Piccolo Teatro Studio Melato
dal 9 al 18 ottobre 2020
Tu es libre
di Francesca Garolla
regia Renzo Martinelli
con Viola Graziosi, Paolo Lorimer, Maria Caggianelli Villani, Maziar Firouzi, Francesca Osso, Francesca Garolla
luci Mattia De Pace, suono Giuseppe Ielasi, disegno sonoro Fabio Cinicola
progettazione scenica Renzo Martinelli
assistente alla regia Michele Ciardulli
produzione Teatro i
con il sostegno di Fabulamundi Playwriting Europe – Beyond Borders? e NEXT – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo – ed. 2017 / 2018
Testo segnalato dalla Comédie Française e finalista al Premio Riccione per il Teatro.
Création réalisée dans le cadre des Résidences de la Chartreuse, Villeneuve lez Avignon,
Programme Odyssée –ACCR avec le soutien du Ministère de la culture et de la communication
con il sostegno del progetto DE.MO. – Movin’Up seconda sessione 2015
PREMIO SPECIALE DE.MO./MOVIN’UP per il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
GAI – Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani
Il testo di Tu es libre è edito da Cue Press (2017).
Spettacolo inserito in Invito a Teatro.
Tu es libre, primo capitolo di una trilogia che indaga il tema della libertà, approda, con un allestimento rinnovato, al Piccolo Teatro Studio Melato, dal 9 al 18 ottobre, dopo essere stato presentato in francese durante il festival d’Avignone 2017 e aver debuttato al FIT Festival di Lugano.
Sappiamo accettare che qualcosa che non possiamo comprendere e condividere sia comunque frutto di una scelta libera? Quanta e quale libertà siamo davvero in grado di tollerare?
Questi sono gli interrogativi che scaturiscono dalla storia di Haner, il cui nome evoca la battagliera Andromaca dell’Iliade, una giovane ragazza francese che parte per la Siria, aderendo ad un sistema sociale, culturale ed etico del tutto differente da quello occidentale.
Haner non ha origini mediorientali, non è un’immigrata, non è un’emarginata e non è stata manipolata, ma, probabilmente, ha deciso, senza alcun condizionamento, di aderire a Daesh, lo Stato islamico.
La libertà di scelta si mostra qui in tutto il suo potenziale di violenza. È una libertà feroce, che non si fa controllare, definire o interpretare, che va oltre il valore della morte e della vita e oltre la nostra comprensione.
Alla ricerca di un senso che giustifichi la sua scelta, domande e ipotesi si succedono, nelle parole dei protagonisti dello spettacolo, senza che vi possano essere risposte definitive. La madre, il padre, un innamorato, un’amica di Haner e la stessa autrice, Francesca Garolla, nel ruolo di se stessa, guidati dalla regia di Renzo Martinelli, ripercorrono frammenti di ricordi, sentimenti, impressioni e desideri che compongono un quadro umano complesso, grazie a quale scopriamo che, forse, la comprensione non può che nascere dall’accettazione dell’altro, persino quando la sua libertà è così totale e assoluta da poter essere definita “oscena”.
In scena, Maria Caggianelli Villani è Haner, Viola Graziosi e Paolo Lorimer, rispettivamente Madre e Padre di Haner, Maziar Firouzi è l’Amore mentre Francesca Osso è l’amica di Haner.
Progetto
Questo testo si inserisce in una trilogia che indaga il tema della libertà da tre punti di vista differenti.
In Tu es libre, si parla di una libertà assoluta, che non si interroga sulle conseguenze delle azioni compiute, ma spinge lo spettatore a riflettere sulla propria capacità di tollerare ciò che non comprende.
Il secondo testo, Io sono testimone, scritto anch’esso grazie al sostegno de La Chartreuse – Centre National des écritures du spectacle, si interroga sulla scelta di rinunciare consapevolmente alla propria libertà, senza alcuna costrizione.
Infine, l’ultimo capitolo della trilogia, Se ci fosse luce, sostenuto dalla Cité Internationale des Arts di Parigi – dove Francesca Garolla è nel 2020 l’unica autrice europea selezionata per la sua categoria – indagherà le conseguenze di un’azione violenta compiuta consapevolmente, arrivando quindi a confrontarsi con il tema della responsabilità individuale e collettiva.
Note dell’autrice
Una, nessuna, centomila libertà
Anni fa, feci un laboratorio con degli adolescenti, gli chiesi che cosa avrebbero desiderato dai loro genitori, in gran parte mi risposero: «Che mi dicano cosa devo fare».
Io, figlia di una generazione che, tra gli anni sessanta e settanta, ha voluto distanziarsi da quella dei padri per manifestare il proprio inalienabile diritto di scegliere, incontravo giovani desiderosi di una libertà delimitata, guidata, indirizzata.
Ha un grande peso, la libertà, nel suo ambire allo spazio del tutto possibile, e loro lo sentivano.
La possibilità di esprimere se stessi è al contempo magnifica e terrificante.
Ma di quale libertà stiamo parlando?
Ci hanno insegnato che essa è alla base di qualsiasi istituzione, ma ci hanno anche detto che l’unica istituzione libera è quella democratica, ovvero, la nostra. Ci hanno spiegato che ciascuno ha il diritto di fare quello che vuole, a patto che sappia ben discernere tra ciò che è bene e male. Ma ciò che è bene e male lo abbiamo deciso noi, e non è affatto scontato che sia lo stesso, dall’altra parte del mondo.
Abbiamo imparato, insomma, che in nome della libertà si legifera, ci si batte, si giudica.
Ma questa libertà è un inganno. Sembra tendere all’infinito e, invece, si avvolge su se stessa, nel presupposto fallace e ambiguo di essere un valore di per sé.
Salvo quando ci accorgiamo della sua potenziale pericolosità e, allora sì, la condanniamo.
Haner, la giovane protagonista di Tu es libre, decide di unirsi all’Isis e, probabilmente, diventare una terrorista, lo fa senza alcuna costrizione. Haner esce da confini tracciati e mette in discussione la nostra definizione di libertà. Costringendoci a confrontarci col fatto che, quando qualcosa mina le nostre sicurezze, siamo anche disposti a rinunciarvi.
Persino a costo di non essere più liberi, come ammettevano implicitamente i ragazzi che ho incontrato.
Mi piacerebbe sapere se, oggi – in un tempo in cui è sempre più difficile difendere il proprio territorio di certezze – ormai adulti, abbiano cambiato idea.
Io spero di sì.
Estratti di Rassegna Stampa
È una materia incandescente come il terrorismo dei “foreign fighters” quella che ispira la pièce scritta da Francesca Garolla, impegnata a riflettere, senza condurre a conclusioni definitive, su una libertà “feroce, che non si fa trattenere”. Renato Palazzi su delteatro.it
Non sono dei fatti di cronaca a caratterizzare il testo della Garolla, bensì la storia di un essere umano che compie un’azione ai più incomprensibile. La si racconta cercando di sospendere i giudizi, osservandola, col supporto di immagini liriche, riflessioni antropologiche, citazioni letterarie, domande scomode a cui si è soliti rispondere solo scuotendo la testa in segno di rifiuto e che forse anche in questo caso lo spettatore stenta dapprima ad accogliere. Roberta Orlando e Renzo Francabandera su paneacquaculture.net
Tu es Libre è una delle provocazioni più intelligenti e coraggiose che si sarebbero potute produrre su un tema spinoso e doloroso come quello del terrorismo. Chiara Palumbo su cultweek.com
Quanta e quale libertà siamo capaci a tollerare? In questo caso le risposte non tardano a venire, scuotendo le false coscienze liberal: niente di più lontano dal repertorio di pastasciutta del teatro borghese. Camilla Tagliabue su Il Fatto Quotidiano
Laddove non arriva la cronaca ha già detto tutto l’arte. Haner – la ragazza votata al tritolo islamista – è Andromaca: la donna dell’Iliade nel cui nome si innerva la radice doppia di un destino di maschia guerra. Aner, appunto, che in greco significa uomo. E make, ossia battaglia. Laddove non sa spiegarsi la sociologia c’è la filologia. Pietrangelo Buttafuoco su Il Sole 24 Ore
Ulteriori info e biglietti:
www.piccoloteatro.org/it/2020-2021/tu-es-libre