di Ilaria Faraoni
Loretta Goggi torna in teatro con il nuovo spettacolo Gypsy, il musical di Arthur Laurents con le musiche di Jule Styne e le liriche di Stephen Sondheim adattato e diretto, nella versione italiana, da Stefano Genovese e prodotto da MAS.
Lo spettacolo, ambientato tra gli anni ’20 e gli anni ’30, narra la vera storia della “Regina del Burlesque” americana, Gypsy Rose Lee.
Dal suo debutto a Broadway nel 1959, fino al revival nel 2008, Gypsy ha vinto numerosi awards ed è stato definito “La versione musicale del Re Lear al femminile“.
I quadri musicali, su coreografie di Stefano Bontempi, saranno un sorta di teatro nel teatro, rappresentando, nella finzione, quelli messi in scena dalla compagnia di Vaudeville di cui si raccontano le vicende.
Il debutto è fissato per il 15 gennaio al Teatro Nuovo di Milano.
Sito ufficiale: http://www.gypsyilmusical.it/index.html
Seguono comunicato stampa e date del tour:
Scritto da Arthur Laurents
Musiche Jule Styne
Liriche Stephen Sondheim
Scenografie e Costumi Disegno Luci
MATTEO PIEDI VALERIO TIBERI
Direzione Musicale Coreografie
FABIO SERRI STEFANO BONTEMPI
Aiuto Regia
DIEGO SAVASTANO
Adattamento e Regia Stefano Genovese
GYPSY
è presentato su licenza esclusiva di:
TAMS-WITMARK MUSICAL LIBRARY, INC.
560 Lexington Avenue, New York, New York 10022, U.S.A.
CREDITI ORIGINALI
GYPSY
A Musical Fable, Book by Arthur Laurents
Music by Jule Styne Lyrics by Stephen Sondheim
Suggested by memoirs of Gypsy Rose Lee
Original Production by David Merrick & Leland Hayward
Entire production originally directed and
choreographed by Jerome Robbins
IL MUSICAL GYPSY PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA DA GENNAIO 2013
PRODOTTO DA MAS Music, Arts & Show
LORETTA GOGGI INTERPRETA “ROSE”
Sarà Gypsy, Il musical, la nuova produzione firmata MAS in tournée in Italia da gennaio 2013, con debutto a Milano il 15 gennaio al Teatro Nuovo.
Gypsy è un musical di Jule Styne con musiche di Stephen Sondheim che ha debuttato per la prima volta a Broadway nel 1959.
Definito da numerosi critici il più grande musical americano di tutti i tempi, la risposta del teatro musicale americano a Re Lear, Gypsy racconta la vera storia di Gypsy Rose Lee “la Regina del Burlesque” nell’America degli anni ’30 e di sua madre Rose, donna forte e pronta a tutto per far diventare le sue figlie delle star.
Il personaggio di Rose, vero protagonista del musical, è complesso, delicato e volubile, uno dei ruoli femminili più ambiti e prestigiosi della storia di Broadway, che ha visto grandissime interpreti come l’originale Ethel Merman nel 1959, Angela Lansbury nell’edizione di Londra del 1973, Bernadette Peters nel revival del 2003, Patti LuPone nel 2008 e Bette Midler nell’omonimo film del ’93. Come da tradizione a Broadway, anche nel nostro Paese il ruolo di Rose è affidato a una protagonista d’eccezione, che necessita di poche presentazioni: la grande attrice e cantante italiana Loretta Goggi.
IL MUSICAL
Il Musical Gypsy debutta a Broadway nel 1959, è ispirato alla vita di Gypsy Rose Lee, Regina del Burlesque nell’America degli anni ’30 e raccontata nella sua autobiografia “A Memoir”.
Nonostante il titolo, la vera protagonista del musical non è Gypsy Rose Lee, bensì sua madre Rose. Gypsy è la storia di una madre determinata a trasformare le sue due figlie, June e Louise, in star nel mondo dello spettacolo, quando il genere vaudeville era sulla strada del declino e il burlesque stava per nascere. Nonostante la prediletta della madre fosse June, alla fine sarà Louise a diventare, quasi suo malgrado, una delle stelle del burlesque più acclamate negli Stati Uniti degli anni ’30. Le musiche dello spettacolo includono i brani “Let me Entertain You”, “Together Wherever We Go” “You’ll never get away from me” e “Some People”. Dal suo debutto fino al revival del 2008 a Broadway, Gypsy ha vinto numerosissimi Tony Award e Drama Desk Award come miglior Musical, migliore Attrice protagonista e migliore Musical Revival.
“La prima volta che ho sentito parlare di Gypsy è stato nel secolo scorso, esattamente nel 1994/5, ne ebbi una cassetta vhs della versione cinematografica della stupenda Bette Midler.
Il ruolo bello e difficile mi spaventò: non somigliava affatto all’immagine che il pubblico italiano teatral-televisivo aveva ai tempi della Goggi e poi Bette Midler mica una qualsiasi. In seguito le mie informazioni si arricchirono di altri grandi nomi che portarono Gypsy al trionfo: Angela Lansbury, Ethel Merman, Patty Lupone, Bernardette Peters, ah dimenticavo un altro piccolo nome R. Russel. Premi, incassi, definizioni tipo “la versione musicale del Re Lear al femminile”.
“Il più difficile dei ruoli femminili che il musical americano possa offrire”… pensai di prendere tempo. Tanto tempo.
Negli anni vennero le proposte di Sunset Boulevard, Angeli con la Pistola, Mame. Ecco, MAME (Auntie Mame), colpì molto il mio immaginario (una simpatica pazza pronta a trasformarsi per amore, un adorabile nipote, la crisi di Wall Street, la capacità di reinventarsi una vita nelle difficoltà. Mi misi in testa che dopo le 4 stagioni dei miei 2 one woman show, avrei trovato il modo di portarla in scena. La scomparsa di mio marito, la crisi mondiale che ha coinvolto tutti i continenti in tutti i campi, non ultimo quello teatrale, ha piegato la mia volontà e quella del produttore col quale portavo avanti da mesi il progetto (non si poteva non essere all’altezza delle aspettative dei grandi teatri e del loro pubblico per questo musical, né del nostro buon nome!). Accantonato il progetto, accantonai proprio la voce teatro dai miei impegni. Affrontai, nonostante il doloroso momento personale che continuavo a vivere e la grossa difficoltà che avevo nel rimettermi in gioco, una partecipazione fissa in tv offertami da Carlo Conti, e un bel ruolo nell’ultimo film di Brizzi, uno dei miei registi/ autori preferiti (Pazze di me). Nel ricominciare a vivere la mia professione, mi imbatto in Paolo Limiti che mi parla di un grosso produttore (“quello di Priscilla, sai, il successo dell’anno!”) che ha intenzione di fare Gypsy, e che, secondo Paolo stesso e lui, io potevo esserne davvero l’interprete ideale. Conosco così Daniele Luppino, gli dico che per l’anno in corso, non posso prendere impegni, la Rai mi terrà legata a Roma fino a circa metà novembre (divenuto poi il 30 novembre). Lui mi dice che mi aspetterà e che debutteremo tardi, e che se anche avessimo avuto problemi ad entrare nei cartelloni ormai chiusi dei grandi teatri, per lui l’importante era avere me e intanto debuttare, poi per la prossima stagione si vedrà. Sulla scia dell’entusiasmo accetto, pur stanca dell’anno impegnativo già affrontato, ma ormai galvanizzata. Ora però, c’è un “però”: per il testo e le canzoni ho rivisto e risentito le varie interpretazioni delle grandi star delle quali vi accennavo e sono sotto choc dalla paura di questo “simpantipatico” personaggio. Tremo, mi sudano le mani, la temperatura corporea è la tipica del panico che mi prende ogni volta che mi innamoro di un progetto! Non prometto niente sulla mia riuscita, ma in Gypsy ci sarò! Eccome se ci sarò: sto tremando, ho le mani gelate, perciò vuol dire che ci sarò! Hai voglia se ci sarò!”
Loretta Brezza Goggi
NOTE DI REGIA
Gypsy è una grande prova. Per tutti quelli che gli daranno vita.
È prima di tutto una prova d’attrice. E su questo mi sento tranquillo perché la sig.ra Goggi è perfetta, e forse al momento l’unica, a poter interpretare il difficile ruolo che è stato delle più grandi interpreti di Broadway, da Ethel Merman ad Angela Lansbury, da Bernadette Peters a Patti LuPone. Per non parlare delle versioni cinematografiche di Rosalind Russel nel 1962 e di Bette Midler nel 1993. Un ruolo, quello di Rose, che i critici newyorkesi hanno descritto come uno dei più complessi del teatro musicale americano, arrivando a definire Gypsy la risposta di Broadway a Re Lear. È una prova di Regia perché l’intreccio è complesso e si snoda nell’arco di quindici anni durante i quali i personaggi crescono, si formano e si trasformano, cambiano gli equilibri tra di loro. Un modo di raccontare le storie a cui ci ha abituato Cechov, quasi mai usato dal teatro musicale, che mette gli attori di fronte al difficile compito di entrare totalmente nel personaggio, vivendo la complessità di un’intera vita. Il tutto raccontato in una commedia che fa molto ridere ma che non rinuncia ad andare a fondo in quei momenti della vita che mettono i nostri protagonisti continuamente alla prova. Una commedia i cui numeri musicali, a differenza del musical tradizionale, sono dentro la storia, ovvero sono i numeri che la compagnia di Vaudeville mette in scena durante la propria decennale tournée. E così non abbiamo un corpo di ballo uniforme che semplicemente arricchisce lo spettacolo, ma ognuno dei venti interpreti è un personaggio che ha la propria storia e la propria funzione nella vicenda. Una commedia dove le canzoni raccontano ed amplificano quei sentimenti che smuovono le azioni e indirizzano le scelte, a volte molto difficili, dei protagonisti. È una prova per la Messa in Scena del testo il quale, raccontando la storia di una compagnia teatrale in perenne tournée, si snoda in un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti, in una quindicina di luoghi diversi. Da qui ne deriva la prova per l’immagine dello spettacolo, scene e costumi, ambientato tra gli anni ’20 e gli anni ’30, in quell’America a cavallo tra il frivolo charleston del mondo del varietà e la povertà della Grande Crisi che arriva, con un continuo dialogo tra il mondo reale e quello più naif degli spettacoli di Vaudeville. Lo spettacolo nello spettacolo, appunto.
Stefano Genovese
DATE TOURNÉE 2013
MILANO | 15 gennaio – 3 febbraio | TEATRO NUOVO |
TORINO | 12 – 17 febbraio | TEATRO ALFIERI |
BOLOGNA | 22 – 24 febbraio | TEATRO EUROPA |
BARI | 23-24 marzo | TEATROTEAM |
NAPOLI | 5-14 aprile | TEATRO AUGUSTEO |
FIRENZE | 18-21 aprile | TEATRO VERDI |
TRIESTE | 23 -28 aprile | TEATRO ROSSETTI |