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REVIEW – NON C’E’ DUE SENZA… TE

Nonc'è due

Kurumba, che (bella) sorpresa!

comunicato stampadi Lucio Leone

Ma volete mettere la piacevolezza di entrare a teatro senza avere particolari aspettative ed uscirne felici di aver rinunciato ad una serata televisiva senza arte né parte? Mi è appena successo. Di nuovo (o sono fortunato io o questa stagione teatrale a Milano è stata davvero ben pensata e strutturata, a tutto vantaggio del pubblico che forse, timidamente azzardo, ha un motivo in più per ricominciare ad affezionarsi al palcoscenico).

Teatro Martinitt, sala “giovane”, votata alla commedia brillante e agli autori italiani. Un testo “Non c’è due senza… te” (assolutamente nulla a che vedere con il quasi omonimo film di Massimo Cappelli uscito da poco nelle sale cinematografiche) a firma di Toni Fornari che ne cura anche la regia. Un compito facile, almeno quello per il Fornari-regista visto che il Fornari-autore gli ha preparato una commedia scritta già in maniera impeccabile e sul palco, ad interpretare i suoi personaggi, è chiamato un vero poker d’assi: quattro ottimi attori.

Claudia Campagnola è infatti molto brava nel tratteggiare il carattere di Maria Teresa, scrittrice di successo, una donna normale alle prese con la ricerca del marito perfetto che, resasi conto che l’uomo ideale ricco di tutte le qualità che una donna cerca non esiste, pensa bene di ispirarsi alla pratica della poliandria tipica dei Kurumba (tribù dell’India dravidica, ndr) e di “costruirsi” il marito ideale combinando due soggetti complementari e diversi, ma non tanto come avrebbe fatto il caro dottor Frankenstein quanto piuttosto come si era organizzata la ben più pratica Dona Flor.

E come nel libro di Jorge Amado anche in questo caso i due “complementari” sono precisino e pragmatico l’uno, artista e bambinone l’altro così che “Maria” è sposata con Giorgio, l’insegnante di matematica che gira col metro a rotella in tasca, e “Teresa” è invece la moglie di Danny, spensierato cantautore col mito di Jim Morrison. L’operazione con cui i due mariti sono resi credibili (e anche simpatici) da Matteo Vacca e Marco Morandi parte da un corretto approccio psicologico. Quindi niente cliché, niente comicità muscolare: e benché ovviamente si spinga sul registro comico finiscono per essere personaggi autentici, archetipi più che stereotipi, e questo sì che fa la differenza. A rovinare il menage perfetto arriva però come una gran brutta sorpresa l’inaspettata gravidanza della bigama che scoprirà suo malgrado come nessuna delle due metà del marito perfetto sia particolarmente incline alla paternità.

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In questa equazione della comicità tutto sommato abbastanza classica, la variabile che non ti aspetti è il personaggio di Sara – l’editrice di Maria Teresa – interpretata da una stratosferica Carlotta Proietti. Fin dalla sua prima apparizione ridi, ridi a più non posso. Le sue battute sono divertenti, stralunate ma precise, una botta di realismo e di buon senso con un irresistibile contorno di ironia tanto che ti ritrovi a sperare che il suo personaggio, inizialmente poco presente, acquisiti peso e presenza come di fatto avviene nel prosieguo della commedia. Merito della grazia e dei perfetti tempi comici che usa ma anche della voce con cui caratterizza il ruolo. Avete presente quanto succedeva al personaggio di Karen Walker in Will & Grace? Ecco, non “quella” voce ma, con un procedimento analogo, una cosa così.

Il risultato finale, mescolate tutte le componenti, è -come accennavo- riuscitissimo. Ci si diverte ma con il conforto di non aver dimenticato il proprio cervello al guardaroba. Certo si ride di Maria Teresa e del suo triangolo, ma anche di come viviamo i rapporti, di cosa significhi oggi per una generazione di trentaequalcosa-enni affrontare l’orologio biologico e l’età adulta. Il che, se ci pensate, è proprio il massimo che si può chiedere ad un testo brillante.

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L’unica critica, bonaria, che mi sento di rivolgere è alla componente spartana della scenografia. Il palco è diviso a metà: interno borghese da un lato, allegramente incasinata dall’altro (non è difficile immaginare chi vive dove), mi chiedo soltanto perché un titolo di successo, ripreso in più stagioni non possa investire per avere un palco all’altezza del testo e degli attori che lo interpretano. Ma è un peccato veniale probabilmente più legato al budget di produzione che alla fantasia di chi firma la scenografia.

Lo ammetto, qualche battuta me la sono persa. Come accade quando si ride talmente tanto per una cosa che non riesci a sentire la battuta successiva. In questo il MySky vince, torni indietro e riascolti, ma sinceramente va bene così. Sono uscito da quel teatro felice. Davvero felice. E quante volte ti succede quando spegni la televisione e arranchi verso la camera da letto?

Non c’è due senza… te

di Toni Fornari
Teatro Martinitt, Milano

Orario spettacoli: giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 16.30 e ore 21, domenica ore 18.

Kurumba, che (bella) sorpresa! di Lucio Leone Ma volete mettere la piacevolezza di entrare a teatro senza avere particolari aspettative ed uscirne felici di aver rinunciato ad una serata televisiva senza arte né parte? Mi è appena successo. Di nuovo (o sono fortunato io o questa stagione teatrale a Milano è stata davvero ben pensata …

Review Overview

TESTO
REGIA
RECITAZIONE
RITMO
SCENOGRAFIA

PAGELLA CENTRAL PALC

Summary : Sono uscito da quel teatro felice. Davvero felice.

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