I Musikabala “abbracciano” gli spettatori con un affascinante excursus musicale e poetico dedicato alle donne
di Ilaria Faraoni
Nella suggestiva cornice, sulla spiaggia di Lavinio – Anzio (RM), di un teatro semicircolare a gradoni costruito su modello degli antichi teatri romani, nell’ambito dell’Associazione culturale L’Abbraccio del tenore Massimiliano Drapello, è andato in scena venerdì scorso il raffinato spettacolo dei Musikabala “Donne, Madonne, Streghe e Tarantolate”, un interessante viaggio nell’universo femminile fatto di parole e musica.
Emiliano Begni (tastiera, voce, percussioni e arrangiamenti), Ermanno Dodaro (chitarra e contrabbasso), Francesco Consaga (sax soprano e flauto traverso), Alessandro Miglietta (percussioni) e Daniela Di Renzo (voce) hanno conquistato il pubblico proponendo un progetto dai contenuti forti che tocca i grandi cantautori italiani da Ivan Graziani (“Monna Lisa”) a Branduardi (“Le streghe”), da Gaber (“Il corpo stupido”) a Rino Gaetano e Modugno (“Malarazza”, tratta da un sonetto di un poeta siciliano) con un’attenzione particolare per De André con “Ave Maria”, “Giovanna D’Arco” (ripresa da un brano di Leonard Cohen) e “Franziska”.
Spazio anche alla tradizione e ai dialetti con una pizzica salentina accompagnata dalle mani del pubblico che ha tenuto il tempo (“Lu rusciu te lu mare”) e con un brano della band siciliana Kunsertu.
I pezzi musicali, che ovviamente non sono stati scelti a caso, chiudono di volta in volta una tematica legata al mondo femminile proposta attraverso una selezione di testi che vanno da Dacia Maraini a Sanguineti, da Erin Hanson (con quel “Tu non sei i tuoi anni” erroneamente attribuito su molti siti internet a Ernest Hemingway) ad Antonella Rizzo.
Di quest’ultima, toccante è la Lettera di Ipazia a Teone, nella quale si immagina un messaggio di Ipazia di Alessandria – filosofa neo-platonica, scienziata e matematica – rivolto al padre. La donna, vissuta tra il 300 e il 400 d.C. e uccisa barbaramente da un gruppo di cristiani, viene per questo considerata una “martire” del libero pensiero.
Il brano proposto con sentimento da Daniela Di Renzo è forse il clou dello spettacolo, dal punto di vista tematico: un inno alla conoscenza al di là di ogni gabbia e sovrastruttura, una riflessione sull’importanza del pensiero, vera essenza di un essere umano: «Per distruggere un uomo occorre distruggere la sua storia, e la libertà capitolerà insieme a tutte le teste mozzate. Ma io, Ipazia di Alessandria, figlia di Teone, temo solo le tenebre dell’anima e non la fine della mia esistenza».
Al di là dei contenuti, poi, lo spettacolo lascia il segno proprio dal punto di vista musicale: il pubblico gusta tutta la bellezza e la forza della musica dal vivo ed è la musica a diventare la grande protagonista grazie all’esecuzione coinvolgente e avvolgente degli eccellenti musicisti e agli arrangiamenti appassionati e mai banali di Emiliano Begni che tanto abbiamo apprezzato con Dodaro anche nel pluripremiato Ciao Amore Ciao, Tenco e Dalida tra musica e amore – la nostra recensione QUI) e che ora scopriamo piacevolmente anche nelle vesti di cantante.
Una nota di lode particolare anche ad Ermanno Dodaro che in Donne, Madonne, Streghe e Tarantolate apprezziamo anche come compositore: due sono i brani scritti di suo pugno presenti nello spettacolo, tra i quali citiamo la sensibile ninna nanna “Una nuova luna (Cancion de cuna)” – per ascoltarla cliccare QUI – che si immagina cantata da un bambino non ancora nato, su testo delicatissimo della stessa Daniela Di Renzo (la pagina del progetto Una Nuova Luna QUI) che con la sua personalità attoriale e vocale accompagna, convincente, gli spettatori nel percorso all’interno del mondo femminile.
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Segue scheda dello spettacolo:
https://www.facebook.com/events/1681338621972616/
DONNE, MADONNE, STREGHE E TARANTOLATE:
i volti del femminino raccontati in musica e poesia.
Isteriche, pizzicate, beatificate, seduttrici, adultere, maschiacce, fattucchiere, pettegole, donnette e Sante.
In una parola, FEMMINE.
Dalla tradizione popolare alla canzone d’autore: da Modugno a Giorgio Gaber, da Fabrizio De Andrè a Ivan Graziani.
E poi Amelia Rosselli, Alda Merini, Giovanna d’Arco, Ipazia d’Alessandria e le altre. Un dialogo di genere per raccontare come le donne si incastrano e si districano dentro i ruoli e nelle relazioni.
La location che ci ospita è l’Abbraccio Music Theatre, un meraviglioso affaccio sul mare e sul sole che tramonta rosso rosso, impegnato a rapire lo sguardo di tutti i presenti.
Per l’occasione menù a tema!
Con MUSIKABALA
Daniela Di Renzo, Voce
Emiliano Begni, Pianoforte e Voce
Ermanno Dodaro, Contrabbasso
MusiKabala ha al suo attivo una collaborazione che nasce nel 2015, intorno al progetto Non esco mai senza il mio cuore addosso che porta alla pubblicazione di un disco nel 2016; da questa prima esperienza nasce “Quando la parola si fa stile”, omaggio alla canzone d’autore e subito dopo il progetto La rivoluzione nella pancia di un cavallo, spettacolo Pathos Logico in musica e prosa dedicato al pensiero di Franco Basaglia.