REVIEW – DUUM

Un cirque dalle grandissime potenzialità. Cercasi finanziatori!

di Erica Culiat

Sono giovani, vitali, traspirano entusiasmo, tanto che alla fine dello spettacolo, come nella miglior tradizione anglosassone, si sono seduti con le gambe penzoloni sul bordo del palcoscenico a parlare sorridere stringere mani al pubblico che numeroso, il 6 marzo, ha occupato le poltrone della Contrada, Teatro Stabile ad iniziativa privata di Trieste, declassato dalla recente riforma a “impresa teatrale”.

Parliamo dei Sonics, la compagnia torinese di acrobati, artisti e performer fondata nel 2001 da Alessandro Pietrolini e Ileana Prudente che per la prima volta si è esibita in Friuli Venezia Giulia con Duum, il loro ultimo lavoro teatrale, creato e diretto da Pietrolini.

Per chi frequenta i vari Cirque nulla di nuovo, ma hanno regalato comunque per ottanta minuti a una platea estasiata acrobazie sospese nel vuoto sempre accattivanti e magiche, sorretti tra l’altro da una bella colonna sonora composta appositamente da Sergio Mari.

I numeri circensi e di teatro-danza sono cuciti tra di loro da una lieve tessitura drammaturgica firmata da Antonio Villella. C’è un architetto, tale Serafino, interpretato dallo stesso Villella, che si prodiga attraverso formule matematiche, trabiccoli vari e macchine per far sì che i suoi compagni, rifugiatisi nel centro della terra per sfuggire a una pestilenza e che lui ha rieducato alle emozioni, all’amore, alla bellezza, possano di nuovo uscire nel mondo di sopra e viverci. Duum quindi è il rumore del salto. Duum è lo stare insieme. Duum è un dolce abbraccio. Duum è vita. Dumm è una stretta di mano e così via.

Ripetiamo, è già un po’ tutto visto, i numeri hand to hand, quelli sospesi e avvolti in nastri fluttuanti, quelli dei performers attorcigliati negli scheletri di possenti lampadari… le evoluzioni dove la prestanza di un fisico perfettamente allenato strabilia nei passi a due mozzafiato. I protagonisti stanno in equilibrio su una spalla, su un braccio, creando l’incredibile, sfidando le leggi di gravità. Snodabili. Elastici. Forti.

Il team è valido, il costrutto circense anche, quello che manca è una forte iniezione di soldi. I grandi colossi dei nuovi circi, con le loro disponibilità economiche investite nella ricerca di materiali, soluzioni tecniche visive e sonore sempre più all’avanguardia, se li mangiano.

I costumi della Prudente e di Irene Chiarle sono fatti con materiali miseri, la scena che a dire il vero nelle fotografie rende molto, dal vivo non ci è piaciuta per niente, sembrava un groviglio di stracci che dovevano simulare le viscere della terra.

Molto bello il numero in bianco con queste ali allungate che a momenti sembravano i petali di un’orchidea altre volta quelli di una farfalla. I Sonics vanno tenuti d’occhio, a loro vanno i nostri complimenti, ma devono trovare finanziamenti che permettano loro di progredire e diventare più competitivi. La creatività, in particolare in questo campo, ha bisogno anche di disponibilità economiche ingenti.