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REVIEW – LA BELLA ADDORMENTATA ON ICE

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Una serata al cardiopalma tra acrobazie sul ghiaccio e piroette tra le fiamme

DSC_0534aemdi Erica Culiat

L’Imperial Ice Stars è ritornato a Trieste al Politeama Rossetti inaugurando a marzo il festival TS Danza 2.0 (festival che si svilupperà attraverso otto titoli proposti da questo mese fino ad aprile). Tre anni fa il pubblico si era entusiasmato per la versione di Swan Lake, quest’anno c’è stata un’apoteosi per La bella addormentata “on Ice” – 7000 spettatori per sei repliche -.

La compagnia di pattinatori/ballerini di Tony Mercer ha entusiasmato la platea con ripetuti applausi a scena aperta e nel finale dove, ciascun pattinatore, sono tutti medaglie olimpiche e/o mondiali, si è esibito in assoli mozzafiato dimostrando ancora una volta la propria bravura.

Durante lo spettacolo non sono mancate alcune scivolate e cadute, a volte quasi obnubilate dal passo successivo, altre volte più palesi, ma questo è il bello del teatro e della diretta sera per sera. L’allenamento di questi pattinatori durante l’allestimento è duro. Provano per sette settimane, sei giorni su sette, per oltre nove ore al giorno; quando sono in tour, ogni replica è preceduta da tre ore di allenamento.

E così, di nuovo il palcoscenico del Politeama è diventato una pista di pura magia. Pensate che per farla ci vogliono quattro tonnellate di ghiaccio tritato, alla fine si arriva a 14 tonnellate, che raggiunge la temperatura di -15 gradi, e tanta acqua calda, in più vengono usati 2.500 litri di antigelo.

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Le lame scivolano sulla musica di Tchajkovskij schizzando pulviscolo ghiacciato e facendo arricciare la nostra pelle per le spericolate acrobazie degli artisti. C’è chi ha storto il naso «perché la storia non è proprio quella della Bella addormentata».
È l’ennesima versione, da Marius Petipa, parliamo proprio del balletto classico, a Matthew Bourne passando per Petit, e proprio la sua versione con l’originale non aveva nulla da spartire, ognuno si è sbizzarrito. Non solo. Anche da un punto di vista letterario abbiamo Basile, i fratelli Grimm e Charles Perrault!

DSC_1172aemIl nocciolo della storia rimane comunque lo stesso: la lotta del bene contro il male, vale a dire la principessa Lilac contro Carabosse, l’amore di un principe e la crescita di Aurora, da neonata a donna fino alla vecchiaia rappresentata di solito da Carabosse. In questa versione non c’è perché la strega vecchia e cattiva è interpretata  da un aitante quanto bravo Pavlo Khimich.

Facciamo la punta alla matita? Le fate qui sono le sorelle di Aurora e questo non stravolge il racconto. Anzi, se non leggi la sinossi potrebbero essere le madrine come da originale. Che una parte preponderante, comica, ce l’abbia Catalubotte – merita assistere a una rappresentazione per vedere questo talento del ghiaccio, l’esuberante e travolgente Alexandr Kazakov -, una specie di factotum del re e della regina, va bene anche, non vedi l’ora di assistere ai suoi salti, ai suoi giri centrifugati! Che Aurora venga avvelenata non ci fa stramazzare sulla poltrona di platea, insomma anche nel balletto la principessa si pungeva a volte con l’ago nascosto nel mazzo di fiori o con una rosa!

Personalmente mi sono divertita. Due ore e dieci schizzate veloci. Non sono andata a vedere il Royal Ballet. Sono andata a vedere le stelle del ghiaccio, una compagnia che mette in scena titoli classici a proprio uso e consumo, cioè con qualche piccola modifica. La confezione finale applaudita in tutto il mondo è spettacolare, sbuffi di fuoco, il palcoscenico che s’incendia, voli a mezz’aria, costumi curati e anche le due scene dipinte, la foresta e la reggia, sono figurose.

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I protagonisti ti fanno stare con il fiato sospeso più e più volte, è una serata da cardiopalma!

La principessa Aurora (Olga Sharutenko) è delicata, volteggiare sul ghiaccio lo fa sembrare la cosa più semplice e ovvia; leggiadra anche la principessa Lilac (Alina Saprykina); il re (Volodymyr Khodakivskyy) con le sue butade strega tutti e anche le sorelle di Aurora sono deliziose. Elegante il principe Désiré (Egon Chudin) e prestazioni di classe dall’ensemble, dai seguaci di Carabosse agli ospiti del palazzo.

Qui la recensione de “Il Lago dei Cigni On Ice”

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