L’orchestrazione di Massenet, traboccante di colori e di languidi impasti timbrici, viene esaltata dalla sensibilissima bacchetta del mai fin troppo compianto Marcello Viotti, all’epoca direttore principale dell’Orchestra del teatro veneziano.
Il cast, dinanzi ad un’opera di grande difficoltà vocale, vede mettersi in luce le ottime prestazioni dei due innamorati Sitâ e Alim, rispettivamente interpretati dal soprano Ana Maria Sánchez e dal tenore Giuseppe Gipali, ostacolati dal perfido Scindia, il baritono Vladimir Stoyanov, quest’ultimo alle prese con l’aria «Promesse de mon avenir», un tempo famosissima anche nella versione in italiano, «O casto fior», cantata da celebri baritoni italiani.
Da vedere perché: per conoscere un lato meno noto della produzione operistica di Massenet, alle prese con uno degli ultimi esempi di grand-opéra, messo in scena con originalità e grandi mezzi scenografici.