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REVIEW – QUESTI FIGLI AMATISSIMI

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Decisamente troppo arancione

di Lucio Leone

Ho rimuginato su parecchio su che taglio dare a questa recensione perché fossero messe in giusta evidenza le componenti positive e quelle negative di “Questi Figli Amatissimi “, di Roberta Skerl. E sono giunto alla conclusione che la scenografia fosse troppo, decisamente troppo arancione. Non che io non ami questo colore, anzi. A dirla tutta è uno dei miei colori preferiti. Ma ce n’era troppo sulle pareti di questo interno borghese, moderno, di una famiglia come tante fatta di una coppia di “diversamente giovani” genitori e relativi figli “diversamente adulti” in crisi personale o post-adolescenziale, che dir si voglia.

La ragione per cui sottolineo la dominante cromatica della scenografia è che per quanto mi sia sforzato non sono riuscito a trovare assolutamente nient’altro che non funzionasse in questa commedia, e allora mi sono inventato un banale pretesto critico. Era assolutamente ottima la scrittura del testo. Fatto di situazioni reali, di parole “vere” (non c’è nulla di più fastidioso del teatro che imita senza riuscirci il ritmo del linguaggio parlato nella vita di tutti i giorni), di dinamiche -purtroppo tristemente- riconoscibili nelle nostre famiglie o nella cerchia di conoscenti immediatamente vicini a noi. E vivaddio, senza nazionalismi inutili, è bello vedere che anche i nostri autori sono in grado di scrivere testi brillanti con ironia, gusto e tecnica, senza dover necessariamente adattare spettacoli stranieri con il relativo disagio di italianizzare poi nomi e situazioni.

Era di primordine la regia firmata da Silvio Giordani, che pur dando il giusto rilievo al ritmo delle battute del testo, non dimenticava di costruire le relazioni tra i personaggi con minuscoli, intelligenti dettagli nelle controscene (le espressioni degli attori non al centro dell’azione scenica erano sempre perfette, in parte).

Erano tutti molto bravi gli attori, che hanno evitato con cura di cadere nella banalità dei cliché.

Pietro Longhi è il marito, padre, vicino di casa, assicuratore che incontri ogni giorno in metro o dal giornalaio e verso cui provi un immediato e inspiegabile moto di simpatia. Danilo Celli e Carmen di Marzo prestano il volto ai figli cresciuti/non cresciuti, alle prese con vite incasinate che sono “costretti” a tornare a vivere con i propri genitori, innescando tutta una serie di meccanismi e riflessioni sul tema dolorosamente attuale dei “bamboccioni”.

Meccanismi e dinamiche in continua altalena (genitori esasperati dalla convivenza, genitori chiocce che si fanno in quattro, figli che rivendicano autonomia, figli abituati a farsi viziare) che vengono affrontate con leggerezza, profondità, intelligenza e spirito, ed in cui non si può non riconoscersi.

E poi c’è Edy Angelillo, che è una vera mattatrice. Buffa, sensibile, divertente e generosa. Si prende gli applausi a scena aperta in ben più di un’occasione senza aver bisogno di strafare (a discapito dei colleghi), come fa un’attrice quando è brava davvero e si trova alle prese con un personaggio ben scritto al quale regala tecnica recitativa e umanità.

Adatti a rivestire il carattere dei personaggi i costumi di scena di Lucia Mariani, il che è esattamente quel che si richiede ad una costumista, e per quanto riguarda la scenografia disegnata da Mario Amodio -battuta sull’arancione a parte- diciamo che era… appropriata. Forse si sarebbe potuta rendere un poco più accogliente l’atmosfera della casa paterna (aveva magari un pelo troppo l’aria di un appartamento da studenti dell’Erasmus), ma come dicevo prima è un voler a tutti i costi trovare un difetto.

Menzione speciale infine alla colonna sonora, che commentava benissimo il mood del momento. Ben più di una volta mi sono ritrovato a pensare che mi sarebbe piaciuto avere il tempo di riaccendere lo smartphone per scoprire con Shazam di chi fossero le canzoni che accompagnavano il buio dei cambi scena.

Concludo con una piccola annotazione etimologica: il termine “delizioso” purtroppo è vittima di cattiva pubblicità. Forse l’assonanza con l’aggettivo “lezioso” lo rende poco usato per descrivere qualcosa che ci è piaciuto. Be’, mi pare il caso di rivalutarlo in questa occasione, perché questa commedia è davvero deliziosa. E anche se so che mi è capitato altre volte in passato recensendo altri spettacoli di suggerire la stessa cosa mi ripeto volentieri: fatevi un favore, andate a teatro a vederlo. Ne sarete… deliziati.

Teatro Manzoni a Roma dal 19 maggio al 14 giugno 2015

Decisamente troppo arancione di Lucio Leone Ho rimuginato su parecchio su che taglio dare a questa recensione perché fossero messe in giusta evidenza le componenti positive e quelle negative di “Questi Figli Amatissimi “, di Roberta Skerl. E sono giunto alla conclusione che la scenografia fosse troppo, decisamente troppo arancione. Non che io non ami …

Review Overview

TESTO
REGIA
RECITAZIONE
COSTUMI
SCENOGRAFIA

PAGELLA CENTRAL PALC

Summary : "Questi figli amatissimi" è uno spettacolo delizioso assolutamente da non perdere. Fatevi un favore: andate in teatro a vederlo!

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