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AL SISTINA MAX GIUSTI IN “DI PADRE IN FIGLIO”

Dopo aver interpretato classici di Garineri e Giovannini come Se il tempo fosse un gambero e Aggiungi un posto a tavola (nel ruolo di Toto) Max Giusti torna al Sistina (1 – 13 aprile) con uno spettacolo musicale suo, Di padre in figlio, scritto insieme ad Andrea LolliClaudio Pallottini e Giuliano Rinaldi.

La commedia, accompagnata dalle musiche scritte da Gaetano Curreri (il leader degli Stadio) e da Saverio Grandi, ruota intorno a due domande:  “Quando si smette di essere figli e si diventa genitori? E quando si diventa genitori, si smette di essere figli?“. Si affronteranno così momenti più divertenti alternati a momenti più seri o sentimentali. Tre sono le generazioni a confronto: quella di Max, che interpreta un attore quarantenne la cui carriera non è propriamente rosea, quella del padre, in ospedale per un controllo, e la generazione del futuro, rappresentata dal figlioletto appena nato.

La regia è firmata da Marco Carniti, le coreografie sono di Kristian Cellini.

I. F.

Segue comunicato stampa:

MAX GIUSTI

in

DI PADRE IN FIGLIO

prodotto da AB Managment

Commedia scritta da Max Giusti, Andrea Lolli, Claudio Pallottini e Giuliano Rinaldi

Regia Marco Carniti

Musiche Gaetano Curreri – Saverio Grandi

Costumi: Maia Filippi, Visual: Francesco Scandale, Coreografie: Kristian Cellini,

Ideaz. Scene Marco Carniti – Fabiana Di Marco

Max Giusti torna a teatro. Dopo tanti anni di TV, Giusti torna con uno spettacolo completamente nuovo, pronto a far divertire ed emozionare il suo pubblico.

Uno spettacolo scritto da Max Giusti con Andrea Lolli, Claudio Pallottini e Giuliano Rinaldi con una grande narrazione e una bellissima colonna sonora scritta da Gaetano Curreri.

Di padre in figlio è un vero e proprio passaggio di consegne, un passaggio di verità, un passaggio di emozioni e di sentimenti. Tutto nasce da una domanda che è la chiave dello spettacolo: Quando si smette di essere figli e si diventa genitori? E quando si diventa genitori, si smette di essere figli?

E’ una pièce insolita, soprattutto per Max Giusti, abituato ad essere un attore brillante e comico che, per la prima volta, mischia comicità, spontaneità ad una grande novità, quella di affrontare con assoluta veridicità i sentimenti e il rapporto tra padre e figlio, quasi sempre fatto di silenzi, di abbracci mancati, di sguardi e di “non detti” .

Il protagonista è un attore di 40 anni la cui carriera non è mai decollata e che si trova ad affrontare una grande novità: un figlio di una settimana da fa conoscere al padre che è in ospedale a fare un controllo medico. E’ vero, divertente ed irriverente, questo uomo che cerca di raccontare al proprio figlio chi era suo nonno. Ed è sorprendente scoprire, attraverso i suoi racconti, quanto 40 anni possano modificare il rapporto tra padri e figli. Nel tentativo di raccontare la figura del nonno a suo figlio, il protagonista si rende conto che sono cambiate tante cose, il modo di educare i propri figli, di parlare con loro e di approcciarli. E tutto questo scatena una serie di aneddoti molto divertenti. La storia prenderà una svolta diversa quando, al novello papà passa di fronte una grande opportunità, il treno della vita, un treno che non passerà mai più e a questo punto l’evoluzione della storia ci racconterà come dovrà assumersi le sue responsabilità davanti al figlio e al padre.

E’ uno spaccato di Italia, uno spaccato di 40 anni con una grande consapevolezza che forse molte cose non saranno mai più le stesse.

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