Vagnarelli e Godina perforano il nostro cuore con un teatro che è bello da vedere, gustare, sentire.
Una tragedia che è diventata una data. L’11 settembre.
Uno spettacolo, scritto a quattro mani, da Fabio Vagnarelli e Francesco Godina, che sputa una domanda/titolo, Tu dov’eri?
Un attore, che è anche autore, Godina, che veste e sveste tre personaggi. Quello del professore. Quello che fa il cinico e si rivolge direttamente alla piccola platea della Sala Bartoli (Politeama Rossetti-Trieste). Quello che interpreta Jack, nato il giorno dell’attacco alla Torri Gemelle.
Tu dov’eri è una domanda rigogliosa nelle nostre vite. Sottintende un’informazione o un’accusa o un rimpianto. E quindi un luogo, un’attività, uno stato d’animo che rimanda alle madeleine di Marcel Proust, recuperando l’essenza del passato, la memoria, i ricordi.
Un testo non banale. Non è un collage di testimonianze o lo è solo in parte, grazie al lavoro di Den Baruca che trapunta lo sfondo di messaggi o stralci video dove svariate persone a distanza di vent’anni ricordano esattamente cosa facevano, dov’erano, cosa hanno provato l’11 settembre 2001.
Ma le parole di questo monologo di sessanta minuti possono risultare preziose e quindi arricchire qualsiasi fascia d’età, perché parlano di noi, declinati in molti modi. Parlano delle nostre emozioni che si leggono tutte nel volto di Jack/Godina, inquadrato da una telecamera, un piccolo Mayflower emotivo (e ci si chiede quanto gli attori attingano dal loro privato), mentre parla del suo rapporto, amore/scontro con la madre. Non tutto d’un fiato. Alternato agli interventi del professore che ci illustra le due strutture, l’ippocampo e l’amigdala responsabili dei processi della memoria e a quelli dello stand-up comedian che rinfresca la memoria collettiva su cos’erano gli anni Novanta prima del nuovo millennio. Marco Casazza nella sua regia impone a Godina un tour de force tra i personaggi che non fa mai vacillare l’attenzione.
Nessuna lezione politica, e quindi nessuna lista della spesa su guerre, attentati terroristici che si sono susseguiti dopo il 2001, bensì il sorriso.
Ci si sofferma, per esempio, su come sono cambiate le regole del viaggio. Per la generazione Z è normale non portare la bottiglietta d’acqua in aereo e se hai il bagaglio a mano i singoli flaconcini in busta trasparente che non devono superare i 100ml, per noi… mica tanto. Però ci siamo dovuti abituare.
E ancora. I social. Dove si scrive tutto quello che si pensa (“parla, la gente purtroppo parla non sa di cosa parla”, urlavano i Maneskin dal palco di Sanremo). Tutti sono esperti di tutto. Di complotti, anche. Le Torri sono state buttate giù dagli ebrei per far guerra agli arabi, tanto per dirne una. La simbologia del 9/11 compariva già nei cartoni dei Simpson, nei film come Ritorno al futuro. Di undici sillabe è composta la parola Afghanistan e New York City. I complottisti… e via di questo passo.
I social come amplificatori dei propri dolori. Dei propri lutti. Moravia scriveva Gli Indifferenti, Montale vergava le sue liriche, noi oggi mettiamo in piazza i nostri lutti, lutti di cartapesta li chiama Godina. Chissà quanti cuori collezionano o quanti mi piace. Il ricordo del dolore è ancora dolore scriveva Byron. Il dolore di una perdita, di una delusione forse in futuro si potrà cancellare, disattivando il gene responsabile, ma il dolore fa parte della nostra vita. Del nostro essere individui. Vagnarelli e Godina ce lo raccontano in maniera semplice, immediata, emozionante perforando il nostro cuore con un teatro che è bello da vedere, gustare, sentire. Parola per parola attraverso le sfumature dei diversi personaggi che Godina interpreta.
E chiudiamo ricordando, visto che di memoria si parla, di Mnemosine, la dea della memoria che generò le nove Muse giacendo con Zeus. Perché senza memoria non ci sarebbe neanche più cultura e in questo caso, neanche teatro. Abbiamo bisogno di intossicarci ancora di un teatro come questo. Lo scorso anno sono state fatte soltanto tre repliche, ma lo Stabile regionale non voleva bruciare questa occasione e quindi lo spettacolo è ritornato dal 19 al 24 aprile 2022. Inondiamo di applausi i protagonisti di questo prezioso cammeo.
TU DOV’ERI?
di Francesco Godina e Fabio Vagnarelli
con Francesco Godina
video designer Den Baruca
regia Marco M. Casazza
Produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Suomi