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VIDEO FEATURED – SPECIALE LISMORE MUSIC FESTIVAL 2012

di Ilaria Gatti

Quando si arriva a Lismore, Irlanda, tutto ci si può aspettare meno che vi si svolga un festival operistico. Lismore infatti, forte di una storia millenaria come antico centro monastico e culturale, oggi è poco più di un paesino, di quelli da cartolina.

E invece Lismore ospita da tre anni il Lismore Music Festival, un evento che si svolge nel periodo del Bank Holiday a cavallo tra maggio e giugno e che raccoglie sempre più spettatori.

Ogni anno il Festival si compone di diversi eventi, dai recital ai concerti (quest’anno una superba esecuzione pianistica a quattro mani dei fratelli Dearbhla e Finghin Collins e un’intensa Petite Messe Solennelle di Rossini diretta dal M°Marco Zambelli) sia a Lismore che in località limitrofe, ed ha come punta di diamante l’allestimento di un’opera.

Gli scorsi anni la scelta dei titoli è caduta rispettivamente su Carmen (2010) e Don Giovanni (2011); quest’anno l’opera scelta è stata Il Barbiere di Siviglia di Rossini in una versione accorciata ed arrangiata per orchestra da camera del M° Gianluca Febo.

L’allestimento, diretto dal regista Dieter Kaegi, noto a livello europeo, trasforma un possibile svantaggio in un vero e proprio punto a favore: la scenografia. Da tradizione infatti l’opera viene allestita in una cornice insolita e non prettamente teatrale: l’area delle vecchie stalle del castello di Lismore, all’aperto.

Sotto una pioggia scrosciante, il 2 giugno, è andata in scena la prima di due repliche de Il Barbiere di Siviglia con una platea gremita e soddisfatta nonostante il maltempo impietoso. Il vecchio edificio che una volta ospitava le stalle del castello miracolosamente, e senza necessità di grandi modifiche, si trasforma in uno spazio senza tempo e senza luogo perfettamente adatto allo spirito dell’opera. Un bar con i suoi tavolini, la bottega di un barbiere, una porta, un balcone, una fontana che vengono sfruttati al massimo da un cast agghindato in stile anni ’50 e abile nello fruttare l’handicap meteorologico a proprio favore.

Probabilmente i più conservatori avrebbero storto il naso di fronte a questo allestimento ridotto, con un ensemble di soli sette elementi , con recitativi in inglese eppure, nonostante le diverse modifiche, abbiamo trovato una produzione intelligente, ricca di spunti  e ben calibrata sul proprio pubblico e sui propri mezzi.

In un’atmosfera così intima  – la poca distanza tra pubblico e artisti permetteva all’azione di giocare continuamente sul confine tra scena e platea – ciò che si è recuperato è il vero spirito dell’opera buffa e il piacere del divertimento che scaturisce dal genio di Rossini, portato a galla da una regia intelligentemente studiata che calibra sapientemente le proporzioni, gli spazi e i tempi rendendo godibilissima questa versione “poket” del classico Rossiniano.

Il cast, in parte irlandese in parte straniero, si è difeso nel migliore dei modi dal clima avverso che certamente non ha giovato alle corde vocali e ha creato non pochi problemi sovrastando in alcuni punti la musica.

Pervin Chakar, una maliziosa Rosina, spiccava per tecnica vocale e sicurezza; i tanti anni di studio in Italia hanno permesso a questa interprete di affrontare con sicurezza le difficoltà della partitura rossiniana; Owen Gylhooly, baritono irlandese, è stato un simpatico e calzante Figaro, forte della sua lunga esperienza con questo ruolo, ironico al punto giusto; Javier Abreu, tenore portoricano specializzato in ruoli Rossiniani, ha interpretato uno scanzonato e frizzante Conte d’Almaviva.

Il burbero Dottor Bartolo aveva il volto di Damon Nestor Ploumis, artista dall’incredibile presenza scenica, duttilità e talento comico, anch’egli avvezzo ai personaggi rossiniani; Gerard O’Connor interpretava invece un comicamente inquietante Don Basilio mentre una menzione speciale la merita Sandra Oman, soprano irlandese nei panni di Berta, che, nonostante il ruolo ridotto all’osso dai tagli, ha mostrato un grande talento interpretativo (ma non è mancata l’occasione di mostrare anche il suo talento vocale nella Petite Messe Solennelle). Completava il cast Mark Duff nel doppio ruolo di Fiorillo e dell’Ufficiale. La riduzione dell’opera non ha forse permesso di esplorare a pieno le doti vocali di tutti gli interpreti ma ha però enfatizzato le loro speccate doti attorali ed interpretative che hanno fatto certo dimenticare qualche piccola imprecisione tecnica.

Il destino del Lismore Music Festival sembra già tracciato dalla forte volontà dell’organizzazione, Jennifer O’Connell e Dieter Kaegi in primis, di sviluppare ulteriormente il progetto ma anche e soprattutto dal consenso del pubblico che ride, applaude e gode del piacere dell’opera, forse del piacere più semplice frutto della magia della musica e del canto soli, che non hanno sempre bisogno di un grande teatro alle spalle

da “L’Opera” n. 271, Luglio-Agosto 2012

VIDEO FEATURED

Abbiamo intervistato per voi i principali interpreti di questo Barbiere ed il direttore artistico del Festival, Dieter Kaegi.

Ecco il nostro SPECIALE LISMORE MUSIC FESTIVAL 2012:


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