ugualmente catturare l’attenzione del pubblico, certo chi frequenta il teatro lirico avrà sicuramente più riferimenti e potrà comprendere le sottili ironie del testo e dei personaggi mentre per chi è meno avvezzo a questo genere teatrale si limiterà ad ascoltare questa marea di parole stereotipando i personaggi in modo più superficiale, in entrambi i casi si potranno assaporare tutti i toni “pessimisti” che portano sempre ad un finale nell’oscurità.

Nel primo atto siamo in un camerino, drappeggiato di tende rosse e invaso da rose, due uomini attendono con ansia il ritardo del soprano che dovrà interpretare la Regina della Notte nel Flauto magico. Il suo arrivo è scandito dal ripetersi di gesti ossessivi e carichi delle paure di ogni artista prima della prima. 29La donna si abbandona al panico: il suo costume è destinato a strapparsi, la corona le cadrà dalla testa, sarà costretta a dare forfait… Alla fine, come ogni sera, andrà in scena e sarà un successo ma comunque vada non andrà mai bene, non ci sarà mai soddisfazione, qualsiasi cosa si canti e come lo si faccia non fa altro che aumentare le psicosi. Nel secondo atto siamo in un ristorante ed inevitabilmente le stanchezze della sera fanno crollare le difese e il mondo di questi personaggi si sgretola.

Una parodia sul e nel mondo del melodramma, dove le fobie e le paure tipiche dei cantanti lirici scandiscono la vita della protagonista, interpretata da Ida Marinelli in modo eccezionale,  una cantante lirica stressata dalle responsabilità sceniche, dove non contano più le mille note perfette eseguite in carriera ma si ha solo la pignoleria di correggere anche 30quel piccolo suono che non garba, sistemare in modo maniacale l’impercettibile diventa un incubo quotidiano, con tutti i nervosismi che ne conseguono e gli inevitabili capricci, continui sbalzi d’umore demarcano un’instabilità psicologica che da un momento all’altro può far crollare questo bellissimo castello di carte. Bravissima la Marinelli a mostrare tutto questo, ottimo l’uso della voce ed i continui cambi di velocità e di timbrica così come la postura e la gestualità aiutano a comprendere ancora di più le difficoltà che vive questa incantevole “regina della notte”

Ferdinando Bruni è un amico dottore, uno di quei melomani parassitari che si attaccano alle gonne delle grandi “dive” e cercano di approfittare di qualsiasi situazione per succhiare più possibile, subdolo e cinico seziona l’essere umano come fa con i cadaveri, cercando di capire ma soprattutto per trovare un piacere personale sui dolori del prossimo.

Accanto a loro Luca Toracca nei panni del padre del soprano, ansioso, cieco e annebbiato dall’alcol. Chiude il cast Corinna Agustoni nel doppio ruolo della Signora Vargo la costumista sempre pronta ed attenta e l’altrettanto cameriere Winter.
Una visione cruda del mondo dell’arte e della musica dove i piaceri e le soddisfazioni artistiche non vengono mai contemplate ma si pensa solo alla spada di Damocle che incombe sulla testa di ogni grande artista… l’ansia da prestazione… e chi di noi non l’ha mai vissuta una volta?

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