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POLITEAMA ROSSETTI – STAGIONE 2018/19

Politeama Rossetti: oltre 50 titoli nel cartellone 2018/19

di Erica Culiat

Avevamo già anticipato una decina di titoli del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia quest’estate per la stagione 2018/2019. A settembre, invece, c’è stata la presentazione in toto del cartellone. Quindici spettacoli di prosa. Sedici negli Altri Percorsi. Sei nei Musical & Eventi. Sette di danza. Tredici Eventi Speciali. C’è di che scegliere.

Nonostante la prosa contemporanea sia preponderante rispetto ai classici, e questo sicuramente è un aspetto positivo, c’è da dire che le scelte del direttore artistico Franco Però sono indirizzate a una prosa impegnativa, che non strizza l’occhio a qualche titolo più leggero, accattivante. Si possono raccontare situazioni difficili anche con il sorriso, uno dei modi forse per cauterizzare l’emorragia che il genere da anni subisce.

A stemperare tanta ponderosità nel cartellone Prosa, per fortuna, troviamo dopo qualche anno di assenza gli Oblivion, notizia giubilata su FB, con La Bibbia riveduta e scorretta per la regia di Giorgio Gallione (23-27 gennaio) e una commedia, Le Prénom (Cena tra amici) di Matthieu Delaporte dal 27 al 31 marzo che tre anni fa è diventato un film della Archibugi dal titolo Il nome del figlio, qui nella versione italiana di Paravidino.

Possiamo aggiungere anche un giallo, dal 3 al 7 aprile, nella traduzione di Edoardo Erba, Dieci piccoli indiani… e non ne rimase nessuno, testo letterario adattato per il palcoscenico dalla stessa Agatha Christie con Mattia Sbragia, Ivana Monti e Luciano Virgilio.

Gli altri titoli, tutti interessanti, traboccano un’attenzione sofisticata, nonostante o forse sottolineato dallo slogan Parentesi aperte. Un teatro cioè che apre la mente e il cuore, regalando emozioni, purché ci sia la volontà e il desiderio di immergersi in questo suggerimento.

Abbiamo già scritto dell’apertura di stagione il 16 ottobre con I Miserabili, firmato da Però con Franco Branciaroli e la compagnia stabile (Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos).

Abbiamo annunciato Salomè di Wilde con Eros Pagni e Gaia Aprea (19 – 24 febbraio); Un momento difficile di Furio Bordon con Dapporto e la Reggio (26 febbraio – 3 marzo); La classe operaia va in paradiso con Lino Guanciale (1 – 5 maggio); Piccoli crimini coniugali con Michele Placido e Anna Bonaiuto (13 – 17 marzo).

All’appello mancano (Tra Parentesi) La vera storia di un’impensabile rivoluzione di e con Massimo Cirri, quello di Caterpillar che con Peppe Dell’Acqua (ex direttore dei servizi psichiatrici di Trieste) parleranno della riforma basagliana (18 ottobre – 11 novembre in Sala Bartoli). Lo spettacolo, tra l’altro, apre l’itinerario scientifico inscritto negli eventi ProESOF 20120; la Filomena Marturano della Cavani con Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses (7 – 11 novembre); Misura per misura di Shakespeare con Massimo Venturiello diretto da Paolo Valerio (28 novembre – 2 dicembre).

Di Lucia Calamaro, lo Stabile ospita Sindrome italiana dove la drammaturga romana indaga la depressione nelle donne dell’Europa dell’Est che si occupano a lungo come colf e badanti lontane da casa (4 – 23 dicembre). Avremo anche il madrino di Venezia 2018, Michele Riondino con Il maestro e Margherita (12 -16 dicembre) diretto da Andrea Baracco. Pirandello non manca mai. Dal 9 al 13 gennaio Filippo Dini ci proporrà il suo Così è (se vi pare). Regista e interprete a fianco di Maria Paiato.

La Bibbia non ha ispirato soltanto gli Oblivion, ma anche Fausto Paravidino dove, ne La ballata di Johnny e Gill, indaga la figura di Abramo, punto di arrivo di una sinergia internazionale e di una ricerca laboratoriale, infatti sarà interpretata da attori di nazionalità diverse (5 – 10 febbraio).

Le proposte degli Altri Percorsi, che si sono sempre distinte per un linguaggio più attuale e anche di ricerca, si emulsioneranno tra la Sala Bartoli, la Sala Assicurazioni Generali entrambe al Politeama Rossetti e al Teatro Stabile Sloveno. Anche qui avevamo già menzionato La gioia di Pippo Delbono (24 – 25 novembre); A night in Kinshasa (22 – 23 ottobre) di e con Federico Buffa che continua il filone dedicato allo sport – due anni fa infatti il giornalista aveva avuto successo con Le Olimpiadi del 1936 – ed En attendant Beckett, dove il drammaturgo irlandese viene affrontato da Glauco Mauri e Roberto Sturno (2 – 12 maggio). Sono stati invitati per la terza stagione consecutiva, quelli di Carrozzeria Orfeo (creature dell’Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine!) che parleranno di povertà, fame, scarsità d’acqua in Cous Cous Klan, temi densi, dove però il dramma è spennellato di ironia (11-12 marzo).

La presenza leggendaria di Shakespeare invade anche questo cartellone con due proposte rivedute: la prima, il 7 dicembre, Macbettu di Alessandro Serra, recitato in sardo che miscela anche le suggestioni del Carnevale barbacino; l’altra, dal 5 al 10 marzo, Shakespeare/Sonetti nella versione di Valter Malosti, dove la parola si intreccia con il linguaggio della danza di Michela Lucenti.

Alla scienza strizzano l’occhio Copenaghen di Michael Frayn con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice. Il testo racconta l’incontro tra Heisenberg e Niels Bohr, i due fisici a un passo dalla creazione della bomba atomica e ritorna anche la fisica, nonché giornalista e autrice Gabriella Greison con Einstein & Me dove il nobel tedesco sarà descritto attraverso gli occhi della sua prima moglie, Mileva Maric (25 febbraio). Grazie al teatro visuale e alla sperimentazione, Marta Cuscunà affronterà la nascita dell’ideologia e della sopraffazione ispirandosi a una leggenda della tradizione ladina con Il canto della caduta (8 – 13 gennaio).

L’attenzione per le compagnie emergenti e i nuovi linguaggi è convogliata sui testi vincitori del Premio nazionale “Giovani Realtà”, promosso dalla Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe”. Verranno così allestiti The hard way to understand each other di Adalgisa Vavassori (15 – 20 gennaio), un lavoro senza parole che riflette su solitudine e incomunicabilità e Où les fleurs fanent di Natalia Vallebona (5 – 10 febbraio).

Affezionati anche al gruppo Anagoor. Per questa stagione l’indagine drammaturgica sarà incentrata sulla vita e l’arte di Giorgione, personaggio inafferrabile, con Rivelazione (12 – 17 febbraio). Ancora, dalla letteratura al teatro: Accabadora di Michela Murgia è diventato un monologo con la regia di Veronica Cruciani (19 – 24 febbraio).

Teatro civile per Guillem Clua, drammaturgo catalano che in La Rondine [qui la nostra recensione dell’edizione di Catania], evocando le stragi di Orlando, Nizza, del Bataclàn, lancia un monito contro l’intolleranza (19 – 24 marzo).

Marco Lorenzi, invece, per il gruppo Il Mulino di Amleto affronta in maniera inedita Cechov – attori di lato, tecnici di scena che possono entrare nell’azione, etc. – con Platonov (26 – 31 marzo). Infine Per strada, testo di Francesco Brandi che mette al microscopio ansie e paure dei trentenni di oggi per la regia di Raphael Tobia Vogel (2 – 7 aprile).

Musical. Si è fatto quel che si poteva vista l’allergia della dirigenza al genere. Vista la sordità e la cecità di una città che non ha capito o non ha voluto capire la centralità che il teatro aveva raggiunto dopo anni di lavoro come punto di riferimento italiano nella mappa europea.
Si punta quindi sul sicuro, per quanto il “sicuro” a teatro sia un eufemismo. Ci sarà il ritorno di We Will Rock You, una versione un po’ più piccola rispetto la precedente, ma sempre con band dal vivo (25 – 28 ottobre), di Stomp (23 – 26 maggio) e di Peter Pan (6 – 9 dicembre).

Spettacolo di punta Ghost con le musiche di Dave Stewart che al di fuori del Regno Unito si vedrà solo a Dubai, Istanbul e Trieste (13 – 18 novembre). Ritornano anche gli Imperial Ice Stars con una Cenerentola (30 gennaio – 3 febbraio) e dal 9 al 12 maggio School of Rock, l’ultimo musical di Webber (penultimo se consideriamo un nuovo adattamento in fieri di Cenerentola), con i testi dell’Oscar Julian Fellowes. Regia di Piparo, mentre nel ruolo principale troveremo Lillo (9 – 12 maggio).

Le scelte tersicoree quest’anno puntano sul pop. L’unico spettacolo di danza “colta” e acclamata è Autobiography con la compagnia di Wayne McGregor, il multi premiato coreografo inglese, da sempre interessato alle nuove tecnologie. Questo spettacolo è infatti costruito in base a uno studio sul DNA dell’artista (10 aprile). Rivedremo la sempre gradita Parsons Dance Company (28 gennaio), ma anche i Trocks il 7 maggio e i Momix con Alice… Alice… Alice (6 – 10 marzo). Lo spazio alla regionalità è affidata alla compagnia udinese Arearea con lo spettacolo per la prima volta in forma completa a Trieste nel giorno dell’equinozio, 21 marzo, Le Quattro stagioni, nella riscrittura di Max Richter, Piero Marino e Federico Albanese.

Il 17 dicembre appuntamento fisso come una cambiale, Lo Schiaccianoci con il Moscow Classical Russian Ballet.

Gli Eventi Speciali spaziano dal concerto di Edoardo Bennato il 6 novembre al recital di Angelo Pintus, Destinati all’estinzione (16 – 17 aprile). In mezzo: Un’altra Cenerentola di Luciano Pasini con gli allievi dell’Associazione Culturale StarTS Lab (16 novembre – 2 dicembre); Tempo di Chet. La versione di Chet Baker con Paolo Fresu (3 – 4 dicembre); Scott Bradlee’s Postmodern Jukebox (10 dicembre); l’Hardem Gospel Choir (21 dicembre); Alis con le star del Circo Contemporaneo e del Cirque du Soleil (29 – 31 dicembre); Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show (15 gennaio); il concerto di Roberto Vecchioni il 13 febbraio; la Glenn Miller Orchestra il 23 marzo: Essere Leonardo Da Vinci. Un’intervista impossibile di e con Massimiliano Finazzer Flory; La guerra di Goldoni (10 – 18 aprile) e infine, al Museo De Henriquez, A Sarajevo il 28 giugno di Gilberto Forti.

Ricordiamo ancora che per il secondo anno consecutivo il Politeama Rossetti ospiterà il Trieste Science+Fiction Festival dal 30 ottobre al 4 novembre e il Trieste Film Festival dal 17 al 22 gennaio.

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