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L’ARMONIA DEL BELLO: MUSICA, ARCHITETTURA E SAPORI TOSCANI

Nicolay Khozyainov e Eleonora Contucci – Concerto del 4 maggio 2019 – foto Emiliano Migliorucci

Concluso il Festival di Pasqua 2019 a Montepulciano

 di Roberto Del Nista

MONTEPULCIANO (SI). Con un concerto tenuto dal funambolico pianista ventiseienne Nicolay Khozyainov, sabato 4 maggio è terminata a Palazzo Contucci la V edizione del “Festival di Pasqua”, svoltosi dal 20 aprile al 4 maggio. Talentuoso virtuosista, a diciotto anni Khozyainov è stato il più giovane finalista al Concorso Chopin di Varsavia, dove  ha ricevuto una menzione speciale; in seguito è risultato vincitore di prestigiosi concorsi internazionali. Il giovane pianista russo ha affrontato con agilità un ampio e temibile repertorio, spaziando da Chopin a Busoni, da Mozart a Liszt e Dall’Ongaro. Khozyainov ha letteralmente entusiasmato il folto ed attento pubblico, destinatario di numerosi bis generosamente concessi, eseguendo brani di autori raffinati quali – tra gli altri – Debussy e Stravinskij. Un programma strumentale arricchito da interventi vocali con arie di Puccini, Mozart e Bizet, interpretati con levigatezza e comprovata professionalità dal soprano Eleonora Contucci. Splendida cornice architettonica del concerto, la sala delle feste situata al piano nobile di Palazzo Contucci, interamente affrescata da Andrea Pozzo nel 1702: un raro esempio di opere profane del gesuita trentino, maestro dell’illusionismo pittorico barocco.

Khozyainov si esibisce su un pianoforte Yamaha; a lato, in disparte come in ascetica contemplazione, troneggia silenzioso lo splendido (e raro) fortepiano Conrad Graf numero 1092 del 1826: uno dei pochi esemplari rimasti dei tremila costruiti dal viennese Graf fino al 1840, restaurato da Edwin Beunk nel 2005.

Il fortepiano Graf a Palazzo Contucci

L’acuta formula concettuale del festival nasce nel 2015, come “costola” del più noto Cantiere d’Arte, su un’idea di Eleonora Contucci, attuale direttore artistico, e di Carlo Cavalletti, su una base sempreverde ed oggi spesso offuscata: l’armonia del bello, coniugando fattori inossidabili quali arti musicali e visive, architetture e paesaggi naturali del territorio senese di unico ancorché invidiabile fascino; il tutto, accompagnato dall’assaporare il singolare gusto di cibo e vino locali, peraltro ricordati ed osannati in molta letteratura del passato. Un insieme di elementi culturali vivi e mai sopiti, promotori pure di quella socializzazione comunicativa trasformata oggigiorno nell’asettica solitudine di uno smartphone o di un apparecchio televisivo. Non a caso, l’associazione costituita per dar vita istituzionale alla rassegna, si etichetta A.P.S. (Associazione Promozione Sociale), il cui presidente è lo stesso direttore organizzativo del festival, Carlo Cavalletti.

Khozyainov e Contucci Concerto del 4 maggio 2019 – foto Emiliano Migliorucci

L’idea di costruire una serie di appuntamenti musicali durante il periodo pasquale, a richiamo degli intenti socio culturali anzi citati nonché per colmare un vuoto musicale in quel periodo, nel 2015 trovò subito terreno fertile grazie all’indiscusso mecenatismo della Famiglia Contucci, da sempre attenta alla promozione e sviluppo del territorio e dall’Ambasciata Svizzera. Oggi il festival è sostenuto dalla collaborazione fattiva e concreta del Comune di Montepulciano, da sponsor di partenariato e da donazioni elargite da privati cittadini. Il festival è itinerante: i concerti, incentrati per lo più su musiche del periodo barocco con interpreti di livello internazionale, coinvolgono le location altrettanto fascinose delle zone limitrofe, come quelle di Chiusi e Sarteano, oltre gli edifici storici di Montepulciano, quali il Museo Civico, il Palazzo del Capitano, chiese e, naturalmente, il Teatro Poliziano. Gli eventi musicali sono integrati da relazioni e piccole conferenze inerenti l’estetica e la storicità in senso lato; ai concerti si alternano altri appuntamenti dedicati al richiamo della sensibilità sociale (Amnesty International). “Si colmi il calice / Di vino eletto; / Nasca il diletto, / Muoia il dolor.” Così si esprime la Lady nel Macbeth verdiano: affermazione accuratamente seguita al termine di ogni incontro, dove l’auspicio per un futuro all’insegna del bello è corroborato dalla degustazione di vini e prodotti locali. E l’armonia estetica è raggiunta.

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