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ADDIO CARO VECCHIO BUON CD

La Sony chiude l’ultima fabbrica di CD d’America, ma rilancia il vinile

di Paolo D. M. Vitale

Che la nostra sia un’epoca piena di contraddizioni non è certo una novità.

Mentre da un lato pretendiamo che il frigorifero, l’automobile e la lavatrice siano collegati ad internet e siano comandabili a distanza, dall’altro affolliamo i sempre più numerosi mercatini del vintage acquistando oggetti e mobili appartenuti ai nostri nonni.

Ci ritroviamo così a vivere costantemente in tensione tra due forze uguali e contrapposte: quella che spinge verso un’ipertecnologizzazione massificante e industriale e quella che punta alla riscoperta del “vecchio”, fatto di pezzi unici e artigianali.

Ed è così dagli USA che è arrivata, quasi in sordina, una notizia di per sé epocale: Sony ha chiuso l’ultima fabbrica di CD degli Stati Uniti, quella di Terre Haute nell’Indiana. E siccome la Storia a volte sa essere poetica e ironica allo stesso tempo, veniamo pure a scoprire che proprio in quello stesso stabilimento fu creato, nel lontano 1985, il primo CD d’America. Insomma, una specie di Alfa e Omega della memorizzazione digitale.

Si è calcolato che il mercato americano di CD abbia perso solo nel 2017 una fetta pari al 18% e che al livello mondiale il calo sia del 5% annuo, portando così al 2022 la data della scomparsa globale e definitiva.

Ad una prima analisi e tralasciando i vari sentimentalismi questa notizia non ci stupisce affatto. Ormai da diversi anni i computer vengono venduti regolarmente senza lettore CD e il mercato discografico si è inesorabilmente convertito alla “musica liquida”, ovvero quella dello streaming di Spotify, Amazon e Apple Music.

Ma le notizie che ci descrivono il nostro Zeitgeist non finiscono qui e sempre da casa Sony è arrivata un’altra decisione altrettanto incredibile: dal 21 marzo 2018 torneranno in vendita i vinili dopo quasi 30 anni di fuori produzione.

Se da un lato infatti il 2017 ha segnato il tracollo nel mercato dei CD, dall’altro ha riportato le vendite dei 33 giri ai livelli del 1990, ovvero al loro massimo culmine storico.

Questa rinnovata passione per i vinili del resto non sembra neanche essere una moda passeggera o riservata ad un pubblico di nicchia, dal momento che negli ultimi quattro anni (dati Gfk) il trend si è mantenuto costantemente in crescita tanto che in Inghilterra le vendite dei dischi hanno già superato quelle dei CD. Insomma i CD spariscono, i dischi ritornano.

Ma come spiegare questo incredibile fenomeno?

Alain de Botton, nel suo celebre “Architettura e felicità” scrive che “qualsiasi oggetto di design trasmette un’idea degli atteggiamenti psicologici e morali che rappresenta. […] Essenzialmente, i prodotti del design e dell’architettura ci parlano del genere di vita più adatto a svolgersi intorno a essi o al loro interno. Ci rivelano quali stati d’animo cercano di suscitare e mantenere nei loro abitanti. […] Ci parlano di visioni di felicità”.



Probabilmente la “musica liquida” da un lato e il giradischi dall’altro sono soltanto due visioni antitetiche di felicità che scaturiscono da quelle forze uguali e contrapposte che lacerano l’uomo contemporaneo: la “musica liquida”, infinita e immateriale, ci parla di efficenza, velocità, comodità, virtualità, connessione, alta definizione…; il giradischi, puntuale e materico, ci parla invece di imperfezione umana, di calore del suono, di luoghi familiari, di riti da compiere, di tempo da recuperare. Quasi l’ancestrale dualità anima e corpo, mente e cuore, ragione e sentimento.

Ed è così che in questo grande gioco degli opposti non c’è più spazio per il CD: troppo perfetto per essere amato, troppo scomodo per essere usato.

Addio caro vecchio buon CD! Con te si chiude un’era fatta di masterizzatori, di mp3 scaricati illegalmente e di copertine scritte con i pennarelli. Per quasi vent’anni ci hai fatto compagnia nei nostri viaggi in macchina e nelle nostre feste in casa. Adesso riposa in pace accanto ai tuoi amici floppy disk, ai VHS, alle musicassette, ai rullini da 36 e alle 8mm… ma non temere, forse tra trenta’anni anche tu ritornerai!

About Paolo D. M. Vitale

Architetto e giornalista, è editore e direttore del portale Centralpalc.com e del magazine Musical!. E' membro della giuria in importanti concorsi teatrali di rilievo nazionale (Musical Awards, Oscar Italiani del Musical, PrIMO). Associa il suo impegno di giornalista all'attività di scenografo e lighting designer per il teatro sia in Italia che all'estero.
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