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TEATRO MIELA – INIZIO DI STAGIONE TRA RASSEGNE E FESTIVAL

Inizio di stagione impegnato al Teatro Miela di Trieste tra documentari, teatro e musica live

di Erica Culiat

Il Teatro Miela ha una sua nicchia nel variegato panorama teatrale triestino. È un contenitore/catalizzatore di sempre più numerose iniziative, tra cui la recente Trieste Next, il Festival della ricerca scientifica, dove da una sua partecipazione marginale, è diventato un vero e proprio centro di aggregazione, tanto da valersi gli elogi di Stefano Fantoni, presidente della Internazionale Trieste, quello cioè che ha portato il capoluogo giuliano a diventare capitale della scienza ospitando Esof, l’EuroScience Open Forum nel 2020.

Non a caso, come ha evidenziato il presidente della cooperativa Bonawentura, Milos Budin, anche gli spettatori paganti sono aumentati da 10.500 a più di 20mila nel triennio 2014/17 per questo teatro che ama definirsi instabile, palcoscenico per teatro, musica, cinema, festival, concerti, conferenze, mostre, convegni e chi più ne ha, più ne metta. Il suo grido di battaglia quest’anno è: “solo posti a volare”.

Ecco le proposte per questa ultima parte dell’anno. Antenne su tutto quello che c’è di nuovo, interessante, insolito, curioso. Nella programmazione ormai rientra anche il festival S/paesati, eventi sul tema delle migrazioni che festeggia la sua 19esima edizione. Altro appuntamento atteso è il Miela Music-Live, concerti ricercati e intonati su “altre” note musicali che ama le contaminazioni tra generi e diverse culture musicali, senza dimenticarsi del classicissimo, dal 2001, appuntamento del lunedì con la compagnia più strampalata che impazza tra musica e cabaret, il Pupkin Kabarett Show (Laura Bussani, Stefano Dongetti che sul quotidiano locale, Il Piccolo, tiene una rubrica graffiante, “el tululù” (scemo), da far tremare i polsi a Serra, Gramellini e co., Alessandro Mizzi, Flavio Furian and Friends).

Dicevamo di S/paesati che da anni indaga i fenomeni migratori attraverso lo spettro della creazione artistica e gli incontri culturali. Quest’anno una parte sarà dedicata all’analisi e al racconto di alcune zone di guerra, ha raccontato Sabrina Morena, anima della kermesse, come la Siria e l’Iraq, attraverso l’esperienza diretta di giornalisti.

Così, dopo la conferenza “In prima linea. Racconti dalla Siria” dello scorso 7 novembre con Domenico Chirico e Linda Dorigo, grande attenzione alle vicende riguardanti i curdi con la regista Leyla Toprak e i suoi documentari sperimentali sulle donne combattenti Kobane e nel Ridottino del teatro, di Yadgar Baker, White Faces. Reframing memory// Album fotografici e identità curda, per la regia della Dorigo.

Il 22 novembre è stato presentato il libro di Maria Cuffaro “Kajal. Le vite degli altri e la mia” con i giornalisti Paolo Aleotti ed Emily Menguzzato che hanno raccontato la disperazione della guerra in Medio Oriente, Asia, Sud America, Africa.

Il giornalista Gabriele Del Grande e Sergia Adamo, docente di letterature comparate, hanno parlato in Fortress Europe dei rifugiati e degli scenari futuri per l’Europa; al termine è stato riproposto il documentario Io sto con la sposa.

Un’altra parte invece è incentrata soprattutto all’esperienza teatrale. Ecco quindi che dopo Diario dall’Aldilà… Da Sarajevo con amore di Punisa Kalezic e Diana Bosnjak Monai con Sebastiano Tringali e Laura Bussani andrà in scena il 28 novembre Lampedusa Beach di Lina Prosa con Sara Alzetta, una co-produzione Bonawentura-Stabile Sloveno; Come diventare africani in una notte di Mohamed Ba, Dongetti e Mizzi (dal 27 al 29 novembre); Una splendida giornata… da clandestino di Giuseppe Nicodemo ispirato a una reportage di Gianpaolo Sarti per Il Piccolo con Francesco Godina diretto da Sabrina Morena (5 dicembre).

E ancora, Alan e il mare di Giuliano Scarpinato con Michele Degirolamo, Federico Brugnone, produzione CSS Teatro stabile di innovazione del Fvg e Accademia Perduta Romagna Teatri (13 dicembre).

Alla fine della programmazione anche uno spettacolo relativo alla Prima Guerra Mondiale, Parole di pace, (10 gennaio 2019) a cura del movimento adulti scout cattolici italiani.

Interessante il cartellone musicale che ha visto aprire la stagione il 12 ottobre con Nidi D’arac, i più longevi esponenti della world music italiana che fanno danzare su ritmi popolari tra contaminazioni folk, rock ed elettroniche. Dal Niger arrivavano Les Filles de Illighadad, un gruppo di ragazze fautrici di un nuovo genere di chitarra Tuareg che trasportano ai giorni nostri le canzoni rurali dei nomadi grazie alle voci, i battiti di mani e le percussioni (8 dicembre).
Infine Animanz & Juanita Euka, un gruppo nato cinque anni fa come un progetto aperto tra amici musicisti che in poco tempo è cresciuto accogliendo artisti provenienti da tutto il mondo (21 dicembre).

Sfarfalleggiate pure su www.miela.it

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