Spellbound Contemporary Ballet fa tappa a Milano
di Barbara Palumbo
Si sono fermati pochi giorni, al Teatro Carcano di Milano, i danzatori della compagnia diretta da Mauro Astolfi. Il programma prevedeva un primo tempo con coreografie di repertorio della compagna, proposte a rotazione, mentre nel secondo tempo, l’esecuzione di DARE II, ultima creazione in ordine, di tempo è rimasta fissa.
Lost For Words – L’invasione delle parole vuote-studio III resta, a nostro giudizio, la creazione più interessante, sebbene restino dubbi sulla scelta musicale e soprattutto sui costumi, pantalone nero su fondale nero e canotta di un colore non ben definito, abbinati a luci troppo suffuse non hanno dato la possibilità di ammirare i movimenti dei danzatori, tutti di buon livello.
Un’altra critica che ci sentiamo di muovere è sulla costruzione dei passaggi coreografici, sempre eccessivamente veloci; in questo modo, troppo spesso, non si dà allo spettatore la possibilità di ammirare la bellezza del movimento.
Per quanto riguarda DARE II il nostro giudizio non è molto positivo. Ci sono sicuramente dei passaggi interessanti, ma l’abbinamento Chopin con le musiche di Luca Salvatori non ha appagato l’orecchio. Ci sembra di intuire un cedimento di Astolfi verso la contemplazione delle potenzialità dei suoi danzatori che però, in questo caso, cedono un po’ il passo all’esecuzione perdendo d’intensità interpretativa.