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"HOUSEMATES.2": ALLA RICERCA DELLO SCONOSCIUTO

di Davide Garattini

Il CRT di Milano ricomincia la sua programmazione e fin da subito dichiara apertamente che sperimentazione e qualità sono due punti imprescindibili per il suo cammino, soprattutto per il tipo di proposte che vuole fare al pubblico e noi ci auguriamo che questo spazio possa diventare un vero punto di riferimento per la città.

Alcuni dei gruppi più vivaci della ricerca teatrale italiana danno vita a Housemates.2, il primo esperimento di “cohousing” artistico dove lo spazio teatrale è rivoluzionato e vissuto in modo diverso: lo spettatore è itinerante sia fisicamente, sia spiritualmente, non come un turista, ma come un viaggiatore che assapora ogni luogo ed ogni opera che si pone davanti ai suoi occhi.

Incontri con fatti e realtà teatrali differenti dove le compagnie sono chiamate a condividere gli spazi del Teatro dell’Arte in una condivisione non claustrofobica; un’esperienza orientata a far convivere autonomia creativa e benefici di un ambiente e di uno spazio comuni. Una novità, o comunque un’inconsuetudine per molti teatri, che crediamo possa essere un modo interessante per il pubblico di “abitare” lo spettacolo, non solo con l’etichetta della sperimentazione, a cui spesso si concede tutto; speriamo infatti che questo tipo d’iniziativa possa essere imitato anche per altre proposte e così avere dei teatri realmente vivi.

Quelle di Masque Teatro e Opera crediamo siano le due proposte più interessanti per lo spettatore: due gruppi che partono dal teatro per metterne in discussione le caratteristiche tradizionali scavando nel conosciuto per trovare lo sconosciuto.

Masque Teatro presenta il suo lavoro, Just Intonation, da un’idea di Lorenzo Bazzocchi che ne segue anche la regia e che, con precisione e raffinatezza, porta in scena un lavoro fatto di pochi elementi ma che al tempo stesso non fa mancare nulla a chi osserva dalla platea. In scena un pianoforte rovesciato ed uno in piedi, una luce fissa bianca e delicata e poi un corpo che come un caleidoscopio mostra allo spettatore mille forme. L’immaginazione prende il sopravvento sulla realtà e così schiena o gambe perdono completamente la loro comune visione per mostrarsi in una forma nuova: ogni spettatore naviga nella fantasia visitando forme inesplorate.

Il progetto trae la sua origine da due polarità solo apparentemente distanti: da una parte l’interesse manifestato da Kafka per la pura intensa materia sonora, in un costante rapporto con la sua abolizione; dall’altra l’affezione di La Monte Young per un suono concepito come atomizzato, evento singolare con vita a se stante, indipendente dall’esistenza umana. Ma queste sono solo parole forse più utili per la coscienza: in realtà questo è uno spettacolo che, una volta seduti, va vissuto come si preferisce, perché è affascinante l’espressione di una puntuale ricerca sul rapporto tra suono e movimento, dove il movimento corporeo di Eleonora Sedioli danza e recita con forme nuove e ritmi ipnotici. Difficile chiamarla coreografia anche se, prendendo il significato esatto, tutto quello che vediamo rientra perfettamente in questo termine: nonostante tutto non siamo di fronte al puro concetto di danza ma all’espressione corporea che, attraverso movimenti, porta in scena uno spettacolo dove questi ultimi e il suono si sposano in una forma delicata e silenziosa.

La seconda proposta che ci viene fatta è quella di Opera, un giovane gruppo che approfondisce l’incontro tra differenti arti in relazione al teatro. Con la regia di Vincenzo Schino, Opera porta in scena XX, XY Primo studio sull’Amleto grazie al quale si entra in una delle storie più famose al mondo attraverso un dettaglio.

All’ingresso in sala, uno scultore dà forma ad un orecchio gigante, lo accarezza e lo plasma: evidente il legame con Amleto, dove la realtà viene messa in crisi e modificata attraverso il gioco della rappresentazione. Il confine tra finzione scenica e fenomeno reale, la moltiplicazione di senso attraverso la relazione di arti e linguaggi diversi, hanno da sempre costituito un punto di partenza importante per questo gruppo ed osservando è evidente che tutto questo sia presente.

Di questa tragedia shakespeariana non vengono narrate le vicende, ma attraverso un dettaglio si sorseggiano alcune parti attraverso due performers, un uomo e una donna, Emiliano Austeri e Marta Bichisao, XX e XY, con i loro diversi linguaggi, la scultura e la danza.

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